Mazzucato: ‘Se non cambiamo il capitalismo ci sarà l’avanzata di un nuovo fascismo cavalcato dai Salvini e dai Trump’ (businessinsider.com)

di Gea Scancarello

Spendere, ma per fare il bene pubblico. Creando valore, e non sottraendolo alla collettività. Guardando al lungo periodo, e non all’immediato: perché gli strumenti per ripensare l’economia sono gli stessi capaci di produrre inclusività, giustizia sociale, attenzione alla diversità. In altre parole, una società migliore.

Mariana Mazzucato, economista, docente di Innovation and Public Value all’University College di Londra e direttrice dell’Institute for Innovation and Public Purpose https://marianamazzucato.com da tempo racconta l’esigenza di un cambio di paradigma nei modelli economici dominanti, a partire da una consapevolezza: se non si cambia rotta il rischio molto concreto è quello di una nuova ondata di fascismo, perché gli effetti di scelte economiche sbagliate si misurano non solo sul Prodotto interno lordo, ma soprattutto sulla società … leggi tutto

Come la multinazionale Monsanto ha preso di mira e screditato giornalisti e attivisti (valigiablu.it)

di Roberta Aiello

Un vero e proprio “centro di intelligence” per monitorare e screditare giornalisti e attivisti organizzato dalla Monsanto, la multinazionale statunitense di biotecnologie agrarie, acquistata lo scorso anno dalla società farmaceutica tedesca Bayer.

Questo è quanto emerso dalla lettura di documenti di comunicazione interna consultati dal Guardian, per la maggior parte risalenti a un periodo che va dal 2015 al 2017, depositati in Tribunale nell’ambito di una battaglia giudiziaria in corso sui rischi per la salute causati dal diserbante Roundup prodotto dall’azienda.

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Il sistema, gestito all’interno dell’impresa, serviva a raccogliere informazioni su chiunque denunciasse i tragici effetti derivanti dall’uso di glifosato e su quanti si schierassero contro le attività della Monsanto, per organizzare successivamente delle azioni di contrasto diffamatorie … leggi tutto

Quelli cinesi in Africa non sono aiuti allo sviluppo. È colonialismo (agi.it)

di Angelo Ferrari

Fondo monetario internazionale (Fmi) e Banca Mondiale si preoccupano del fatto che i prestiti cinesi aumentano il debito africano, che negli ultimi cinque anni è raddoppiato

I Paesi africani contraggono debiti con Pechino che poi non riescono a ripagare. Tra Cina e Africa si è instaurata una relazione squilibrata che genera effetti perversi. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) e la Banca Mondiale si preoccupano del fatto che i prestiti cinesi aumentano il debito africano, che negli ultimi cinque anni è raddoppiato – con il rischio che diventi insostenibile – e che Pechino detiene per il 14%.

Gli effetti sono perversi ed è dimostrato dalla decisone del Fmi di varare un piano di salvataggio del valore di 450 milioni di dollari a favore della Repubblica del Congo … leggi tutto

Tony Elumelu Foundation: lo sviluppo dell’Africa nelle mani dei giovani imprenditori (euronews.com)

di

Un potenziale notevole, ma inespresso

Giovani imprenditori africani crescono.

Ma per crescere, e svilupparsi davvero, debbono considerare non solo i finanziamenti pubblici, ma soprattutto gli investimenti privati – anche di imprenditori associati – come la chiave per aprire il potenziale economico dell’Africa a tutto il mondo … leggi tutto

L’economia dello zero gialloverde (lavoce.info)

di Francesco Daveri

Zero a 360 gradi: questo secondo l’Istat è il risultato di crescita dell’economia italiana nel secondo trimestre. Con poche speranze di trasformare nel resto dell’anno lo zero spaccato in qualcosa di diverso dallo zero virgola.

Ti giri e ti volti, sempre zero è

Per una volta i dati sulla crescita preliminare del Pil del secondo trimestre 2019 non si prestano a manipolazioni. Comunque li si guardi, dicono la stessa cosa: la crescita misurata è zero a 360 gradi, rispetto al trimestre precedente ma anche rispetto a un anno fa (confrontando il secondo trimestre 2019 con lo stesso trimestre del 2018).

Zero è anche la crescita della domanda interna (consumi delle famiglie, investimenti aziendali e spesa delle pubbliche amministrazioni) così come della domanda estera netta (cioè delle esportazioni al netto delle importazioni). E a zero secondo l’Istat è anche la cosiddetta crescita acquisita, cioè la crescita che si otterrebbe in tutto il 2019 se nel terzo e quarto trimestre 2019 la crescita trimestrale fosse pari a zero … leggi tutto

Quota 100, quando la semplicità batte la convenienza (lavoce.info)

di Carlo Mazzaferro

Se calcolata sull’orizzonte di vita residuo del pensionato, quota 100 è sempre conveniente per il lavoratore. Eppure alla fine dell’anno le richieste potrebbero essere meno del previsto. Perché le persone decidono in base a regole più semplici.

Una buona notizia per le casse dello stato

I dati di giugno sul monitoraggio delle adesioni a quota 100 lasciano supporre che a fine anno il numero dei “quotisti” risulterà minore di quanto preventivato dall’esecutivo. Finora, infatti, le domande presentate sono poco più di 150 mila e circa il 15 per cento è stato respinto.

Se i flussi continueranno su questa linea anche nei prossimi mesi, a fine 2019 avremo una buona notizia per i conti pubblici, accompagnata dalla scoperta che la voglia di uscire dal mercato del lavoro da parte dei soggetti più anziani, o almeno di quelli che rientrano in questa specifica platea, potrebbe essere meno forte di quanto sostenuto da molti … leggi tutto

Sconfiggere l’evasione fiscale si può. Anche in Italia (lavoce.info)

di Vincenzo Visco

l problema del contrasto all’evasione fiscale italiana è sempre stato politico, non tecnico. Ma l’evoluzione tecnologica consente già oggi il controllo puntuale del comportamento dei singoli contribuenti. Resta il rammarico per il tempo perso.

Una questione politica

Lo scetticismo sulla possibilità di ridurre in tempi brevi e in modo rilevante l’evasione fiscale in Italia è molto diffuso e radicato. Ma si tratta di un pregiudizio infondato, smentito tra l’altro da alcune esperienze di governo stranamente dimenticate. E in verità il problema non è mai stato tecnico, bensì politico: contrastare in modo esplicito un’evasione di massa come quella italiana può costare milioni di voti.

Alla base del pregiudizio si possono però individuare anche altre convinzioni consolidate, e in particolare che un sistema economico fragile come quello italiano, con le sue piccole e micro-imprese, non sarebbe in grado di sostenere i livelli di pressione fiscale necessari a finanziare un sistema di welfare moderno. E, quindi, l’evasione sarebbe un male inevitabile se non necessario. A ben vedere, si tratta della stessa convinzione che ha fatto sì che negli ultimi trent’anni il nostro paese accumulasse un debito pubblico stratosferico senza che si riuscisse, e in alcuni casi neanche si provasse, a sistemare i conti una volta per tutte … leggi tutto