Rapporto ASviS 2018 (asvis.it)

L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Il Rapporto 2018, realizzato grazie agli esperti delle organizzazioni aderenti all’ASviS, rileva che, nonostante il miglioramento osservato in tanti indicatori globali relativi a tematiche economiche e sociali, e le azioni intraprese nella giusta direzione da parte di moltissimi Paesi, di migliaia di imprese e città, non si è ancora determinata quella discontinuità culturale e di scelte strategiche necessaria per raggiungere, entro il 2030, gli Obiettivi sui quali tutti i leader del mondo si sono impegnati

E ciò non è solo dovuto al fatto che al 2030 mancano soltanto 12 anni: infatti, accanto a significativi avanzamenti, ad esempio sul piano degli investimenti nelle energie rinnovabili o della lotta all’uso indiscriminato della plastica, si osservano preoccupanti inversioni di tendenza su temi come la fame e l’insicurezza alimentare, le disuguaglianze, la qualità degli ecosistemi, per non parlare dei danni crescenti dovuti ai cambiamenti climatici e dell’aumento dei flussi migratori dovuti agli eventi atmosferici estremi causati da questi ultimi e dai tanti conflitti in atto in molte aree del mondo … leggi tutto

Scarica il Rapporto (ITA) (EN)
Executive summary (ITA)
Executive summary (EN)

Rdc per gli stranieri? Quasi impossibile ottenerlo (lavoce.info)

Per ottenere il reddito di cittadinanza gli stranieri devono certificare il possesso di alcuni requisiti aggiuntivi. Si tratta però di condizioni molto difficili da accertare, spesso anche nei paesi Ue. Si avrà un’applicazione rigida o equa della norma? di Raffaele Lungarella

Condizioni aggiuntive per gli stranieri

Il decreto legge su reddito di cittadinanza e quota 100 (il n. 4 del 28 gennaio 2019, convertito con legge 28 marzo 2019, n. 26) contiene una norma, aggiunta al testo originario, che restringe le possibilità per gli stranieri di ottenere il sussidio monetario. La sua introduzione è stata accettata dal M5s, ma ad avvantaggiarsi della sua applicazione rigida sarà la Lega, che l’ha voluta come un tassello della sua politica di contrasto dell’immigrazione … leggi tutto

Corte Ue, no a rimpatri rifugiati in Paesi d’origine (ansa.it)

Anche nel caso di revoca o di rifiuto status

BRUXELLES – In base al diritto europeo, un rifugiato in fuga da un Paese in cui rischia la tortura o altri trattamenti inumani vietati dalla Convenzione di Ginevra non può essere rimpatriato o respinto nel sopracitato Paese anche se lo status di rifugiato gli viene negato o revocato dallo Stato ospitante per validi motivi di sicurezza. E’ quanto ha chiarito la Corte di giustizia Ue in una sentenza pubblicata oggi … leggi tutto

Libia (GD 16/04/2019)

Basta con la retorica razzista di una presunta invasione migratoria. Basta con “riflessioni” dimenticando che chi scappa lo fa da una guerra schifosa

Basta inoltre con l’incapacità di malfidati al governo, incapaci di non sapere (fingendo, chiaro) la differenza giuridica tra migranze e profughi da conflitti.

Nel caso accada una richiesta d’aiuto – ripeto il se – oltre che ad una Procura italica, la competenza di un rifiuto accoglitivo riguardera’ anche il Tribunale dell’Aia per crimini umanitari.

Ma davvero qualcuno pensa che siamo tutti cretini?

Crisi libica e ridicolaggini nostrane (GD 12/04/2019)

 A cosa servono due ministri (esteri e difesa), pagati profumatamente, che non hanno parola su quanto acccade?

Dopo la puzza il finto presidente del consiglio li convoca.

L’ansia, per un possibile pericolo di un’esplosione di sbarchi, sbalza ogni ratio di gestione della catena di comando e occupa ogni grado di responsabilità, assumendosela in pectore.

Grande pena. Li avete voluti, e pazienza per i lager in terra di guerra.

Libia:Salvini, approfondire ruolo Francia (ANSA)

L’accoglienza modello-Salvini? Triplicherà i costi. Azzerando i servizi (valori.it)

I documenti ufficiali ANCI depositati alla Camera denunciano: nei megacentri, si spenderanno 14mila euro per migrante. Con il sistema SPRAR se ne spendevano 6300 – Di Rosy Battaglia

Più grandi, senza gare pubbliche e con un sistema di costi che, pur avendo costi medi inferiori, farà però spendere di più allo Stato. Per pochi grandi soggetti imprenditoriali senza troppi scrupoli saranno garantiti profitti maggiori. Per i migranti non ci sarà invece alcun obiettivo di integrazione o assistenza e un destino certo di emarginazione sociale. Saranno così i centri di “accoglienza” versione Salvini: il ministro degli Interni punta a renderli sempre più simili, senza pena di smentita, a delle strutture di detenzione … leggi tutto

Se i rifugiati danno posti di lavoro agli italiani (lavoce.info)

 Francesco Amodio, Angelo Martelli e Maria Chiara Paoli (16.10.18)

Prima di cancellare la rete Sprar, il governo dovrebbe procedere a una rigorosa valutazione. Non solo per raccogliere dati certi su richiedenti asilo e rifugiati accolti. Ma anche per calcolare il valore dell’indotto generato dai centri accoglienza.

Il sistema Sprar e l’economia locale

Il 24 settembre il consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il cosiddetto decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. Tra le altre cose, prevede di ridimensionare il Sistema per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (Sprar), che cambierà nome e sarà d’ora in poi limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.

Il vicepresidente dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Gianfranco Schiavone, ha dichiarato: “Cancellare l’unico sistema pubblico di accoglienza che funziona appare come uno dei più folli obiettivi politici degli ultimi anni. Che ne sarà di quelle piccole e funzionanti strutture di accoglienza già esistenti e delle migliaia di operatori sociali, quasi tutti giovani, che con professionalità, lavorano nello Sprar?”. Le sue parole sollevano la questione dell’impatto dei centri di accoglienza sull’occupazione e, più in generale, sull’economia locale … leggi tutto