Non leggete “il Fango Quotidiano”
Un Paese civile non ha bisogno di forcaioli e bugiardi.
L’angolo fascista
Non leggete “il Fango Quotidiano”
Un Paese civile non ha bisogno di forcaioli e bugiardi.
I nazisti deportarono oltre mille ebrei da Roma per la “soluzione finale”. Un testimone scampato a Radio3: un barbiere avvisò mio padre, una signora ci nascose
Al programma “Prima pagina” di Radio3, poco dopo le 8, stamani ha chiamato Mauro Volterra. Un sopravvissuto. Il 16 ottobre 1943, ha raccontato, la sua famiglia – padre, madre e cinque figli tra cui lui allora di nove anni – si salvò dai nazisti perché un barbiere amico del padre li avvisò che il rastrellamento degli ebrei a Roma era iniziato. La famiglia fu nascosta da una signora, il bambino, i suoi, i fratelli, la sorella di sette anni, non furono trovati e non finirono ad Auschwitz.
Mauro Volterra lo ha raccontato al giornalista che questa settimana legge i quotidiani Jacopo Zanchini vicedirettore del settimanale “Internazionale”: una telefonata toccante che ricorda quanto il terzo canale radiofonico della Rai va meritoriamente facendo per tutta questa giornata con un racconto, scandito ora per ora, affidato alla storica Anna Foa: il 16 ottobre 1943 i nazisti a partire dalle cinque di mattina entrarono nel Ghetto per portare sui vagoni piombati ad Auschwitz 1024 ebrei su un totale di 1259 persone compresi 207 bambini.
In 1023 furono deportati ad Auschiwtz. Sopravvissero 15 uomini e una donna. Nessuno dei piccoli sopravvisse al lager. Due giorni prima, ha ricordato Mauro Volterra nella sua telefonata, il tenente colonnello delle SS Herbert Kappler aveva intimato agli ebrei di raccogliere 50 chili di oro dichiarando che ai nazisti interessava il loro oro, non la loro vita. Mentiva. Aveva già ricevuto da Berlino l’ordine di deportare tutti gli ebrei. Era l’avvio della programmata e già iniziata “soluzione finale”, lo sterminio degli ebrei per cancellare ogni loro traccia dalla faccia della terra … leggi tutto
Il 16 ottobre 1943 cade l’anniversario della retata degli ebrei di Roma.
1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, furono radunate dalle truppe tedesche della Gestapo tra le ore 05:30 e le ore 14:00 di sabato 16 ottobre 1943 (da cui il ricordo di questo giorno come Sabato nero), principalmente in via del Portico d’Ottavia e nelle strade adiacenti ma anche in altre differenti zone della città di Roma. In 1 023 furono deportati direttamente al campo di sterminio di Auschwitz. Soltanto 16 di loro sopravvissero (15 uomini e una donna, Settimia Spizzichino morta nel 2000).
Alla vigilia dell’anniversario della grande “razzia”, il Memoriale della Shoah organizza visite guidate speciali presso il Memoriale, che avranno un focus speciale sulla deportazione ebraica da Roma e sull’occupazione nazifascista a Roma, per conoscere e comprendere meglio una delle pagine buie della storia italiana.
Sempre in memoria del 16 ottobre, giovedì 15 ottobre durante tutto l’orario di apertura (09.30 – 19.30) verrà proiettato “La razzia” film documentario del regista Ruggero Gabbai, che i visitatori potranno scegliere di vedere durante, prima o dopo la visita … leggi tutto
I dati emersi dal Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione a cura della Fondazione Leone Moressa dice che la ricchezza prodotta dagli immigrati vale il 9,5% del Pil (147 miliardi di euro).
Una delle argomentazioni farlocche utilizzate dal duo Meloni&Salvini per conquistare consensi elettorali sulla pelle dei migranti è che gravano sulle casse dello Stato, e tolgono soldi agli italiani. I due sodali, e i loro troll al seguito, evidentemente non sanno fare di conto o, come è più probabile, fanno finta di non sapere. E allora proviamo a rinfrescargli la memoria.
