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L’estremismo sorridente di Schlein simile a quello rabbioso di Trump, la sinistra preferisce la rissa al confronto (ilriformista.it)

di Paolo Macry

À la guerre comme à la guerre

Forse non sa perdere, come quelli che dopo una batosta a calcetto alzavano la voce e se ne andavano con il pallone. O forse è troppo abituata alla stanza dei bottoni, troppo establishment sociale e culturale, per vivere senza drammi l’alternanza.

Certo è che la sinistra reagisce sempre male quando finisce all’opposizione. Diventa estremista. A ben vedere, non è estremista la destra, malgrado quel che ne dice Scholz, malgrado l’accusino di mettere il bavaglio alla stampa. Non è estremista una destra che dopotutto, ha scritto Flavia Perina, si limita a fare le sue politiche conservatrici. È estremista la sinistra, quando le cose non le girano per il verso giusto.

È la sinistra che ha sempre reagito alla perdita del Palazzo forzando i decibel del discorso pubblico, alzando la cortina fumogena dell’allarme democratico, infliggendo agli avversari il cartellino rosso della deriva autoritaria. Così fu, invariabilmente, nei decenni del mafioso Berlusconi, del fascista Fini, del secessionista Bossi.

Così è oggi. Da Achille Occhetto a Elly Schlein, da quella prima vittoria della destra nel 1994 al governo meloniano, ciò che non è mai cambiato è la narrativa dell’emergenza, ovvero la delegittimazione di chi gode del consenso degli elettori. Senza assalti al Campidoglio, certo, ma diffondendo il messaggio che una maggioranza parlamentare può essere fittizia (“Meloni non è la maggioranza del paese”, dicevano a piazza Santi Apostoli) e sollecitando la mobilitazione del “paese vero” – del paese costituzionale e democratico – contro chi intende riportare l’Italia ai tempi bui.

Negando agli avversari il riconoscimento della rappresentanza e cioè negando la logica stessa della sovranità popolare. È così diverso l’estremismo della sorridente Schlein dall’estremismo del rabbioso Trump? E naturalmente, una volta che il fisiologico confronto politico si è trasformato nella Resistenza, ecco che lo spirito guerriero del maquis finisce per essere applicato indifferentemente a tutto: al premierato e all’autonomia differenziata, alla giustizia e alla Rai, alla 194 e al ponte sullo stretto.

Non c’è tema concreto, non c’è progetto, non c’è disegno di legge che non venga trasfigurato, grazie alla narrativa dell’ultima spiaggia, nel confronto estremo – estremista – tra libertà e autoritarismo, tra diritti e manganello, tra equità e privilegio, tra legge e mafie.

Ed è perfino inutile aggiungere come tutto ciò, oltre a rinchiudere la sinistra all’interno del proprio sempiterno zoccolo emotivo e ideologico, depotenzi in modo sistematico quel che, a parole, è il totem dell’opposizione, il parlamento.

È il parlamento che diventa il ring di uno stanco rito pugilistico, sussurri e più spesso grida, tentazioni aventiniane, bandiere tricolori sventolate come allo stadio, la costituzione impugnata come un crocifisso.

E chi sperava in un confronto – aspro ma costruttivo – di proposte, controproposte, emendamenti, correttivi, è meglio che aspetti il prossimo giro. À la guerre comme à la guerre.

Caritas, due terzi dei poveri esclusi dal reddito di cittadinanza (rete8.it)

di MASSIMO GIULIANO

La Caritas lancia l’allarme: due terzi dei 
poveri sono esclusi dal reddito di cittadinanza. 

“Servono continuità e l’ascolto da parte della politica di chi monitora quotidianamente i fenomeni sociali”, dice il direttore dell’Ente ecclesiastico, il pescarese don Marco Pagniello

Due terzi dei poveri sono stati esclusi dal reddito di cittadinanza. Lo sottolinea la Caritas alla luce dei dati pubblicati recentemente dal ministero del Lavoro. “Se si considera il totale delle famiglie in povertà, l’Istat ha calcolato che poco più del 30% di esse ha ricevuto il Reddito di cittadinanza tra il 2020 e il 2022. Che cosa vuol dire?

Significa che nonostante la spesa totale e il consistente numero di persone raggiunte da questo aiuto, i due terzi di coloro che vivono nelle condizioni peggiori, le persone in povertà assoluta, appunto, non hanno usufruito di questo sostegno”, sottolinea la Caritas, ricordando di avere “previsto, con delle simulazioni ad hoc, che il 44% delle famiglie in povertà avrebbe ricevuto il Reddito di cittadinanza e che quindi più del 50% di esse sarebbe rimasto senza aiuto. Purtroppo i dati pubblicati dal Comitato sono peggiori di quanto si era prospettato”.

“L’uscita del rapporto di monitoraggio del Comitato – dice il pescarese don Marco Pagniello (foto), direttore di Caritas Italiana – conferma anzitutto che per disegnare misure efficaci di contrasto alla povertà occorre partire da chi sta peggio. Il metodo della Caritas è stare accanto ai più poveri e accompagnarli, non basta l’assistenzialismo.

