Nella Tunisia di Saied adesso viene colpito chi aiuta i migranti (ilmanifesto.it)

di Matteo Garavoglia

MEDITERRANEO

Perquisizioni nelle sedi di importanti organizzazioni umanitarie e arresti di attivisti, mentre Italia e Ue continuano a elargire fondi. Continuano le deportazioni dei cittadini stranieri nelle zone desertiche al confine con Algeria e Libia

Fin dove si spingerà Kais Saied? Chi lavora in ambito migratorio a Tunisi si pone questa domanda da tempo. Il 21 febbraio 2023 il presidente della Repubblica ha accusato le persone di origine subsahariana e sudanese di stare compiendo una sostituzione etnica nel paese.

Successivamente, nel luglio dello stesso anno, sono arrivate le strette di mano con la premier Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per la firma del memorandum d’intesa, mentre il ministero degli Interni attuava vere e proprie deportazioni di migliaia di migranti verso le zone desertiche ai confini con Algeria e Libia.

Le deportazioni continuano ancora oggi. Saied, invece, ha rivolto l’attenzione verso tutti coloro che si occupano di migrazioni: «La Tunisia non sarà una terra d’insediamento per questi immigrati e non è neanche un punto di passaggio per loro. Ci sono degli individui che hanno ricevuto dei soldi nel 2018 per portare qui queste persone.

Enormi somme di denaro sono arrivate dall’estero a favore degli immigrati africani e a profitto di reti e associazioni che pretendono falsamente di proteggere queste persone», ha dichiarato il presidente durante il Consiglio di sicurezza del 6 maggio scorso.

SAIED È PASSATO presto dalle parole ai fatti. Nell’ultima settimana quattro persone di tre organizzazioni diverse sono state poste in custodia cautelare con capi di accusa che vanno dall’associazione a delinquere con il fine di aiutare le persone a entrare illegalmente in Tunisia al riciclaggio di denaro e appropriazione indebita.

Si tratta di due esponenti del Centro tunisino per i rifugiati (Ctr) che lavora a stretto contatto con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), all’interno di un quadro giuridico estremamente precario in quanto il paese manca di una legislazione sul diritto d’asilo; della ex presidente di Terre d’Asile in Tunisia Sherifa Riahi e di Saadia Mosbah, uno dei volti più conosciuti della società civile locale per la sua attività di sensibilizzazione contro il razzismo e presidente dell’associazione Mnemty.

I dettagli della messa in applicazione di queste disposizioni rappresentano un precedente a cui la società civile tunisina potrebbe abituarsi molto presto. I locali di Terre d’Asile sono stati perquisiti a Sfax, Sousse e Tunisi. La stessa sorte è capitata all’ufficio di Mnemty e all’abitazione di Mosbah. Nonostante un quadro altamente frammentato e a rischio per chi decide di andare contro le disposizioni presidenziali, le reazioni non sono mancate.

Romdhane Ben Amor, portavoce del Forum tunisino per i diritti economici e sociali, ha dichiarato che «la Tunisia sta aggravando la crisi e promuove l’idea che non ci sia una soluzione». Si è espresso duramente anche Bassem Trifi, presidente della Lega tunisina dei diritti umani, organizzazione che vinse il premio Nobel per la pace nel 2015.

AL DI LÀ DELLA CRONACA è importante capire dove si inserisce l’ulteriore stretta autoritaria del presidente Kais Saied. Da inizio anno la Garde nationale ha dichiarato di avere intercettato in mare 21.270 persone, 9mila in più rispetto al 2023.

Un dato preoccupante sia per il piccolo Stato nordafricano, diventato un hub strategico di primo piano per le partenze, ma anche per l’Europa e per l’Italia in particolare, impegnate a finanziare in maniera sempre più importante le politiche securitarie della Tunisia.

Una soluzione per garantire gli interessi delle due sponde del Mediterraneo sono le deportazioni verso il deserto. Da quasi un anno migliaia di persone sono state caricate sui bus e lasciate a loro stesse in aree disabitate lungo i confini del paese con l’Algeria e la Libia.

