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Ungheria e Polonia punite dall’Unione Europea per non rispettare lo stato di diritto (euronews.com)

La Corte di giustizia si pronuncia a favore di 
subordinare l'erogazione di denaro contante 
dall'UE al rispetto dello stato di diritto da 
parte di un paese-membro.

L’alta corte ha respinto una domanda di Polonia e Ungheria, secondo cui lo strumento di bilancio superava le competenze dell’UE. Il cosiddetto meccanismo dello Stato di diritto o della condizionalità potrebbe vedere il denaro trattenuto se uno Stato membro non rispetta i valori fondamentali comunitari.

Questi includono democrazia, uguaglianza, rispetto dei diritti umani, discriminazione e giustizia.

“Il rispetto di questi valori non può essere ridotto a un obbligo che uno Stato candidato deve soddisfare per poter aderire all’Unione europea e che potrebbe disattendere dopo l’adesione”, hanno affermato i giudici.

La sentenza, emessa mercoledì mattina, apre la strada alla Commissione europea per applicare per la prima volta il meccanismo e chiedere il congelamento dei fondi Ue, un processo che potrebbe richiedere dai cinque ai nove mesi.

Il nuovo strumento “è stato adottato su una base giuridica adeguata, è compatibile con la procedura di cui all’articolo 7 TUE e rispetta, in particolare, i limiti dei poteri conferiti all’Unione europea e il principio della certezza del diritto”, ha scritto la Corte di giustizia .

In tal modo, la corte ha respinto un tentativo di Ungheria e Polonia – i cui governi sono stati ripetutamente accusati di aver violato i valori fondamentali dell’UE – di screditare il meccanismo, mettere in dubbio la sua validità legale e ritardarne l’esecuzione.

Come è arrivato il caso alla Corte di giustizia?

Budapest e Varsavia hanno avviato un’azione legale contro il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE, i due colegislatori, all’inizio del 2021.

Nel corso del contenzioso, le istituzioni sono state supportate dagli interventi della Commissione Europea, che ha redatto la proposta originaria, nonché di Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia.

La sentenza del Lussemburgo esprime un avallo inequivocabile del meccanismo di condizionalità, senza fare concessioni alle doglianze avanzate da Ungheria e Polonia.

“La sana gestione finanziaria del bilancio dell’Unione e gli interessi finanziari dell’Unione possono essere gravemente compromessi da violazioni dei principi dello Stato di diritto commesse in uno Stato membro”, ha affermato la corte.

Qual è stata la reazione alla sentenza?

Il governo polacco ha affermato che la sentenza è stata “un attacco alla sua sovranità nazionale”, mentre il ministro della Giustizia ungherese Judit Varga l’ha definita “un giudizio motivato politicamente” e “la prova vivente che Bruxelles sta abusando del suo potere”.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha accolto favorevolmente la sentenza e ha affermato che il suo team incorporerà le conclusioni della corte nella propria strategia.

“Ho promesso che nessun caso sarebbe andato perso. E ho mantenuto quella promessa”, ha detto von der Leyen in una nota.

“Laddove le condizioni del regolamento saranno soddisfatte, agiremo con determinazione. I giudizi di oggi confermano che siamo sulla strada giusta” … leggi tutto

Carceri sovraffollate? Ecco la ricetta di FdI: costruirne di più e rispedire indietro migranti (ildubbio.news)

Altro che misure deflattive. 

Fratelli d’Italia presenta un piano di nuova edilizia penitenziaria e propone di far scontare le pene ai detenuti migranti nei loro paesi di origine. «Sono poco avvezzi all’ordine, alla disciplina ed al rispetto della divisa»

Altro che misure deflattive. Per Fratelli d’Italia la soluzione al sovraffollamento carcerario è una soltanto: costruire più carceri. Come? Attraverso un piano di nuova edilizia penitenziaria. A cui si aggiunge un’altra proposta: far scontare ai detenuti immigrati le pene nei propri Paesi d’origine.

Il tutto condito da considerazioni dal sapore “nostalgico”, per così dire. Perché di certo non si può trascurare che i detenuti magrebini sono «persone poco avvezze all’ordine, alla disciplina ed al rispetto della divisa».

Il rapporto presentato al Senato

«L’ascolto continuo è il nostro modo di agire senza rinunciare alle nostre posizioni», spiega il capogruppo alla Camera di Fdi, Francesco Lollobrigida, intervenendo al convegno al Senato “Report carceri”, al quale hanno partecipato anche le più importanti sigle sindacali della Polizia penitenziaria. «La prima – aggiunge – è la certezza della pena, siamo contrari alle pene alternative che rappresentano una elusione delle stesse pene da scontare.

