Processo Open Arms, la città di Barcellona si costituisce parte civile contro Salvini (euronews.com)

di Pablo Ramiro

Il consiglio comunale di Barcellona si costituirà 
parte civile nell'ambito del processo Open Arms 
contro l'ex ministro dell'interno italiano, 
Matteo Salvini.

La sindaca di Barcellona, Ada Colau, lo ha confermato mercoledì nel corso di una visita alla nave di salvataggio della Ong. Il Comune si presenterà dunque come parte accusante nell’ambito del procedimento in cui Salvini potrebbe dover rispondere di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio.

Siamo ancora nelle fasi dell’udienza preliminare, al via lo scorso 9 gennaio nella città di Palermo.

Salvini potrebbe andare a processo qualora il Gup, Lorenzo Jannelli, dovesse ritenere che l’ex ministro abbia violato le leggi italiane nel negare l’ingresso nel porto di Lampedusa alla nave di salvataggio spagnola Open Arms, con 163 persone a bordo, nell’agosto 2019.

Il giudice ha ammesso al procedimento le accuse di 18 parti civili, tra cui 7 immigrati che viaggiavano sulla barca.

Il Comune di Barcellona, nel 2019, ha siglato un accordo con la ONG, donandole circa mezzo milione di euro (quasi il 35% del totale del progetto), e conferendo all’organizzazione la medaglia d’oro per il merito civico.

L’ambiziosa proposta di Joe Biden sull’immigrazione (internazionale.it)

di Le Monde

Gli ispanici erano rimasti delusi 
dall’ex presidente statunitense 
Barack Obama. 

Oggi confidano nel neoeletto presidente Joe Biden perché realizzi la riforma dell’immigrazione che attendono da più di quindici anni. Poche ore dopo la nomina, Biden ha inviato al congresso un progetto di legge che soddisfa le loro richieste.

Il documento prevede la regolarizzazione in più fasi dei circa undici milioni di immigrati che vivono negli Stati Uniti senza i documenti in regola. Svolgono lavori essenziali per l’economia in questi tempi di pandemia, ma non beneficiano dell’assistenza sanitaria.

Ora tocca al congresso pronunciarsi su quella che si annuncia come la riforma più ambiziosa dal 1986, anno in cui Ronald Reagan regolarizzò lo status di tre milioni di immigrati. Alcuni esponenti del Partito repubblicano hanno già cominciato a parlare di “amnistia”, ricorrendo allo stesso vocabolario che ha mandato all’aria precedenti tentativi di riforma fatti da George W. Bush e da Barack Obama, nel 2013.

Il progetto fa ben sperare i dreamers, i migranti arrivati negli Stati Uniti prima di compiere i sedici anni. Donald Trump aveva cancellato il decreto introdotto da Obama che gli permetteva di restare nel paese, senza spingersi comunque a ordinare la loro deportazione verso paesi che conoscono a malapena. La corte suprema ha bloccato la decisione di Trump a giugno del 2020. Ora Biden ha firmato un decreto che ristabilisce il loro status per quattro anni, il tempo che servirà al congresso per adottare una legge che garantirà ai dreamers la cittadinanza statunitense.

Al contempo i titolari di un permesso di soggiorno temporaneo, haitiani o centroamericani accolti per ragioni umanitarie, vedranno ripristinati i permessi di soggiorno annuali cancellati da Trump, in attesa di ottenere uno status definitivo … leggi tutto