Tasse e contributi dei lavoratori stranieri valgono 18 miliardi. Ed hanno un basso impatto sulla spesa pubblica: un saldo costi/benefici +500 milioni. Mentre dalla “sanatoria” 2020 arriverà un gettito potenziale di 360 milioni annui.
Inoltre la ricchezza prodotta dagli immigrati vale il 9,5% del Pil (147 miliardi di euro). Sono questo i dati emersi dal decimo Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione a cura della Fondazione Leone Moressa, presentato nei giorni scorsi a Roma.
Nell’ultimo decennio l’immigrazione è diventata uno dei temi centrali dell’agenda politica. In realtà, dal 2011 l’Italia ha di fatto chiuso la porta agli immigrati extra-comunitari in cerca di lavoro, che per entrare in Italia hanno potuto usare solo i ricongiungimenti familiari o le richieste d’asilo.
Gli occupati stranieri oggi producono il 9,5% del Pil italiano, ma il potenziale è frenato da lavoro nero e presenza irregolare.
Questi alcuni degli elementi chiave
Stranieri in aumento, ma ingressi per lavoro in calo.
Dal 2010 ad oggi gli stranieri residenti in Italia sono passati da 3,65 a 5,26 milioni (+44%), arrivando a rappresentare l’8,7% della popolazione (e superando il 10% in molte Regioni). Tuttavia, i nuovi Permessi di Soggiorno sono complessivamente diminuiti del 70%, a causa di una riduzione drastica di quelli per Lavoro (-97%): gli stranieri (extra-comunitari) oggi arrivano soprattutto per ricongiungimento familiare o motivi umanitari.
Lavoratori stranieri e impatto sul Pil.
Oggi gli occupati stranieri in Italia sono 2,5 milioni e negli ultimi dieci anni sono aumentati di 600 mila unità (+31% dal 2010). È un’occupazione concentrata prevalentemente nelle professioni meno qualificate, pertanto al momento è complementare rispetto all’occupazione italiana. I lavoratori stranieri sono prevalentemente uomini (56,3%) e 7 su 10 hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni. Oltre la metà ha come titolo di studio la licenza media, mentre solo il 12% è laureato. Il Valore Aggiunto generato dai lavoratori stranieri è pari a 146,7 miliardi di euro, pari 9,5% del PIL. Valore ridimensionato da presenza irregolare, lavoro nero e poca mobilità sociale … leggi tutto
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di Andrea Laffranchi
La leggenda americana presenta il nuovo album «Letter to you»: « Torno alle mie radici ed evoco gli anni della giovinezza anche nel dolore. Il Presidente? Perderà»
È un viaggio personale quello che affronta di Bruce Sprinsgteen in «Letter to You», il suo nuovo album. L’embrione del disco (esce il 23), il momento rivelatore, è stata la visita fatta nell’estate del 2018 a un amico malato. Si trattava di George Theiss, leader dei Castiles, la prima vera band di Bruce nella seconda metà degli anni Sessanta.
«È morto pochi giorni dopo e questo mi ha reso l’ultimo membro in vita della mia prima band. Ho iniziato a scrivere con quel background, la prima canzone è stata proprio “Last Man Standing”, l’ultimo rimasto.
Ci sono riferimenti a cose di quando avevo 14 anni ma anche di oggi», racconta Bruce in collegamento Zoom fra gli apparecchi e gli strumenti del suo studio di registrazione. Giubbino in pelle nera, t-shirt con scollo a «v», chiude gli occhi quando parla, come a cercare la concentrazione giusta per dare peso a ogni parola … leggi tutto
Bruce Springsteen e la canzone per Floyd: «Dura 8 minuti, il tempo della sua morte»