Mattia Santori, la metamorfosi del dem: da Sardina a milite innocuo

di Francesco Specchia

I consigli comunali di una Bologna invasa 
dall’afa e dell’eterna lotta di classe non sono 
consigli comunali come tutti gli altri. 

I consigli comunali della Bologna di fine luglio sono squarci di un’umanità perduta.

Talmente perduta che perdutissimo appare pure il consigliere più rappresentativo, il mitologico Santori Mattia, classe ’87, ex Sardina appena riaffiorata dalla sua salamoia politica, così senza un perché. Santori si è ripresentato alla stampa.

Solito sorrisone e sguardo da giardino dei semplici, ma nuovi capelli, biondi, senza cerchietto a trattenere i ricci e i pensieri, corti e tinti di giallo «in onore del Tour de France», direi abusati da un barbiere impazzito, peraltro perfettamente in pendant con le fresche dichiarazioni del nostro: «Mi faccio le canne da quando avevo 18 anni». Le canne.

Ecco. Il nostro viaggio stendhaliano nel meraviglioso mondo di Mattia, il «delegato del sindaco alle Politiche Giovanili» inizia da qui. Dall’odore dell’erba. Che non è esattamente quella trebbiata di fresco. Immaginate la scena. Sotto Palazzo d’Accursio, sede del Municipio, brulica un’umanità affannosa di turisti in bermuda, di vigili sudati, di artisti di strada che strimpellano Patti Smith sotto l’esausta statua del Nettuno.

Da Piazza Grande sale l’eco del prossimo concerto, e s’arrampica fino alle finestre da cui sventola una bandiera palestinese. Dentro Palazzo D’Accursio, tra soffitti e mozioni affrescate, ecco lo sparuto drappello di consiglieri comunali che si abbandona al question time. Si discute delle solite cose. La cantierizzazione della città causa tram (la nuova linea rossa in costruzione trafigge viale Indipendenza come un dardo nel cuore).

L’allarme nelle carceri della Dozza. I “taxi che non si trovano e la mancanza di dialogo”. E l’aeroporto che non si sa se «fa l’interesse della città o delle compagnie low cost’», come denuncia Detjon Begai, consigliere comunale per il Gruppo Coalizione civica per Bologna. Begai, peraltro, è un tosto barbuto di origine albanese che pare uscito da una poesia di Pasolini; nel tempo libero fa l’anarchico e si tuffa negli scontri contro i poliziotti durante le occupazioni abusive.

I consiglieri in presenza latitano. 17 su 37.

In compenso sfilano timidamente in remoto per contestare e seguire il dibattito. È soltanto al 21° minuto del dibattito che si palesa il consigliere Santori. Per rispondere «presente!» tra la consigliera Quercioli e il consigliere Sassone all’appello della Presidente Manuela Zuntini. Poi Mattia si lascia ingoiare dall’oblio. Percependo, naturalmente, il gettone di presenza.

Santori è, in effetti, un presenzialista silente: se ne avverte l’essenza, ma il suo peso politico resta saldamente ectoplasmatico. «Santori è sicuramente presente in Consiglio, ma ha l’aria di chi passa di lì per caso. Lo si vede a parlare di cannabis e di palestinesi, commenta dati turisti e eventi sportivi non suoi. Si è perfettamente ambientato nello scenario della giunta Lepore incaprettata alla sinistra più radicale. Ed è certo che se c’era qualcosa (non si sa bene cosa) della Sardina di un tempo, be’, quel qualcosa è scomparso da mo’».

A parlare è Francesco Sassone segretario locale di FdI, oppositore mai domo a una giunta sinistrissima che mette lo Ius soli nello statuto comunale (pur senza alcuna operatività giuridica); fissa l’obbligo dei 30 all’ora in ogni angolo d’asfalto; strattona i Pro-life in pubblica manifestazione; e sostiene i centri sociali come il Collettivo Plat «che prima occupano abusivamente gli stabili comunali e, da dentro, si mettono in graduatoria pubblica, fottendosene delle 6000 famiglie in attesa che ne avrebbero diritto».