Sul sovraffollamento riteniamo che vadano costruite nuove carceri così come va reclutato nuovo personale quando questo è carente. Abbiamo chiesto di elevare al 5 percento lo stanziamento del Pnrr sulla giustizia dall’1,5 per cento mala nostra richiesta è stata bocciata. Abbiamo presentato una risoluzione per caricare sugli Stati il costo dei detenuti stranieri detenuti in Italia che sono 20mila su un totale di 50mila e che hanno un costo giornaliero di 130 euro al giorno. Non siamo a favore di soluzioni minimali ma per interventi concreti che vadano ad incidere sul sistema carcerario italiano».

Il senatore di Fdi Patrizio La Pietra, estensore del “Report Toscana” sulle carceri, sottolinea come «la visita a tutti gli istituti penitenziari della Toscana aveva l’obiettivo di verificare le condizioni di lavoro di chi opera al suo interno, con particolare attenzione all’attività della polizia penitenziaria, visto che ci si concentra sempre e solo sulle condizioni del detenuto».

«Ci siamo confrontati con direttori e comandanti – dice – e il quadro che ne è emerso è purtroppo drammatico: condizioni di lavoro al limite della sicurezza, anche sanitaria». Ma non è tutto. La Pietra aggiunge che «per i dati riscontrati in Toscana il problema principale non è il sovraffollamento delle strutture, bensì il numero di detenuti stranieri, che rappresenta circa il 65/70% del totale, di cui oltre la metà magrebini e sub sahariani, persone poco avvezze all’ordine, alla disciplina ed al rispetto della divisa».

Altro dato – ha prosegue La Pietra – sono i numeri del personale di polizia effettivo che insieme alla mancanza di ufficiali e sottufficiali crea una disomogeneità di ruoli non giustificabile e alla quale segue, inevitabilmente, una gestione della distribuzione dei ruoli schizofrenica e senza logica. Ovviamente anche lo stato di conservazione delle strutture e il loro stato di abbandono per anni di mancata manutenzione o per difetti strutturali di costruzione crea problematiche, in quanto comporta limiti per la socializzazione oltre che per la sicurezza.

Da questi confronti abbiamo teorizzato dei suggerimenti, quali: la richiesta di body-web per garantire più sicurezza e le modifiche alla forma della libertà anticipata. E ancora, la fornitura di attrezzature, caschi, scudi e sfollagente, perché in quasi tutti gli istituti sono vecchi e non omologati, molti risalenti agli anni novanta e naturalmente in numero esiguo. Adesso non sono più sufficienti le pacche sulle spalle, occorrono azioni concrete.

La sicurezza all’interno delle carceri è fondamentale, e solo la Polizia Penitenziaria può garantirla. Se non ci sono numeri adeguati del personale, strutture idonee e regole certe non si può nemmeno garantire la rieducazione dei detenuti» … leggi tutto

FdI e la “gaffe” nostalgica: «Magrebini poco avvezzi a ordine e disciplina» (ildubbio.news)

di Davide Varì

Le pene alternative? “Un’elusione della pena”. 

Il partito di Giorgia Meloni lancia un nuovo piano per le carceri: costruirne di più. Il tutto condito da alcune considerazioni sui detenuti stranieri degne del manifesto della razza

Le pene alternative? “Un’elusione della pena”. Il sovraffollamento? “Che problema c’è: basta costruire nuove carceri”. E poi la chicca finale sui detenuti stranieri, degna del manifesto della razza: “I magrebini e i sub sahariani sono persone poco avvezze all’ordine, alla disciplina ed al rispetto della divisa”.

Sono solo alcune pillole del report che gli onorevoli di Fratelli d’Italia hanno presentato al Sanato per risolvere, dicono, il problema delle nostre carceri.

Ora, noi potremmo rispondere ricordando per l’ennesima volta che le misure alternative fanno crollare la recidiva a tutto vantaggio dei detenuti, che in questo modo possono provare a rifarsi una vita, ma anche dell’intera società che in questo modo può beneficiare di una persona recuperata e reintegrata.

E poi potremmo ricordare loro che lo svuotacarceri non c’è mai stato. Anzi: ne ha beneficiato un detenuto molto malato che è morto qualche mese dopo.

Insomma, abbiamo una risposta per tutto. Anche per quel riferimento all’indole dei magrebini. Ecco, a chi sostiene che siano poco inclini all’ordine e alla disciplina, possiamo rispondere che in Italia c’è ancora una parte di destra, la parte più nostalgica, poco avvezza alla democrazia e poco rispettosa dei diritti.

A ognuno le sue pene…