Una cartolina idiota, dispendiosa e discriminatoria (diario.world)

 di Gregorio Dimonopoli

BOLOGNA - Ecco l'ennesima pensata di un discutibile 
assessore all'in-cultura. Porta la beffa anche 
alle porte del nuovo anno.

Mentre il messaggio comunale alla cittadinanza posto nel retro della cartolina è condivisibile, il fronte disegnato fa tutt’altro che ridere.

Sono tempi troppo complessi per i quali ci voleva ben altro livello di ironia per sottolinearli e disegnarli. Anzi, e ancora peggio, il fumetto provoca solo irritazione e non sorriso.

Inoltre trovo assolutamente inspiegabile una spesa (stampare costa) mentre sarebbe stato invece coerente aggiungere quella spesa a supporti socio-sanitari.

Ma vediamo l’aspetto discriminatorio.

L’elenco delle iniziative pensate per l’ultima notte dell’anno sarebbe interessante, pur faticando a crederla pensata dal rappresentante della giunta bolognese, ma con un grave handicap: lasciare fuori dalla fruizione degli eventi la maggioranza della cittadinanza, che non possiede connessione internet e che non potrà certo recarsi anche in un piccolo centro di aggregazione o familiare viste le restrizioni previste dal DPCM.

Cosa costava, per esempio, stabilire una convenzione per trasmettere il tutto tramite un canale televisivo locale e dunque visibile da chiunque. La testa c’è o non c’è, soprattutto se si percepisce solo una realtà virtuale.

L’innominabile di cui sopra, peraltro candidatosi anche alla prossima sindacatura, evidentemente ansioso di visibilità tenta l’ennesima patinatura fenomenologica di un momento che sarà invece intimamente vissuto, inevitabilmente. E forse non gli farebbe male leggere anche qualche statistica sull’età media della popolazione cittadina.

Speriamo in un anno migliore, certo, e possibilmente senza svolazzi farfalloneschi per una Bologna che isoli definitivamente alcuni cialtroni.

Bologna 2021

Bologna, il Pd si prepara al match Aitini-Lepore. La mossa del cavallo della Federazione

di Francesco Rosano (corrieredibologna.corriere.it)

Gualmini si sfila. Il segretario potrebbe riunire 
solo la direzione per delineare le primarie

Primarie per la scelta del candidato sindaco, dove la parte del leone la farà la sfida tra due assessori della giunta Merola: Alberto Aitini e Matteo Lepore. È questo lo scenario che si delinea nel Pd con il ritiro dalle scene dell’europarlamentare Elisabetta Gualmini, che dopo lungo tentennare ha scelto Repubblica per annunciare ciò che molti le avevano consigliato nei mesi scorsi anche pubblicamente: portare a termine l’impegno preso in Europa.

Entro questa settimana, o al massimo all’inizio della prossima, il Pd annuncerà la data (probabilmente gennaio) di convocazione degli organismi del partito che faranno chiarezza sulla via verso le Amministrative 2021. E quella che il segretario Luigi Tosiani starebbe preparando sembra una mossa del cavallo: convocare la direzione, per iniziare a lavorare concretamente alle primarie, e non l’assemblea, terreno dello scontro tra spinte pro e contro i gazebo.

L’incognita

L’incognita di un’equazione ormai scritta è rappresentata dal parlamentare Andrea De Maria. «Sarebbe fondamentale dare un segnale forte di unità e coesione del Pd a Bologna», aveva detto due settimane fa. Da lì non si è mosso e a quello ha lavorato. Uscita di scena la Gualmini, che forse non aveva conquistato davvero il fronte degli anti-Lepore, l’unico nome in grado di creare quella sintesi sarebbe quello di De Maria … leggi tutto

Bologna 2021

Sindaco 2021, Aitini davanti a Lepore nella base Pd (bologna.repubblica.it)

Terminate le consultazioni tra i dirigenti: l’assessore alla cultura convince anche gli iscritti. Terzo Lombardo. “Appello all’unità, altrimenti primarie” dice il segretario Tosiani … leggi tutto

Bologna 2021

Elezioni Comunali nel 2021, la politica che merita Bologna (corrieredibologna)

di Olivio Romanini

Negli anni della giunta Cofferati, l’allora capogruppo dei Ds Claudio Merighi amava ripetere sarcasticamente: «In cinque anni abbiamo solo acceso e spento Sirio», il vigile elettronico che presidia il centro storico. Era il suo modo per dire che erano state deluse le speranze dei bolognesi.

Ora, per dirla con una battuta si potrebbe sostenere che nell’anno nero della pandemia il Comune di Bologna ha solo aperto e chiuso i parchi e qualche volta le piazze. Intendiamoci: Virginio Merola non ha governato male, ha assicurato alla città un lungo periodo di normalità, una normalità persa per tanti anni tra ribaltoni, speranze nazionali deluse, sindaci brevi e commissari, ha onorato la promessa di farsi aiutare e di non soffocare le energie migliori, ha lasciato sviluppare le cose buone e al netto delle difficoltà ha sostanzialmente migliorato la città.

Ma nell’ultimo anno si ha l’impressione che qualcosa sia cambiato: la grande macchina comunale in smart working, il sindaco a fine mandato, gli assessori principali impegnati più nella campagna elettorale del 2021 che sull’agenda amministrativa, alcuni assessori non pervenuti, il consiglio comunale che impatta sulla città come un circolo del burraco con appuntamento fisso al lunedì.

Difficile dire cosa sia successo, forse è mancata una visione dentro il vento della crisi e l’agenda politica è stata dettata dalla Regione, che con la crisi sanitaria ha assunto una nuova centralità politica e amministrativa.

Il Comune

Non era mai successo. Era sempre stato il Comune di Bologna con i suoi cinquemila dipendenti, con la sua guida indiretta di una città metropolitana da un milione di abitanti, con il consiglio comunale, le commissioni, i quartieri a guidare le scelte del capoluogo e a fare da strada per il resto della Regione. La politica e l’amministrazione sono sempre passate da quelle stanze ma nell’ultimo anno qualcosa si è inceppato.

E sarebbe il caso di capirne le ragioni. I tanti candidati sindaci in campo o in panchina, per riempire di contenuti il deprimente dibattito sulla ricerca del front-runner potrebbero ripartire da qui, da questo nervo scoperto, da questo tema rimosso: cosa deve fare il prossimo candidato per ridare centralità a Palazzo d’Accursio e alla città?

Quale città ci inventeremo dopo il Covid? Diversi mesi fa il sindaco e altri dissero che la città doveva ripensare i suoi orari. Qualche giorno fa ha ripetuto che Bologna deve cambiare i suoi orari: nessuno in diversi mesi ha aggiunto come deve cambiarli … leggi tutto