Nove ore per una farsa. L’iniziativa di consultare i propri iscritti da parte del Movimento 5 Stelle e il fallimento della credibilità.
La sgangherata ed ennesima iniziativa della ditta privata, e simulata come prova di democrazia diretta, questa volta ha una caratteristica in più e molto grave: l’insulto palese delle regole istituzionali.
Basterebbe infatti ricordarsi anche dell’obbligo, da parte dei loro eletti, di firmare un contratto di fedeltà, peraltro perfettamente impugnabile, e dimenticando inoltre che la nostra Carta non prevede il vincolo di mandato (aspetto politico nato dopo l’esperienza fascista), oltre alla tassatività di “versare” mensilmente 300€ alla piattaforma Casaleggio (aspetto molto profit, altroché come dall’SrL dichiarato dell’essere senza fine di lucro…).
Proviamo a capire meglio. Che un partito – soggetto giuridico che non è invece il Movimento sputando quindi sulla trasparenza – consulti i propri tesserati o iscritti è ovviamente una prova di serietà per forze politiche che vogliano testare gli umori delle proprie basi. Normalmente si procede, pur con metodi diversi, valutando le opinioni quando o si voglia fare una proposta politica innovativa o quando si debba decidere un percorso di nuove alleanze. Stesso dicasi per la scelta dei propri rappresentanti ai vertici delle stesse organizzazioni.
Questo naturalmente accade quando si hanno ben presenti i paletti dettati appunto dalla nostra Costituzione e dunque se ne rispettino almeno due dei principali riferimenti: Leggi tutto “E l’Italia Russò (diario.world)”