Ecco, Santori, di tutta questa costruzione ideologica, fa parte delle mura. Ma non è un caso che, nonostante il ragazzo sia stato eletto sull’onda del suo movimento ittico con 2596 preferenze – il più votato del Pd -, l’astuto sindaco Matteo Lepore abbia affidato l’assessorato ai lavori pubblici e il gruppo consiliare del partito a Simone Borsari e Michele Campaniello, diretti concorrenti di Santori, e un tantino più affidabili.

Lepore ha assegnato a Santori la semplice «delega al turismo con il coordinamento della Destinazione Turistica Metropolitana, politiche giovanili, scambi internazionali e grandi eventi sportivi»; che, di fatto, significa non tanto inaugurare impianti e sagre, ma commentare i tagli dei nastri. Compito che, onestamente, Santori, da laureato in Economia e Diritto con tesi su Il fantasma del Tav spaventa le grandi opere italiane, be’ svolge con diligenza.

Infatti lo vedi materializzarsi ora all’inaugurazione di Rocchetta Mattei, ora alla partenza “Ciclovia degli dei”, ora a commentare Coppa Davis e il Tour de France (scalpo giallo compreso). Certo, nell’impeto del neofita, ogni tanto qualche cazzatella gli scappa. Forse più di ogni tanto. Per esempio, Santori, nel denunciare e riprendere il traffico in tilt durante una partita di calcio, è stato beccato a viaggiare in scooter contromano.

Oppure, in pieno conflitto ucraino s’è incaponito sulla condanna pubblica dell’omicidio di due oche ad opera di un cane, divenendo bersaglio di sfottò trasversali (il più bello quello di Osho, “questa cosa finirà davanti al tribunale dell’AIA!”). Santori è riuscito anche a farsi massacrare per avere proposto come punto del suo programma politico la costruzione del “nuovo stadio”. Non lo stadio di calcio.

Lo stadio di frisbee. Forse perché lui è «insegnante di frisbee come strumento educativo», come messo in curriculum. Oppure, sempre sulla scia della canna libera, Santori prima ha insistito sulla «marijuana me la coltivo io a casa», grazie ai semini importati da Amsterdam dalla sorella; e poi ha paragonato la pericolosità della cannabis a quella del pesto alla genovese, facendo democraticamente incazzare sia i genitori preoccupati dal messaggio devastante del loro addetto alle politiche giovanili, sia i produttori di pesto alla genovese.

«Tutto è concesso. Chiunque altro sarebbe stato fuori dal Consiglio. Invece, Santori continua a pubblicizzare la cannabis che produce, a presenziare eventi sportivi che non presenta, a commentare dati turistici che non gli pertengono. Per me lo fa per provocazione, tutto questo è sconvolgente», aggiunge Giulio Venturi, nipote di Marco Biagi collega consigliere comunale in quota Lega.

Della stessa opinione, con tanto di richiesta – disattesa- al sindaco di «prendere le distanze» è l’uomo forte dei meloniani a Bologna, il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami.

Dallo stesso centrosinistra, però, fanno notare che le mirabilie di San tori non passano più inosservate. «Molti sono irritati. Sono sempre più i contrasti interni al Pd contro Santori» dicono gli insider piddini «Filippo Diaco capo delle Acli o Isabella Conti della lista Anche tu Conti candidata in Regione ex sindaco di San Lazzaro non sono fan di San tori né soprattutto della deriva di sinistra estrema che sta prendendo l’amministrazione.

I Verdi ambientalisti, ad esempio, sono inferociti per l’abbattimento degli alberi del parco Don Bosco, la conseguenza delle migliorie del Pnrr agli edifici scolastici». Santori, in quanto Pd è stato più volte contestato dall’ala dei duri e puri che un tempo frequentava.

Oggi ha un reddito imponibile di 30mila euro l’anno; un’immagine fragile che s’adatta all’ambiente; e una faccia che allontana il pensiero di aver tradito l’ideale rivoluzionario sardinesco per un piatto di lenticchie.

