L’angolo fascista
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di Olivio Romanini
Giovane e la più votata, un passato nei movimenti
BOLOGNA Di lotta e di governo.
Sabato scorso in piazza con i collettivi che hanno cercato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine anche se naturalmente a giusta distanza dagli scontri e ieri tra i banchi del Consiglio comunale di Bologna al suo posto a spiegare perché non prende neanche in considerazione l’ipotesi delle dimissioni chieste dall’opposizione.
In questi giorni in cui Bologna è tornata al centro dei riflettori i fari si sono accesi soprattutto su Emily Marion Clancy, la vicesindaca di Matteo Lepore: italo canadese, la più giovane eletta nel 2016 quando aveva solo 25 anni e la più votata nel 2021, un risultato che le ha spalancato le porte della giunta. Fa parte di Coalizione civica, una formazione che sta alla sinistra del sindaco e del Pd e che ha una lunga storia di rapporti con collettivi, centri sociali e movimenti sotto le Due Torri.
Il sindaco fedele al motto «Pas d’ennemis à gauche» ha chiesto alla sua ala sinistra una prova di responsabilità e di governo dopo anni, soprattutto nell’era Cofferati, passati liberi e felici all’opposizione e Clancy rappresenta la figura simbolo di questo innesto non sempre facile. Il governo della città ha le sue fatiche quotidiane, il movimentismo si concede altre libertà e altri spazi.
E Clancy prova a dimenarsi tra i due mondi e anche se più volte è stata contestata dalla sua base sociale, ha imparato l’arte del compromesso. Studi al liceo Minghetti, laurea in Giurisprudenza tra Bologna e il King’s College di Londra, ha passato la gioventù a fare la dj per Radio Città del Capo, storica emittente bolognese ma anche in club e locali cittadini.
E poi è arrivata l’attrazione per la politica, negli anni di Nichi Vendola. È cresciuta con le tre «B», Bowie, Beach Boys, Beatles ma quei tempi sono lontani e ora, impegnata in politica e da due giorni al centro delle polemiche, deve sentire una musica diversa.
Ieri è dovuto intervenire il sindaco Lepore a difenderla: «La vicesindaca ha tutto il mio sostegno. Giustamente i consiglieri comunali, come la giunta, frequentano la città per controllare e vedere quello che succede. Non ha commesso reati, non ha fatto nulla».
Se il sindaco l’ha buttata un po’ in tribuna (Coalizione civica ha partecipato alla contro-manifestazione anche con i consiglieri comunali e lei era lì per ragioni politiche) la risposta di Clancy in consiglio comunale è stata invece un esempio perfetto di equilibrio politico, una risposta democristiana, si sarebbe detto un tempo.
«Ero in piazza sia la mattina che il pomeriggio perché la presenza delle istituzioni in queste occasioni non è una semplice formalità, è un dovere democratico».
Di lotta e di governo, appunto.
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