Bologna – Liberazione (21 Aprile 1945)

On April 21, 1945 the 3rd Carpathian Rifle Brigade 
of the Polish 3rd Carpathian Infantry Division 
entered the Northern Italian town of Bologna, 
italy where only isolated German units 
were still fighting.

Shows tanks of the 752nd Tank Battalion, U.S. 5th Army in Bologna, Italy . The Italian people welcomed the Poles and Americans as liberators. Shows two Polish, open top, TK tankettes moving through the city. Crowds of people jam the streets of Bologna as vehicles of the British 8th Army and American 5th army slowly moves through the crowded streets. Panning shots of the crowd. Various shots of Bologna Italy.

Excellent head-on shot of American tank approaching camera, makes CU turn. A few Italian Partisans with rifles are in the crowd.

ll rischio di scordare la Shoah (lastampa.it)

di Liliana Segre

La morte di Pietro Terracina, uno degli ultimo 
sopravvissuti di Auschwitz, come me, è start 
la prima notizia che mi è stata comunicata 
ieri mattina appena sveglia. Ed è stato come 
se si sgretolasse un altro pezzo della nostra storia. 

Perdonerete se sono così pessimista, mi spiace soprattutto per i giovani che mi scrivono lettere meravigliose e per tutte le persone dolcissime che mi applaudono o mi fermano per strada, ma io credo che si coltivi troppo poco la memoria e che, con la nostra scomparsa, tutto finirà. Senza Piero, io oggi mi sento più sola.

Vedete, io penso che quando saremo morti tutti, intendo sia noi vittime che i nostro carnefici, tutto ciò che è stato rischia di andare perduto. Parlo anche dei carnefici perché so che qualcuno di loro è ancora vivo e ha scritto memorie oscene – uno di questo libri si intitola “Bei tempi” e potete ben immaginare a che razza di tempi si riferisse – ma paradossali visto che alla fine confermano ciò che i negazionisti, appunto, negano … leggi tutto

Piero Terracina ha fatto della sua vita un dono di verità (articolo21.org)

di Massimo Marnetto

La morte di Piero Terraciana è un dolore profondo. 
Sia per la sua opera di testimonianza pubblica, 
sia perché ho avuto l’onore di conoscerlo.
Andare nelle scuole a parlare della sua esperienza ad Auschwitz  era per lui molto doloroso. “Ogni volta che inizio a raccontare – mi disse – è come se rientrassi là dentro, con il freddo, la fame, l’odore di morte e il perenne lamento di qualcuno.
Ma devo dire tutto nelle scuole, a costo di scuoiarmi vivo, perché solo se i ragazzi si emozionano, ricordano” … leggi tutto

Charlotte Sometimes (Su “Vita? O teatro?” di Charlotte Salomon) (minimaetmoralia.it)

di

She hopes to open shadowed
eyes on a different world

8 settembre 1943. In Italia è l’armistizio di Cassibile, è l’inizio della Resistenza – a Roma le giornate di Porta San Paolo. In Francia la Costa Azzurra passa sotto il controllo della Gestapo. Non che prima si stesse sereni. A malapena ci si affacciava per strada, per paura di controlli e retate.

Eppure Charlotte Salomon si era potuta addirittura sposare, pochi mesi prima. In quelle settimane nel suo ultimo rifugio a Villefranche sur Mer, vicino Nizza, Charlotte provava una strana intensità di vita.

Era rimasta incinta di un uomo, anch’egli ospite di una mecenate americana – Ottilie Moore – che protesse a lungo la sua famiglia, schermando il passo alla sua emigrazione forzata nel Nuovo Mondo, che tanti intrapresero in quegli anni dopo che la Francia fu invasa e divenne collaborazionista, passando per quelle contrade (Hannah Arendt ci riuscì, Nicola Chiaromonte pure, Walter Benjamin no). Charlotte rimase – aveva un lavoro di scrittura che la teneva occupata.

Poi però venne l’8 settembre. Due settimane dopo la vennero a prendere. «Si sentivano strilla terribili», diranno i testimoni. Morirà ad Auschwitz il 10 ottobre 1943 … leggi tutto

Memoria senza storia: la proposta impossibile del Parlamento europeo (confronti.net)

di Lorenzo Ferrari e Nicola Pedrazzi

L’ultima risoluzione sulla memoria approvata dal 
Parlamento europeo è un’occasione persa, piena 
di semplificazioni e omissioni – che però ci 
raccontano molto dello stato del progetto europeo 
a 30 anni dalla caduta del Muro.

Come si è arrivati a questo vuoto documento anti-tutti-i-totalitarismi? La risposta va cercata a Est, nell’attenzione che la destra polacca dedica al tema della memoria.

Il 17 settembre la Polonia ha commemorato l’80° anniversario dell’invasione sovietica. Con un gesto simbolico, due giorni dopo il Parlamento di Strasburgo ha approvato la risoluzione 2019/2819(RSP) «sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa». Invece di riconciliare il continente, il documento ha finito solo per dividere.

Due i problemi su cui s’è concentrata l’attenzione dei commentatori: l’opinabilità di asserzioni presentate come verità storiche e, a monte, l’opportunità che un’istituzione (in questo caso per giunta sovranazionale) adotti atti formali in tema di memoria. Anche quando severe, le analisi si sono limitate alla dimensione episodica e notiziabile del documento, senza inquadrare la vicenda nel più ampio contesto europeo. Soprattutto in Italia e soprattutto a sinistra, le critiche si sono concentrate sull’equiparazione tra comunismo e nazismo: un parallelo impraticabile in sede storica, ma che riflette le esigenze politiche dell’Unione allargata a Est. Viceversa, pochi si sono indignati per la pretesa di costruire memoria senza passare dallo studio della storia, nemmeno menzionato all’interno della strategia europea … leggi tutto

La casa dove è nato Hitler diventerà una stazione di polizia (ilpost.it)

Lo ha deciso il governo austriaco dopo anni di dispute legali, per evitare che diventi una meta di pellegrinaggio per i neonazisti

Il governo austriaco ha deciso di costruire una stazione di polizia dentro alla casa dove nacque il dittatore nazista Adolf Hitler, nella piccola città di Braunau al confine con la Germania, mettendo fine a una lunga disputa legale con i proprietari dello stabile.

Hitler, che nacque il 20 aprile 1889, trascorse soltanto poche settimane nel palazzo, diventato comunque un luogo di pellegrinaggio per neonazisti.

Il ministro dell’Interno austriaco Wolfgang Peschorn ha detto che l’obiettivo del governo è proprio di mettere fine a queste commemorazioni.

L’annuncio di Peschorn è arrivato qualche mese dopo una decisione della Corte suprema austriaca che aveva respinto il ricorso della storica proprietaria della casa, Gerlinde Pommer, che riteneva troppo basso l’indennizzo ricevuto quando perse il controllo dell’immobile nel 2016, dopo l’esproprio deciso dallo stato … leggi tutto