Mattia, il milite innocuo…

Bologna 2021-26. Nuova casa per le scuole Besta: scelta intelligente o subalternità ai centri sociali? (bolognatoday.it)

di B.D.R.

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha definito 
"una scelta intelligente" il trasferimento delle 
scuole Besta nel polo dinamico accanto al 
liceo Copernico. 

Tuttavia, questa decisione ha suscitato polemiche da parte del centrodestra

Da parte del sindaco Matteo Lepore la scelta di trovare una nuova “casa” alle scuole Besta all’interno del polo dinamico, accanto al liceo Copernico, viene definita “una scelta intelligente”.

Dall’altra parte c’è chi, come gli esponenti di Fratelli d’Italia Marco Lisei e Marta evangelisti, non esitano a definire il “passo di lato” del Comune come un atto di “subalternità ai centri sociali violenti”.

Lisei: “La sinistra forte con i deboli e debole con i forti”

Durissimo è l’attacco del senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei. “Con la decisione di fermare il cantiere delle Besta il sindaco mette nero su bianco la sua totale subalternità ai centri sociali violenti – denuncia – . Quando erano i cittadini per bene e la politica a criticare il progetto se n’è fregato, poi è arrivata la violenza dei centri sociali, a loro si è piegato. Il perfetto esempio di quanto diciamo da tempo, la sinistra forte con i deboli e debole con i forti oggi sublima questo concetto e ne fa un punto del proprio programma elettorale”. Lo dice

“Da domani – prosegue – chiunque sa a Bologna che se vuole ottenere qualcosa può farlo solo con la violenza. Tra le altre cose, ci domandiamo e domanderemo se tutto ciò non costituisca un danno erariale. Perché spendere soldi e tempo pubblico, tagliare alberi a caso, versare sangue delle forze dell’ordine, per portare avanti un progetto per poi accantonarlo ci pare un danno erariale immenso. E dire che sarebbe bastato ascoltare il centrodestra, ma l’arroganza di Lepore oggi tutti sanno che ha solo un freno, la violenza dei centri sociali”.

Evangelisti: “La Regione controlli”

“In linea con il nuovo mantra della sinistra “pur di raccogliere consensi, si fa e dice tutto e il contrario di tutto” adottato sia per la corsa alla presidenza della Regione, vedasi il tema sanità, oggi assistiamo invece alla marcia indietro di Lepore sulle scuole Besta, dando così ragione a chi per avere ragione ha utilizzato solo la violenza, in barba ai percorsi partecipati e ai confronti con i cittadini”, rincara la dose Marta Evangelisti, capogruppo di FdI in Regione Emilia-Romagna.

“Tutto ciò con buona pace degli alberi tagliati, dei soldi spesi per l’impiego delle forze dell’ordine e per i disagi e le accuse sopportati da queste ultime, e molto altro – aggiunge – . E, soprattutto, con buona pace per gli alunni e per le famiglie se dovranno trovare nuove collocazioni agli allievi delle Besta di quelli del Sabin che avranno spazi occupati. Da verificare poi se tutto ciò sarà compatibile con i fondi Pnrr richiesti dal Comune e con la contabilità generale dell’ente. Chiederemo alla Regione ‘dai poteri affievoliti’ e senza presidente di controllare – conclude – sapendo già che non sarà possibile ottenere risposte perché per qualcuno (non per noi) prime dei cittadini c’è sempre la campagna elettorale”.

FI: “Sulle Besta ennesimo dietrofront della giunta”

“Sulle Besta ennesimo dietro front di una giunta che non ne becca una”, dicono Nicola Stanzani, capogruppo FI in consiglio comunale e Lanfranco Massari, segretario FI Bologna. “Si avvicina una nuova campagna elettorale e il Pd a Bologna ha paura di perdere voti a sinistra – aggiungono – . L’ennesimo segno di incapacità e di debolezza della giunta Lepore che ancora una volta si scontra con la realtà senza essere in grado di farci i conti. Quanti soldi, quanti alberi e quanti danni alla città ci costerà l’inadeguatezza e l’ottusità di questa giunta di estrema sinistra?”

