America, conflitti insanabili (doppiozero.com)

di Alessandro Carrera

So che molte delle mie storie americane 
cominciano con “Tempo fa avevo uno studente che…”. 

Vent’anni fa, quando abitavo a New York, non conoscevo solo studenti, ma ora più meno è così. Non appartengo a chiese o a circoli del tiro a segno, e insegno in un dipartimento di lingue straniere dove la maggior parte dei miei colleghi sono come me, venuti da altrove.

I miei studenti sono la mia principale finestra sull’America. In questi giorni in cui Donald Trump appare contemporaneamente fragilissimo e indistruttibile (perché sta montando una marea contro di lui, e perché pare uscito dal Covid come il Nerone di Petrolini, “più bello e più superbo che pria”) uno in particolare mi viene in mente spesso. Qualche anno fa stavo insegnando un corso sulle idee della modernità e avevo uno studente afroamericano di piccola statura, magro, che entrava in classe sempre con la stessa felpa grigia col cappuccio alzato sulla testa – lo hood che anche visto da lontano mette terrore all’America bianca.

Non parlava mai, si sedeva appoggiato al muro, discosto dagli altri, sembrava volesse sparire. Io cercavo di parlare per tutti, anche per quelli che mi chiedevano se la Rivoluzione Francese fosse venuta prima o dopo le Crociate, ma mi rendevo conto che non riuscivo a parlare per lui. Cose come l’idealismo, il marxismo, il darwinismo e il positivismo erano ostiche per chiunque, ma per lui, me ne rendevo conto, dovevano essere assolutamente irreali, le tipiche menate che si fanno i bianchi. Però era lì anche lui, dopotutto si era iscritto.

Bene, ora lasciatemi parlare un momento di George Floyd e di Breonna Taylor. Le storie le sapete, ma alcuni particolari è bene tenerli in mente. George Floyd è nato nella North Carolina ma è cresciuto nella Third Ward di Houston, il quartiere afroamericano che confina con la mia università, il più povero della città, dove ci sono ventinove chiese e nemmeno una clinica.

Giusto per mettere le cose in chiaro, oltre a essere un giocatore di football, baseball, e un rapper, George Floyd era stato arrestato otto volte per possesso di droga, furto, violazione di domicilio, e aveva scontato quattro anni di carcere, dal 2009 al 2013 … leggi tutto

In Portogallo aumentano le aggressioni razziste (internazionale.it)

di The Guardian

Quest’estate Mamadou Ba, direttore di 
un’organizzazione antirazzista a Lisbona, 
ha ricevuto una lettera. 

“Il nostro obiettivo è uccidere ogni straniero e antifascista. E tu sei fra gli obiettivi”, diceva. Alcune settimane dopo è arrivato un messaggio che gli intimava di andarsene dal Portogallo o la sua famiglia avrebbe dovuto pagarne le conseguenze. Il messaggio era accompagnato dal bossolo di una pallottola.

La vicenda di Ba è solo uno degli episodi di razzismo sempre più frequenti in tutto il Portogallo, che hanno spinto la Rete europea contro il razzismo (Enar) a fare appello per un’ “urgente risposta istituzionale”.

A gennaio di quest’anno una donna nera e sua figlia sono state aggredite perché viaggiavano in autobus senza biglietto. A febbraio due donne brasiliane sono state attaccate dalla polizia fuori da una discoteca capoverdiana e, nello stesso mese, Moussa Marega, un calciatore del Porto nato in Mali, ha abbandonato il campo durante una partita dopo che i tifosi gli hanno rivolto insulti razzisti.

La più grave di queste aggressioni ha avuto luogo un sabato pomeriggio di luglio quando un attore nero, Bruno Candé, è stato ucciso con sei colpi alla schiena, in quello che l’Enar ha definito “un crimine di natura esplicitamente razzista”. “Negli ultimi mesi c’è stata una preoccupante crescita delle aggressioni razziste d’estrema destra in Portogallo, il che conferma che i messaggi d’odio stanno alimentando tattiche più aggressive, che prendono di mira i difensori dei diritti umani che appartengono a minoranze razziali”, ha dichiarato l’organizzazione.

Estrema destra in parlamento
Ba, che dirige l’ong Sos Racismo, è d’accordo: “C’è stata un’evidente impennata di violenza: un chiaro risultato della crescita del terrorismo d’estrema destra in Portogallo negli ultimi anni”.

Nel 2019 la commissione portoghese per l’uguaglianza e contro la discriminazione ha ricevuto 436 denunce per casi di razzismo, un aumento del 26 per cento rispetto al 2018 … leggi tutto

Le idiozie sovraniste del leghista: “Più Covid in altri paesi perché sono più sporchi” (globalist.it)

Angelo Ciocca è tristemente noto per aver 
calpestato con la scarpa i documenti 
di Pierre Moscovici. 

Ora rilancia: “Se vai in un ristorante francese la pulizia è diversa rispetto a uno italiano, in linea di massima”.

Le idiozie di un sovranista già noto per le sue sceneggiate e che in un paese serio non dovrebbe mai essere votato per rappresentare l’Italia in Europa ma invece, nonostante sia un personaggio improbabile e politicamente volgare, si aggira ancora tra Bruxelles e Strasburgo a rappresentare l’Italia.

“Voglio lanciare una provocazione: il popolo italiano è uno dei popoli più puliti. E’ la verità, lo dico da deputato europeo. Noi siamo più attenti, più puliti rispetto ad altri Paesi europei” Questa la boutade dell’europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, commentando in tv la maggiore diffusione del Covid in altre nazioni europee.
L’ultima provocazione – Ciocca è intervenuto nella trasmissione “Orario Continuato” su Telelombardia. Il conduttore Marco Oliva ha ripetuto se, dunque, negli altri Paesi europei allora il Covid “è più diffuso perché sono più sporchi”: “No, perché hanno delle attenzioni nettamente diverse rispetto ai cittadini italiani.

Scusate, sicuramente hanno un’attenzione alla pulizia dei locali, della persona diversa dalla persona italiana e quindi c’è un comportamento che li penalizza sul Coronavirus. Questa è la verita’”, ha precisato Ciocca.
“Si rende conto di quello che ha detto?”, ha replicato il giornalista. C’è meno Coronavirus in Italia “perché il comportamento dei cittadini italiani è più ordinato e più pulito. Punto”, ha insistito l’europarlamentare.

“Francesi e spagnoli sono più zozzi?”, ha insistito Oliva. “Eh sì, non so se siete stati in Francia o in Spagna. Se uno entra in un bagno italiano trova un pezzo in più, un sanitario in più (il bidet, ndr). Hanno una cultura dell’ordine e della pulizia diversa da quella italiana che si ripercuote anche nel comportamento. Questo è”, ha sottolineato il leghista. … leggi tutto