Cosa cambia con l’approvazione dello sblocca cantieri (agi.it)

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Dopo il via libera in Senato, il provvedimento che ora passa alla Camera per il via libera definitivo per la conversione in legge entro il 17 giugno

Arriva il primo disco verde al decreto sblocca cantieri. Dopo un iter a singhiozzo, il Senato ha approvato con 142 voti favorevoli, 94 no e 17 astenuti il provvedimento che ora passa alla Camera per il via libera definitivo per la conversione in legge entro il 17 giugno. Lo sblocca cantieri è stato terreno di scontro all’interno della maggioranza che ha visto scricchiolare in più occasioni la sua tenuta, già provata nel post elezioni europee. Ecco cosa prevede il decreto:

Il codice appalti

Sospese fino a dicembre 2020 alcune norme del codice degli appalti, tra queste l’obbligo per i Comuni di fare gare attraverso stazioni appaltanti, l’obbligo di scegliere i commissari di gara dall’albo Anac. Sospeso anche lo stop all’appalto integrato. Elevato da 50 a 75 milioni il limite di importo delle gare dalla quale scatta l’espressione del parere obbligatorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici … leggi tutto

Dieci proposte per salvare il lavoro di cura (ingenere.it)

Il lavoro domestico in Europa rappresenta il 4% dell’occupazione totale. Ne parliamo con Andrea Zini, vice presidente di Assindatcolf ed Effe, che hanno appena presentato dieci proposte per un welfare che sostenga caregiver e famiglie

Non si tratta solo di manutenzione e pulizia delle case, il lavoro domestico riguarda l’assistenza ad anziani, disabili, malati e in Europa è un settore che rappresenta il 4% dell’occupazione totale, con 8 milioni di lavoratori regolari e chissà quanti irregolari, e 5 milioni di nuovi potenziali posti di lavoro. Sono i dati appena diffusi dal Libro Bianco del lavoro domestico che Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico ed Effe, Federazione europea dei datori di lavoro domestico hanno presentato alla vigilia delle elezioni europee per chiedere un pieno riconoscimento del settoreleggi tutto

L’imprenditoria straniera non conosce crisi. Aumenta più di quella italiana (redattoresociale.it)

Mezzo milione di titolari d’impresa nati all’estero, il 14,6% degli imprenditori del nostro Paese: +31,7% dal 2010 ( mentre quelli italiani scendono del 12). Difficile però l’integrazione. E il 30% ha difficoltà ad assolvere gli obblighi normativi in materia di sicurezza sul lavoro

Sono 447.422 gli imprenditori stranieri in Italia, il 14,6 per cento dei titolari d’impresa del nostro Paese. L’81% proviene da un paese extracomunitario, il 23% sono donne. Un settore, quello dell’imprenditoria straniera, che non conosce crisi: tra il 2010 e il 2018, infatti, mentre gli imprenditori italiani diminuivano del 12,2% a causa della crisi, gli imprenditori stranieri sono aumentati del 31,7% … leggi tutto

Tre passi verso l’Europa sociale (lavoce.info)

di Marco Leonardi

Il fatto che l’Europa non abbia competenze in materia di lavoro e formazione ha contribuito a diminuirne la popolarità. Va perciò costruita la cornice di una vera e propria Unione sociale europea, da affiancare all’Unione monetaria. Ecco i primi tre passi.

Per un’Europa più vicina ai cittadini

L’Europa è conosciuta dal grande pubblico per il mercato comune di beni e servizi, per le regole su debito e deficit e dai più informati per l’unione bancaria, per le regole sugli aiuti di stato e per la politica della concorrenza. Ma in tempi in cui le preoccupazioni maggiori delle persone ruotano attorno al proprio futuro lavorativo, che appare sempre più incerto, il fatto che l’Europa non abbia competenze in materia di lavoro e formazione ha contribuito a diminuirne la popolarità. Oltre a prendere iniziative che rendano più efficiente il funzionamento dell’Unione Europea, bisogna anche porsi il problema di prenderne altre che possano rendere l’istituzione più popolare e riconoscibile presso gli elettori … leggi tutto

Rdc per gli stranieri? Quasi impossibile ottenerlo (lavoce.info)

Per ottenere il reddito di cittadinanza gli stranieri devono certificare il possesso di alcuni requisiti aggiuntivi. Si tratta però di condizioni molto difficili da accertare, spesso anche nei paesi Ue. Si avrà un’applicazione rigida o equa della norma? di Raffaele Lungarella

Condizioni aggiuntive per gli stranieri

Il decreto legge su reddito di cittadinanza e quota 100 (il n. 4 del 28 gennaio 2019, convertito con legge 28 marzo 2019, n. 26) contiene una norma, aggiunta al testo originario, che restringe le possibilità per gli stranieri di ottenere il sussidio monetario. La sua introduzione è stata accettata dal M5s, ma ad avvantaggiarsi della sua applicazione rigida sarà la Lega, che l’ha voluta come un tassello della sua politica di contrasto dell’immigrazione … leggi tutto

Lavoro, le tristi (e inutili) scelte

Purtroppo, dopo la vergognosa reggenza Camusso e trasformato il principale sindacato Italia in partito, viene profilata ed aggiornata una presunta quanto idiota continuità contraria alla creazione di un’inedita, e possibile, alleanza nel pianeta produttivo, tra chi ha responsabilità imprenditoriale e chi lavora.

Con un attuale disastro governativo, privo di una qualsiasi prospettiva per il sistema Paese, non si può buttare nell’indifferenziata alleanze propositive, neo-collaborative o, meglio, di co-responsabilizzazione gestionale del futuro.

Caro, Landini, si fa per dire, prova almeno un brivido d’imbarazzo per farti pagare lo stipendio, da non lavoratore pluridecennale, da pensionati/e e dipendenti pubblici. Leggi i dati del CNEL.

Leggi: “Lavoro senza svolta, la Cgil non vuole Confindustria alla festa” (di Dario Di Vico – corriere.it)

Se i rifugiati danno posti di lavoro agli italiani (lavoce.info)

 Francesco Amodio, Angelo Martelli e Maria Chiara Paoli (16.10.18)

Prima di cancellare la rete Sprar, il governo dovrebbe procedere a una rigorosa valutazione. Non solo per raccogliere dati certi su richiedenti asilo e rifugiati accolti. Ma anche per calcolare il valore dell’indotto generato dai centri accoglienza.

Il sistema Sprar e l’economia locale

Il 24 settembre il consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il cosiddetto decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. Tra le altre cose, prevede di ridimensionare il Sistema per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (Sprar), che cambierà nome e sarà d’ora in poi limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.

Il vicepresidente dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Gianfranco Schiavone, ha dichiarato: “Cancellare l’unico sistema pubblico di accoglienza che funziona appare come uno dei più folli obiettivi politici degli ultimi anni. Che ne sarà di quelle piccole e funzionanti strutture di accoglienza già esistenti e delle migliaia di operatori sociali, quasi tutti giovani, che con professionalità, lavorano nello Sprar?”. Le sue parole sollevano la questione dell’impatto dei centri di accoglienza sull’occupazione e, più in generale, sull’economia locale … leggi tutto