Di Benedetto: “Bene cambio di sede, ma messaggio sbagliato”

“Bene la scelta del sindaco Lepore di cambiare la destinazione delle nuove scuole Besta, che non saranno più nel parco Don Bosco. Dall’inizio abbiamo espresso forti perplessità e chiesto se non fosse possibile scegliere un’altra sede: evidentemente lo era”, dice il capogruppo della Lega a Palazzo d’Accursio, Matteo Di Benedetto.

“C’è stata, quindi, dall’inizio, una progettualità sbagliata e poco ragionata da parte dell’amministrazione – aggiunge – che ha dimostrato i suoi limiti e la sua scarsa capacità programmatica. La scelta iniziale non era stata sufficientemente ragionata. Tuttavia, ci preoccupa il messaggio che il Sindaco sta mandando alla città: chiusa violenza, con Lepore, l’ha vinta e può influire sulle politiche della città, mentre chi rispetta le regole no. Chi ha manifestato in maniera ordinata o ha sollevato dubbi seguendo le regole, non è stato minimamente ascoltato. Viceversa, chi ha occupato abusivamente ha avuto la meglio. La stessa cosa che succede con l’emergenza abitativa: chi aspetta il suo turno, spesso vede la sua domanda insoddisfatta, mentre chi occupa abusivamente ha il Sindaco che gli dà una mano e gli trova casa.”

Lepore: “Solo gli stupidi non cambiano idea”

“Io ero interessato al bene di Bologna. Per alcune settimane si discuterà se abbiamo vinto o abbiamo perso. Poi, a settembre i ragazzi andranno a scuola, inaugureremo il polo dinamico e questo è l’importante. Hanno voluto portare la Val di Susa in viale Aldo Moro. Noi ci occupiamo dei residenti e della comunità scolastica delle Besta, che non si meritano il conflitto, che hanno questioni sociali, bisogni educativi. Ho fallito? Abbiamo così tante sfide, se dovessi considerare tutti i passi di lato dei fallimenti, finirei qui”, è la spiegazione del sindaco Lepore.

“L’obiettivo politico era fare una nuova scuola e tenere unita la città. Lo abbiamo fatto, non mi pare una sconfitta politica”, aggiunge il sindaco.

Quanto alla decisione di spostare la scuola media Besta nel polo dinamico “la scelta arriva adesso perché si sono create le condizioni – spiega Lepore –  Credevamo nel progetto Quadrifoglio, ma solo gli stupidi non cambiamo mai idea. Il sindaco non deve costringere una città, pur di dimostrare di avere ragione, a vedere scene che si sono viste altrove. Non è razionale pensare di procedere con uno sgombero di quel tipo. Abbiamo il pieno sostegno del questore e del prefetto. Bologna non ha bisogno della polizia e della forza per fare una scuola”.

