Parlare di diversità umana (iltascabile.com)

di

Il Manifesto della diversità e unità umana, contro 
l'errore sociale, scientifico e culturale del razzismo.

Comunicare saperi, stimolare riflessioni e confrontare punti di vista sulla diversità umana è oggi un compito tutt’altro che semplice. Il problema non sta tanto nella profondità delle conoscenze, quanto in ciò che accade nel mondo in cui viviamo.

Le persistenti difficoltà economiche, e i primi effetti della crisi ambientale, hanno da tempo generato rilevanti flussi migratori dai paesi più poveri e politicamente instabili verso le nazioni più ricche, senza che quest’ultime siano riuscite a sviluppare politiche efficaci per l’integrazione. Questa situazione si inserisce in un quadro globale di forte crescita delle disparità economiche, a causa della quale strati crescenti della popolazione, anche nel mondo occidentale, si trovano in situazione di disagio economico se non di povertà.

Insieme, questi fattori hanno creato un terreno di crescita ideale per la diffusione, in Italia e altrove, di atteggiamenti, ideologie e forme politiche che identificano strumentalmente nei migranti la causa principale dei molti problemi irrisolti sul piano sociale ed economico … leggi tutto

[Rompere il ricatto] Introduzione + Intervista a Francoise Verges sul Femminismo decoloniale (infoaut.org)

Nel panorama del dibattito attuale sul salario minimo 
europeo, tra tentativi italici di accenni alla 
redistribuzione attraverso il dispositivo del 
reddito di cittadinanza, 

la riflessione su che cosa significhi oggi la nuova forma dell’operaietà che possa tener conto della totale integrazione e messa a valore dal e per il capitale di ogni forza messa a lavoro, che sia nell’ambito del lavoro salariato o del lavoro non pagato, alle prestazioni in nero, alla funzione dell’assistenza e della cura in un sistema in cui la riproduzione sociale viene sostenuta dai soggetti nella loro singola valorizzazione, non si può non tener conto delle variabili di genere e di razza … leggi tutto

Le differenze genetiche tra le popolazioni sono tutte da ignorare? (indiscreto.org)

di David Reich

Ha ragione chi teme che le scoperte genetiche sulle differenze tra le popolazioni possano essere usate – male – per giustificare il razzismo, ma non bisogna neanche negare l’esistenza di differenze biologiche tra le popolazioni

Ho una grande simpatia per quanti temono che le scoperte genetiche sulle differenze tra le popolazioni possano essere usate – male – per giustificare il razzismo. Però, proprio per questa simpatia, temo che le persone che negano la possibile esistenza di concrete differenze biologiche tra popolazioni per tutta una serie di caratteristiche si stiano ponendo in una posizione indifendibile, che non sopravviverà all’attacco della scienza.

Nell’ultimo paio di decenni la maggior parte degli esperti di genetica delle popolazioni ha fatto il possibile per evitare di contraddire l’ortodossia … leggi tutto

Luca Traini ha commesso un attentato, smettete di chiamarla vendetta (valigiablu.it)

di Matteo Pascoletti

All’indomani dell’attentato di Macerata, su Valigia Blu abbiamo parlato apertamente di atto terroristico, invitando a fare altrettanto.

Perché consapevoli che azioni di questo tipo sono facilmente derubricate a «isolati gesti di un folle», o sono attribuite a fantomatici «lupi solitari» sbucati fuori dal nulla, senza alcun background politico. Successe persino ai tempi degli attentati del 2011 in Norvegia: Vittorio Feltri sul Giornale pensò bene di domandarsi perché i giovani non si erano ribellati al solitario Anders Breivik; Marcello Veneziani, sulla stessa testata, parlò di un malato di mente.

In ciò entrambi applicavano uno schema che, negli anni, di strage suprematista in strage suprematista abbiamo imparato a riconoscere, e non soltanto in Italia: quando a sparare è un maschio bianco, si tende a parlarne in termini di malattia mentale, e non di azione lucida e premeditata. Donald Trump, nel primo comizio dopo le stragi di El Paso e Daytona, ha puntato il dito contro il «problema della malattia mentale»leggi tutto

Migranti. Il nuovo governo cessi con il linguaggio dell’odio. E lo facciano anche i media (articolo21.org)

di Roberto Natale

Sacrosanto l’appello promosso dall’Associazione Carta di Roma e rivolto al governo che si sta formando perché adotti e promuova un linguaggio istituzionale non più violento sul tema delicatissimo delle migrazioni.

Lo ripetiamo ancora una volta: nessuno chiede che i problemi esistenti in materia di accoglienza e integrazione vadano edulcorati. Ma non è più tollerabile che, all’opposto, le criticità vengano strumentalmente esacerbate ai fini del consenso politico-elettorale, dipingendo la realtà italiana a tinte così fosche da alimentare un odio diffuso: tanto diffuso da allarmare gli organismi internazionali di monitoraggio (come ci ha ricordato Daniela De Robert citando il recente Rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani).

Le responsabilità di una certa politica sono sotto gli occhi di tutti. Ma non avrebbero prodotto conseguenze tanto devastanti se non avessero trovato e trovassero sostegno, alimento e rilancio – oltre che nel mondo dei social –  anche in una parte dell’informazione professionale, che non solo ha fatto e fa volentieri da cassa di risonanza, ma ci mette del suo. Se serve un esempio, prendo un titolo comparso ieri sulla prima pagina de La Verità: “Il frutto dell’invasione/ Muore italiano: lavorava come schiavo nei campi” … leggi tutto