Un meccanismo attuato dal ministero degli Interni su tutto il territorio nazionale, con una particolare attenzione a Sfax, seconda città della Tunisia dove il fenomeno migratorio è più accentuato. L’ultimo caso risale alla mattina del 3 maggio di fronte ai locali dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e dell’Unhcr a Tunisi dove centinaia di persone in attesa del rimpatrio volontario o che godevano di qualche forma di “protezione” avevano trovato un rifugio precario costruito con tende di fortuna.

Un imponente intervento securitario ha evacuato la zona, arrestato circa 80 persone e deportato almeno altre 200, secondo la ricostruzione di Refugees in Libya.

ANCHE IN QUESTO CASO urge andare oltre la cronaca. La sensazione che emerge da questo ulteriore restringimento presidenziale è che da ora in avanti occuparsi di migrazione e documentare possibili abusi diventerà sempre più complicato, soprattutto in quelle zone periferiche dove le violazioni avvengono.

A partire proprio da Sfax: in questa città da più di un mese sono aumentati i raid della polizia nei confronti della popolazione subsahariana e sudanese.

Ecco perché risulta ancora infondata la teoria dell’ossido di grafene nei vaccini (open.online)

di Juanne Pili

FACT-CHECKING

Le affermazioni di Montanari sul grafene nei vaccini e sulla presenza di sostanze cancerogene nei tamponi sono prive di fondamento

Stefano Montanari è noto per le sue affermazioni controverse sui vaccini Covid e sul nuovo Coronavirus, molto apprezzate negli ambienti No vax. Circola un video di una intervista in cui Montanari parla del fantomatico ossido di grafene nei vaccini, dando a chi li produce la «licenza di uccidere» e altre affermazioni come «cavie umane a non finire».

Analisi

Chi condivide queste affermazioni di Montanari sul grafene nei vaccini, riporta il seguente sunto delle affermazioni di Montanari:

🔥TUTTA LA VERITÀ 🔥💥💣
💥Dott. STEFANO MONTANARI 💥💣🔥
😱🤬 “L’OSSIDO DI GR∆FEN€ QUANDO ENTRA NEL CORPO UMANO MAGNETIZZ@ L’ATOMO DI FERRO DELL’EMOGLOBINA. I GLOBULI ROSSI DIVENTANO M@GNETICI IMPIGLI@NDOSI UNO SULL’ALTRO FORMANDO TROMBI MAI VISTI PRIMA.
NEI TAMPONI ABBIAMO TROVATO DELLE MICRO E NANO PARTICELLE CHE ENTRANO NELLE MUCOSE NASALI E PRODUCONO LA FORMAZIONE DI TESSUTI INFIAMMATORI CHE ALLA LUNGA SI TRASFORMANO IN CANCRO.

Anche se durante la clip Montanari non usa mai il termine «vaccini» è chiaro dal contesto e dalle sue precedenti affermazioni che fa riferimento proprio a essi. In particolare a quelli contro la Covid-19. Anche chi riporta la clip ha montato immagini che rimandano all’argomento.

Il grafene nei vaccini e nei tamponi

In sostanza la presenza di tale grafene nei nostri corpi, oltre a mettere in pericolo la nostra salute servirebbe, secondo Montanari a comandarci a distanza. «bastera inviare delle istruzioni per far fare a queste persone ciò che vogliono», ha affermato.

Nella seconda parte dell’intervista Montanari sostiene di aver cercato il grafene anche in 25/30 tamponi diagnostici, senza trovarlo. «Ma abbiamo trovato delle altre sostanze. Micro e nanoparticelle che non hanno motivo di essere […] quando arrivano in contatto con le mucose – continua Montanari -, entrano nelle mucose nasali per non uscire più». In quanto tali i tamponi sarebbero quindi «il preludio del cancro», secondo Montanari.

Dall’intervista non troviamo alcun riferimento di Montanari a studi dove avrebbe accertato la possibilità di trasmettere comandi ai vaccinati tramite tale grafene, né in base a quali statistiche risulterebbe che i tamponi diagnostici provochino il cancro.

Il problema della microscopia in campo oscuro

Delle ricerche nei quali verrebbe trovato il grafene nel sangue dei vaccinati, nelle fiale di vaccino o nell’insulina mediante la microscopia in campo oscuro, avevamo trattato in diverse analisi precedenti, per esempio quiqui qui. Si tratta di una tecnica che non più dimostrare niente del genere.

