Anne Frank, una ipotesi (laletteraturaenoi.it)

di Demetrio Paolin

1. Circa due anni fa immagini raffiguranti Anne Frank vennero diffuse da alcune frange della tifoseria laziale come offesa ai tifosi della Roma. L’immagine ritraeva il viso della giovane ragazza con la casacca dai colori giallorossi. L’intento di chi aveva fatto quel fotomontaggio era evidente: offendere – dandogli dell’ebreo – l’avversario.

Questa ipotesi era suffragata anche dalla storia delle due tifoserie, legata ad ambienti fascisti, quella biancoceleste, più popolare e comunista quella romana. Questo noioso fatto di cronaca, una bega tra due tifoserie, che si odiano, una gara a chi è più ignorante, ebbe, invece, delle interessanti ripercussioni sui social. Non appena venne divulgata la notizia del fotomontaggio nel giro di poco twitter, fb e i diversi social network pullularono di uno solo hastag ovvero #siamotuttiannafrank o #siamotuttiannefrank, a cui si aggiungeva la pubblicazione della foto originale, la matrice che aveva prodotto il fotomontaggio, in decina di migliaia di pagineleggi tutto

Sulla scultura nazista (doppiozero.com)

di Enrico Manera

In un testo poco noto di Furio Jesi, Sopravvivenze mitiche nell’esoterismo nazista (ora in Mito, Aragno, 2009) il critico torinese scrive: «nel suo discorso conclusivo di autodifesa dinanzi al Tribunale di Norimberga, il generale SS Otto Ohlendorf […] giustificò il comportamento proprio e quello dei suoi compagni affermando che la sua generazione si era trovata nel vuoto causato dall’insterilirsi e dalla morte del cristianesimo, e aveva quindi visto nel nazismo un nuovo ordine salvatore, fondato su valori puramente spirituali, e garante di chiarezza, di legge di verità affermate senza esitazione».

Non si insisterà mai abbastanza sul tratto sostitutivo della religiosità che l’ideologia nazista ha assunto, con un tratto paradossalmente iper-morale, redentivo e, in ultima istanza, mitologico.

Jesi, studioso di cultura tedesca e di mondo antico, è stato pioniere per l’interpretazione «delle “grandi narrazioni nazionali” nell’ambito di una narrazione sulla statualità, in direzione della cultura di destra e della radicalizzazione politica» (Bidussa), e ha inteso la storia delle idee come un crocevia tra diverse discipline, tra cui storia delle mentalità, storia dell’arte, del pensiero e delle teorie politiche, fino a quella che Lacoue-Labarthe e Nancy ne Il mito nazi (il Melangolo 1992) hanno definito «la storia della produzione di figure archetipiche fittizie» … leggi tutto

Il Sartre di Franco Fergnani (doppiozero.com)

di Massimo Recalcati

Un maestro

Franco Fergnani ha insegnato Filosofia morale all’Università di Statale di Milano per trent’anni, tra i primi anni settanta e l’inizio del nuovo secolo, diventando per molti di coloro che ebbero la fortuna di ascoltare le sue lezioni un vero maestro.

Il padre avvocato, Enea, fu militante anti-fascista; catturato dovette subire la reclusione prima a San Vittore e poi, una volta deportato, nel campo di Mauthausen.

Di questa sua drammatica esperienza è testimonianza il suo notevole libro titolato Scordatevi di essere vivi. In questa tormentata narrazione appare anche, in un breve squarcio, il figlio Franco, a quei tempi sedicenne, che dovette subire anch’egli una breve e traumatica prigionia nel carcere di San Vittore di Milano che lasciò sulla sua vita una traccia indelebile … leggi tutto

I bambini di Golzow (ilpost.it)

Il New York Times racconta come i rifugiati siriani hanno ridato vita all’economia e salvato la scuola di un piccolo comune della Germania dell’est

«I siriani hanno salvato la nostra scuola», ha detto Frank Schütz, sindaco di Golzow. Golzow è un paese di 820 persone che si trova nella Germania orientale, in Brandeburgo, proprio al confine con la Polonia, dove l’estrema destra è piuttosto radicata: qui, alle ultime elezioni, una persona su quattro ha votato per il partito neonazista Alternativa per la Germania (AfD) … leggi tutto