Il Pd fa quadrato attorno alla scelta del sindaco
“Il compito di una buona amministrazione, è quello di affrontare e risolvere i problemi dei cittadini. Avevamo promesso una nuova scuola di grande qualità ai ragazzi e alle famiglie una nuova scuola media. L’obiettivo è raggiunto”. Il Pd di Bologna fa quadrato attorno al Comune, che oggi chiude un anno di tensioni e scontri sulle nuove scuole Besta al parco Don Bosco, rinunciando al progetto del nuovo edificio e spostando i ragazzi al Polo dinamico.
“La soluzione prospettata questa mattina dal sindaco e dall’amministrazione comunale, di utilizzare il nuovo polo dinamico in costruzione a fianco dell’area Besta e di costruire una nuova sede del Sabin a fianco alla attuale sede, serve anche ad abbassare i toni di scontro in città”, riconosce il segretario cittadino, Enrico Di Stasi, presente alla conferenza stampa del sindaco di questa mattina.
“Diversi soggetti politici e sigle organizzate si sono mosse in questi mesi e anche in questi ultimi giorni per strumentalizzare e fermare questo cantiere di un’opera pubblica, in questo caso di una scuola. È uno scontro politico e credo che gli alberi c’entrino poco”, sottolinea Di Stasi. “La soluzione di uno sgombero con l’uso della forza pubblica, oltre che di difficile realizzazione come dimostrano i precedenti, sarebbe stato di forte impatto per la città. La nostra città si merita altro che la riproposizione di dinamiche di scontro organizzate, da alcuni esperti del genere”, rimarca.
“Poter avere da subito una scuola per i ragazzi del quartiere ed averlo fatto senza arrivare allo scontro, essere usciti da questa situazione di stallo con delle proposte, al Pd di Bologna pare una soluzione intelligente. Saremo a fianco del sindaco, dell’amministrazione e dei cittadini nel supportare le scelte”, conclude Di Stasi.
Coalizione civica: soluzione che garantisce didattica, verde e evita prove di forza
Coalizione Civica parla di “una nuova scuola, sostenibile, efficiente, già pronta e che salva il bosco. Sembrava impossibile ottenere tutto, ma ci abbiamo lavorato e creduto” si legge in una nota  diffusa dal movimento che “ha sempre creduto che l’amministrazione dovesse trovare una soluzione che non trascurasse né le esigenze di una scuola bella e nuova, uno spazio pubblico e un servizio necessario, né le preoccupazioni per la qualità ambientale e del verde nel quartiere: elementi che, invece, sono entrati in conflitto. Un conflitto che non avrebbe mai potuto risolversi a manganellate”.
“L’intelligenza collettiva è sempre superiore a quella individuale o di parte – aggiunge Coalizione Civica – . È per questo che la soluzione individuata per le scuole Besta risponde a più esigenze collettive e non solo a quelle di parte. Crediamo che oggi si sia scritta una pagina di politica fuori dall’ordinario, volta al bene comune, capace di riflettere, capire, interrogarsi, assumere scelte importanti guardando alla collettività e non guardandosi allo specchio. La città, con tutte le sue contraddizioni e sfaccettature, chiedeva una soluzione politica nel senso più alto che evoca. Oggi la soluzione c’è e non prevede l’uso della forza pubblica ed evita che le alunne e gli alunni siano messi in moduli provvisori e inadatti o costretti ad andare a scuola in un clima conflittuale attorno ai cantieri per diversi anni”.
“Ringraziamo il sindaco Matteo Lepore, la vicesindaca, Emily Clancy – conclude la nota –  l’amministrazione e tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, che deve rappresentare un punto di svolta per la nostra capacità di mettere in campo politiche ambientali, sviluppo della scuola pubblica, cura delle relazioni, partecipazione reale, rispetto del territorio”.
Verdi: “Soluzione va nella direzione da noi indicata”
“La soluzione annunciata oggi dal sindaco Matteo Lepore va nella direzione che noi Verdi invochiamo da tempo. Abbiamo iniziato nel luglio 2023 a segnalare le criticità del progetto della nuova scuola media Besta nel parco Don Bosco”, osservano Danny Labriola, portavoce Europa Verde-Verdi Bologna, e Silvia Zamboni, consigliera regionale Europa Verde-Verdi

“Abbiamo incontrato il sindaco nell’agosto 2023 e siamo intervenuti diverse volte in consiglio comunale, ma la giunta non ha mai voluto rinunciare al progetto Quattrofoglie  – proseguono – che prevedeva la costruzione di un nuovo plesso scolastico nel parco, con il conseguente sacrificio di decine di alberi ad alto fusto. Oggi la retromarcia del sindaco rappresenta la vittoria di un vastissimo movimento civico e ambientalista, che ha oltrepassato i confini cittadini e che abbiamo contribuito a far nascere un anno fa.  Oggi si dà finalmente risposta a migliaia di cittadini e residenti che in questi mesi hanno presidiato il parco in modo pacifico per rivendicare il loro diritto alla salute”.

“Il sindaco Lepore dichiara di aver fatto degli errori in questa vicenda e che dagli errori si impara – concludono – . Ci auguriamo che sia l’occasione per comprendere l’importanza dell’ascolto e della vera partecipazione, soprattutto quando le amministrazioni propongono progetti che impattano sull’ambiente e sulla qualità di vita delle persone”.