Il microscopio in campo oscuro – come spiegavamo in un precedente articolo – viene usato anche nell’ambito della Live blood cell analysis e non sono poche le ragioni che hanno ispirato lo scetticismo degli esperti, come spiega in tempi non sospetti il dottor Stephen Barrett, in un articolo su Quackwatch.
Il dottor Hayley Anderson spiega su MicroscopeMaster, che questo genere di analisi sono spesso sostenute da medici che hanno fatto «affermazioni dubbie sulla salute e manipolano i risultati dei test per mostrare la necessità e la successiva prova che gli integratori nutrizionali ed enzimatici stanno funzionando. Studi informali […] mostrano che i risultati dei test spesso non possono essere replicati».

Al momento non esistono studi controllati – in cieco o doppio cieco -, dove per esempio si considera un gruppo di controllo con pazienti non vaccinati o con fiale di placebo. I “pionieri” di questa pseudoscienza volta a dimostrare la presenza di grafene nei vaccini o nei vaccinati possono essere considerati Pablo Campra e Ricardo Delgado Martín, coi loro “studi” già ampiamente screditati. Trovate un sunto della loro attività di ricerca “controversa” qui.

Conclusioni

A parte diverse congetture suggestive e allarmanti, Montanari non dimostra l’esistenza di tamponi con sostanze cancerogene o la presenza di grafene nei vaccinati al fine di comandare le persone a distanza. A dimostrazione di quanto i suoi metodi siano discutibili c’è il suo stesso accenno all’utilizzo di un microscopio in campo oscuro, molto gettonato tra i “ricercatori indipendenti” dediti a diffondere la narrazione seguita negli ambienti No Vax, che si è già rivelato inadeguato per dimostrare quanto affermato nell’intervista in oggetto.

Rai: Faraone, ‘Gubitosa cancella i fatti per difendere il Fatto’ (ilfoglio.it)

(Adnkronos)

“Ai pentastellati basta toccargli Marco Travaglio ed il salvataggio della Rai al suo gruppo editoriale, per provocare un vero travaso di bile. Così ne fa le spese Maria Elena Boschi, rea di aver ricordato un patto contro natura”.

Lo dichiara il presidente dei deputati di Italia Viva, Davide Faraone.

“Gubitosa cancella i fatti per difendere Il Fatto e dimentica che il primo a usare per le nomine la legge contro cui si scaglia è stato Conte con il governo gialloverde, per metterci gli amici e il sovranista Foa. Oggi attacca noi per far dimenticare quella triste stagione e il baratro in cui ha gettato non solo l’azienda, ma il Paese”, conclude.

Rai: Borghi, ‘da M5S attacco sguaiato a Boschi’ (adnkronos)

"L'attacco sguaiato e sul piano personale 
-nel pieno stile della ditta pentastellata- a 
Maria Elena Boschi non sposta di una virgola il 
tema, che lei ha sviscerato in commissione 
di vigilanza: 

la Rai è corsa in soccorso per il salvataggio economico-finanziario del gruppo mediatico di Marco Travaglio & C”.

Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.

“Quelli che hanno passato una vita a giurare che non avrebbero mai preso soldi pubblici (e ora occupano la Tv di Stato -oltre che quelle private- con i loro opinionisti), oggi si sono messi in coda per godere delle provvidenze pubbliche che la politica della destra lascia cadere. In Rai, quindi – aggiunge Borghi – funziona così: si silenziano gli autori scomodi, si censurano i giornalisti e le giornaliste con la spina dorsale, e poi si salvano le società che producono la linea editoriale di un finto partito di opposizione, che esprime il presidente della vigilanza, e che lottizza alla grande come manco nella Prima Repubblica (che almeno sapeva cosa fosse la politica). Potete urlare e attaccarci sul piano personale finché volete: ma i fatti, come diceva quel tale, hanno la testa dura. E quelli del Fatto (e vostri) sono sotto gli occhi di tutti”.

