In occasione del 70esimo anniversario della Dichiarazione Schuman (9 maggio), l’atto fondatore della costruzione dell’Unione europea, abbiamo intervistato il presidente dell’omonima fondazione a proposito dello stato di questo processo e delle sue prospettive.
Settanta anni fa, Robert Schuman pronunciava la sua celebre “Dichiarazione”, in seguito considerata l’atto fondatore del processo di integrazione europea. Quali sono oggi le conquiste e i fallimenti, e cosa resta da fare rispetto alle intenzioni originarie?
J-D Giuliani: I risultati ottenuti finora dagli europei superano le speranze più rosee dei Padri fondatori. Lo scopo era quello di ristabilire in modo durevole la pace: nessuno, oggi, si immagina che uno stato membro dell’Unione possa pensare di ricorrere alla violenza per risolvere un conflitto con i suoi vicini. Si trattava di ricostruire l’Europa in rovina: nessuno, all’epoca, avrebbe creduto che si sarebbe rialzata e che sarebbe tornata tra le prime potenze in termini di ricchezza e prosperità.
Si tratta dunque di un immenso successo, ma, allo stesso tempo, è un progetto a cui bisogna lavorare costantemente. Alle soglie dell’Unione politica, gli stati membri esitano a fare il salto, e soprattutto a rivendicarlo pubblicamente. E l’integrazione prosegue spinta della necessità, non da un movimento politico trasparente ed entusiasta … leggi tutto