Von der Leyen seppellisce il rapporto che critica l’Italia mentre cerca il voto di Meloni (politico.eu)

di CLOTHILDE GOUJARD

Regimi

Il presidente della Commissione europea sta cercando di non agitare le acque sulla libertà dei media, hanno detto quattro funzionari.

I giornalisti di Rai News 24: “Grave non aver parlato dell’inchiesta di Fanpage” (fanpage.it)

di Luca Pons

INCHIESTA SU GIOVANI DI FDI

Il Comitato di redazione di Rainews24, in un comunicato, ha contestato il fatto che da quando l’inchiesta di Fanpage.it su Gioventù nazionale è stata pubblicata, non abbia avuto copertura nei notiziari o sul sito della testata pubblica: uno “smacco al nostro ruolo di giornalisti del servizio pubblico”.

Gioventù Meloniana, l’inchiesta di Fanpage.it che ha rivelato le attività svolte dal movimento giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù nazionale (tra saluti romani e cori di Sieg heil), negli ultimi quattro giorni ha portato a forti risposte dal mondo politico sia italiano che europeo.

Tuttavia, finora sia il canale Rai News 24 che il suo sito non hanno parlato dell’inchiesta, pubblicata nella serata di venerdì scorso. Una decisione che il Comitato di redazione della testata del servizio pubblico ha contestato, oggi, con un comunicato: “Il cdr ritiene grave e deprecabile che dopo oltre quattro giorni la direzione di Rainews24 non abbia dato copertura all’inchiesta di Fanpage sul movimento giovanile di Fratelli d’Italia”, si legge.

La contestazione è rivolta al direttore della testata, Paolo Petrecca, nominato nel novembre 2021. Il cdr sottolinea che il reportage “ha determinato reazioni politiche anche a livello internazionale”.

A livello nazionale, il Partito democratico ha depositato un’interrogazione parlamentare in Senato chiedendo conto al governo – in particolare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – di rendere conto di quanto mostrato da Fanpage, e molti altri esponenti dell’opposizione hanno chiesto alla maggioranza di prendere posizione.

Per quanto riguarda il panorama internazionale, “la questione è stata sottoposta alla Commissione europea che ha condannato ‘la simbologia del fascismo’”.

È chiaro, quindi, che si tratta di “questioni di evidente rilevanza nel dibattito pubblico”, che però sono state messe in disparte dalla direzione. Lo stesso vale per l’indiscrezione diffusa da Politico, secondo cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen avrebbe ritardato la pubblicazione di un “documento che critica l’Italia per il peggioramento delle condizioni in cui si trovano a operare i media dall’avvento del governo Meloni”.

“Purtroppo”, ha concluso il Comitato di redazione, “i telespettatori di Rainews24 e gli utenti di Rainews.it e Televideo non troveranno nulla a riguardo. L’ennesimo smacco al nostro ruolo di giornalisti del servizio pubblico”

Tragedia in Brianza: 3 morti sul lavoro in pochi giorni e la richiesta di nuove leggi (monzatoday.it)

Tre vittime in pochi giorni nelle aziende 
del territorio

Tre giovani vite spezzate sul posto di lavoro. Tre padri di famiglia, tre mariti, tre lavoratori che la mattina sono usciti la mattina per andare al lavoro in Brianza e non sono più tornati a casa. Giorni tragici per i lavoratori brianzoli: a Monza è morto un muratoredi 42 anni, a Brugherio la tragica morte divorato dalle fiamme di un operaio di 25 anni e ieri sabato 16 giugno a Sovico è morto un carpentiere di 33 anni.

Tutti e tre erano lavoratori che avevano lasciato il loro paese (Egitto, Gambia e Marocco) per cercare un futuro migliore in Brianza.

E per queste ennesime morti bianche il Pci di Monza e Brianza chiede un immediato cambio di rotta. “Da troppo tempo le istituzioni, gli enti di controllo e gli stessi imprenditori sottovalutano e spesso rinunciano ad affrontare la questione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro – si legge nella nota ufficiale -.

Precarietà del lavoro, competitività per il massimo profitto, riduzione degli investimenti produttivi, subappalti, finanziarizzazione dell’economia determinano le condizioni per il sacrificio di migliaia di lavoratori ogni anno”.

Il Pci chiede un intervento più concreto da parte delle istituzioni. “Vogliamo una legge che riconosca, peculiarmente, la morte e il ferimento in ambito lavorativo. Riconoscere e garantire alle famiglie colpite congrui risarcimenti. La prevenzione dei rischi con migliori e salubri ambienti di lavoro aumentando e qualificando il numero degli ispettori”, conclude.

Se Vannacci non è reato (corriere.it)

di Massimo Gramellini

Il caffè

Scrivere in un libro che non esistono neri italiani è inopportuno e improprio, ma non è un’offesa.

Così parlò il gip di Lucca, archiviando la querela di Paola Egonu contro il generale Vannacci. Continuo a pensare che, quando qualcuno ti dice «i tuoi tratti somatici non rappresentano l’italianità», si sta mettendo nelle condizioni di ferirti, al di là delle sue reali intenzioni. La campionessa di pallavolo ha dunque ragione a ritenersi offesa, però forse ha sbagliato a imboccare la via giudiziaria.

Non tutti i comportamenti beceri o semplicemente ottusi sono infatti dei reati, anche se non per questo possono essere considerati accettabili. Ma nel momento in cui chi se ne sente vittima decide di sottoporli al vaglio della Legge, corre il rischio che l’assoluzione o l’archiviazione vengano scambiate per un lasciapassare: se una frase non è punibile, allora significa che è innocua, anzi che è giusta.

Nessuno ragiona in questo modo, ci metterei la mano sul fuoco: se non la mia, quella di Vannacci. Ma le semplificazioni superficiali fanno parte della natura umana e il propulsore dell’impulsività le fa viaggiare alla velocità della luce.

Perciò non mi stupirei se la frase spiacevole del generale uscisse rinvigorita dal mancato pagamento di dazio giudiziario.

E se l’archiviazione della querela, che dal punto di vista tecnico non ho strumenti per criticare, fornisse un alibi morale al prossimo cretino che fischierà un atleta di discendenza africana nei nostri stadi.