 

La Rai è un Travaglio. La staffetta Fatto-M5s per sostituire Repubblica e Pd (ilfoglio.it)

di CARMELO CARUSO

LA LOFTIZZAZIONE

Format televisivi da vendere, intese politiche. La Rai di Meloni chiede aiuto ed è pronta ad acquistare i programmi prodotti dalla società del quotidiano. Tra i volti, Gomez, Sommi e Lucarelli

Se gli Angelucci amano davvero Meloni devono comprarle il Fatto. Per i format ci pensa la Rai. Peter Gomez ha già venduto le sue “Confessioni” a Rai 3, Luca Sommi è corteggiato più di Bonolis, Andrea Scanzi, anni fa, è stato perfino provinato per “Mi Manda Rai Tre”.

Perché il M5s sulla Rai tace? Perché Giuseppe Conte sorride? Perché legge i fondi di Marco Travaglio dove viene spiegato che la Rai di Meloni è nulla rispetto alla Rai di Silvio Berlusconi, che i ciucci di Meloni non hanno le qualità degli antennisti del Cav., e che dunque tutto il resto è “noia”. Tace, perché è la volta buona per sostituire  il Pd, e quel che resta di Repubblica, in Rai, poco, con M5s e  Fatto.

Tace, perché grazie a quest’opera di “pulizia” televisiva si può stringere un’invincibile intesa tra cugini di vaffa, nipoti di forca, bisnonni di moschetto. La destra intelligente lo dice: “Travaglio difende Meloni meglio di Sechi”, così come Selvaggia Lucarelli è più temuta di Lilli Gruber, una che ora sputacchia  Mentana (Nove lo attende) e sul Tg La7, il tg che le mette in piega gli ascolti.

I dirigenti Rai si allargano: “Il Fatto è una fucina di volti. Sommi con il suo Accordi e Disaccordi è perfetto per la Rai”. Mediaset ha già infarcito i palinsesti con il Fatto, la Rai di Meloni  vuole subaffittargli  il meteo. Il prossimo talk in prima serata? Lo può condurre Gomez che, dicono in Rai, è “più affidabile di Giletti”.

Lo spazio di Augias? “Ci sarebbe Tomaso Montanari”. Lucio Presta e simili rischiano di incartare il pesce con gli editoriali di Alessandro Orsini, il dottor Stranamore con la colonia.

Giuseppe Conte, insultato in strada a Genova: l’ira degli estremisti di sinistra

"Fuori Conte dal Corteo". 

Contestazione durissima per Giuseppe Conte a Genova.

Il leader del Movimento 5 Stelle, che ha tentato di unirsi a un corteo di manifestanti contro le politiche del governatore Giovanni Toti, è stato cacciato malamente da alcuni militanti dell’estrema sinistra.

La manifestazione era stata indetta per chiedere lo stop a opere infrastrutturali a loro dire “insensate” e “calate dall’alto”. La notizia della presenza di Conte non è stata ben accolta però.

Le persone presenti hanno cominciato a inveire contro l’ex presidente del consiglio con frasi anche molto pesanti. “Vai a fare propaganda da un’altra parte“. “Vergogna”. Poi lo smacco maggiore per il grillino. Un uomo, come riporta IlSecolo d’Italia,  a pochi passi da lui gli ha urlato: “Vai pure pezzo di m***a“, associandolo poi a tutti gli altri politici che erano oggetto della contestazione. Insomma, non il miglior tentativo di cavalcare una protesta.

Già le premesse avevano fatto capire che non sarebbe tirata una bella aria per Conte. Il grillino aveva annunciato la sua manifestazione con una locandina ad hoc, in pieno stile elettorale. Dura era stata la replica dei comitati promotori: “Riteniamo che il post di Giuseppe Conte, che annuncia la sua partecipazione alla manifestazione, sia strumentale e fuorviante perché non cita minimamente né i promotori né i contenuti della manifestazione”.

L’ex premier, tramite una nota, ha voluto dare la sua versione dei fatti sulle contestazioni: “Una decina di ragazzi di Potere al popolo volevano impedirci di seguire il corteo, volevano impedirci l’ascolto, ma noi su questi temi, anche della legalità, di trasparenza e lotta della corruzione, siamo da sempre a fare battaglia. Veniamo insultati da destra e sinistra: non è un lacrimogeno che ci può impedire di rimanere in ascolto della parte sana della popolazione, delle forze civiche e delle associazioni che dicono con noi basta a questo malcostume e vogliono volar pagina per rafforzare il sistema sanitario nazionale, la tutela dell’ambiente e i diritti del lavoro”.