«Traditi dalla giunta Lepore». Nasce il «cartello» dei comitati che unisce destra e sinistra (corriere.it)

Nel manifesto proposte su mobilità, sicurezza, 
commercio, verde

Comitati e cittadini uniti a tutela dei beni comuni e contro l’arroganza e la violenza.

S’intitola così il manifesto di protesta verso le politiche di Palazzo d’Accursio e le modalità di partecipazione «blande e insufficienti» ai progetti, attuate dall’amministrazione.

La grande novità di questo «cartello» (che non comprende tutto l’ampissimo ventaglio di comitati cittadini, ma che è pronto ad accogliere nuove adesioni) è la presenza di realtà legate sia alla sinistra, nelle sue diverse componenti, sia alla destra, alle prese con un’opposizione consigliare risicata e poco efficace. Un manifesto, quindi, che va oltre le coloriture politiche.

«Questo è quello che ha prodotto la politica del sindaco», dice Andrea De Pasquale, fra i principali coordinatori del manifesto e forte di un doppio sguardo visto il suo passato nei Quartieri con incarichi pubblici, nell’urbanistica e nella mobilità.

Immediato arriva l’endorsement dell’ex candidato sindaco e presidente di Bologna ci piace (uno dei comitati del Manifesto), Fabio Battistini: «Vedo così realizzato il primo passo di un progetto che mi vede coinvolto anche come ideatore: unire, fuori e oltre gli steccati dei partiti che rappresentano l’opposizione, tutte le aree di disagio dei cittadini che non si riconoscono in questa amministrazione».

Al momento i comitati riuniti (mancano ad esempio quelli assai numerosi della zona universitaria) sono Associazione Percorsi, Associazione ViviAmo Bologna, la stessa Bologna ci piace, Bologna Vuole Vivere, il comitato Bertalia-Lazzaretto, Besta-Parco Don Bosco, Bologna l’aeroporto incompatibile, No Palazzoni Due Madonne, Non rivogliamo il tram a Bologna, Palasport, Parco Acerbi-Nido Cavazzoni, Residenti Santa Viola, Tutela Alberi Bologna e provincia, Viale Oriani, gruppo civico abolizione Bologna 30, Una Bologna Che Cambia.

Una bufera di voci, una valanga di temi, un concentrato di forti insoddisfazioni.

Il sunto del manifesto è ‘concentrato in 18 pagine assai dettagliate suddivise in 6 temi principali che nella loro esplicazione politica e pratica sarebbero stati traditi e non correttamente attuati dalla giunta Lepore.

Eccoli sotto il titolo «cosa vogliamo»: tutelare il verde urbano, patrimonio pubblico maltrattato; difendere la salute, minacciata da inquinamento e rumore; rivedere l’uso degli spazi pubblici, con meno privilegi e più equità; rendere la mobilità davvero sostenibile; tutelare il commercio di vicinato per una città abitabile (non solo visitabile); opporsi all’arroganza che diventa violenza.

Un punto, quest’ultimo, con fortissime critiche verso il sindaco ritenuto responsabile delle «manganellate» ricevute dai cittadini attivisti che si battono nelle diverse aree della città (il caso Besta è ovviamente in primo piano). «In questo modo l’amministrazione fa una scelta grave, di cui dovrà rispondere, in futuro», si legge nel manifesto dove si sottolinea «la scelta di negarsi all’ascolto e alla partecipazione vera, autentica, non pilotata, e di difendere le proprie decisioni politiche con i manganelli piuttosto che con gli argomenti e ancora la scelta di reprimere con la violenza le espressioni di dissenso, e di denigrare i manifestanti dipingendoli come estremisti, talvolta fascisti, talvolta antagonisti e anarchici».

Riguardo alla composizione e alle modalità di «lotta» del «cartello» tutto è in divenire. Intanto alle scuole Besta ci sarà un’assemblea dei comitati della zona aperta a tutti gli altri (bolognesi e non).