E per accompagnarli occorrono tempo e interventi a livello locale, come la formazione e la riqualificazione, ad esempio, altrimenti si compromette l’efficacia degli interventi. L’Italia è il Paese dove la povertà si eredita. Partire dai poveri è un dovere nella lotta alla povertà. Partire ogni volta da zero con le misure di contrasto, invece, è un errore. Servono quindi continuità e l’ascolto da parte della politica di chi monitora quotidianamente i fenomeni sociali. Adesso sarà importante tenere conto del rapporto del Comitato per non disperdere quanto acquisito. E noi continueremo con i nostri monitoraggi”.

Francia, 12enne denuncia: violentata perché ebrea (ansa.it)

Fra gli aggressori l'ex ragazzo, 'mi aveva nascosto 
la sua religione'

Inchiesta aperta in Francia su un possibile stupro a carattere antisemita di cui sarebbe stata vittima una ragazzina di 12 anni. I presunti aggressori sono 3 adolescenti fra i 12 e i 14 anni.

Lo riporta Le Parisien.

Secondo il quotidiano, la ragazzina, accompagnata dai genitori, ha denunciato al commissariato di Courbevoie, banlieue di Parigi, di essere stata violentata. Ha raccontato che si trovava con un amico quando 3 coetanei, fra i quali il suo ex ragazzo, anche lui di 12 anni, l’avrebbero portata in un hangar abbandonato per poi picchiarla e insultarla a causa della sua religione. La vittima sarebbe stata poi stuprata, sempre minacciata “di morte con frasi antisemite”, si apprende da fonti dell’inchiesta.

Le indagini condotte dalla procura hanno consentito di identificare i presunti colpevoli delle violenze, che hanno 12, 13 e 14 anni. I tre sono stati posti fermati e posti in stato di fermo, il più piccolo affidato ad un centro per minori. Gravi le accuse di cui devono rispondere, dalla violenza sessuale aggravata alle minacce di morte, tutte aggravate dal fatto di essere state commesse in riferimento all’appartenenza della vittima ad una religione.

I 3 minori avrebbero parzialmente ammesso le loro colpe, affermando di aver agito “per vendetta”, sostiene Le Parisien, spiegando che l’ex ragazzo della vittima sarebbe stato “molto arrabbiato poiché la ragazza gli avrebbe nascosto di essere di religione ebraica”.

Nel cellulare del ragazzo sono state trovate frasi e immagini antisemite, fra le quali quelle di una bandiera israeliana bruciata. Un altro dei presunti colpevoli ha confessato alla polizia di aver colpito la vittima in quanto avrebbe usato parole offensive nei confronti della Palestina. La vittima è stata condotta in un centro medico-legale dove l’esame ginecologico ha confermato le violenze subite.

Papa Francesco denunciato all’Onu per ingerenza nell’affare del palazzo di Londra

di Rita Cavallaro

La Chiesa sotto accusa per intercettazioni 
telefoniche illegali. 

Papa Francesco è stato infatti denunciato all’Onu per presunta ingerenza nelle indagini che coinvolgono il finanziere Raffaele Mincione, processato per frode in Vaticano in relazione all’affare del palazzo di Londra e finito vittima dei dossieraggi all’Antimafia.

A dare la notizia è stato il quotidiano Telegraph, che ha rivelato come il Pontefice sia ora oggetto dell’indagine delle Nazioni Unite sulla sua personale autorizzazione a presunte intercettazioni telefoniche illegali durante l’indagine vaticana sulla presunta corruzione nella vendita della proprietà di lusso in Sloane Avenue da 300 milioni di sterline nel centro della capitale del Regno Unito.

Gli avvocati di Raffaele Mincione, infatti, hanno presentato la denuncia all’Onu per presunti abusi commessi durante il processo da Papa Francesco, capo spirituale di 1,4 miliardi di cattolici in tutto il mondo. Rodney Dixon KC, un importante avvocato per i diritti umani, ha accusato il Papa di aver personalmente autorizzato intercettazioni illegali del telefono di Mincione durante le indagini su presunti illeciti in Vaticano.

Nel corso del processo sarebbe emerso che Bergoglio ha dato poteri speciali agli investigatori, permettendo agli inquirenti di intercettare telefoni, carpire email ed eseguire arresti, fuori dallo Stato pontificio, senza approvazione da parte di un giudice.

I poteri attraverso i quali sarebbe stato possibile compiere i presunti abusi sarebbero i “rescritti”, antiche leggi che il Papa poteva usare come monarca divino del Vaticano. Nella denuncia inoltrata alla professoressa Margaret Satterthwaite, relatrice speciale delle Nazioni Unite sull’indipendenza dei giudici e degli avvocati, Dixon ha definito il Papa come “autore” di violazioni dei diritti umani.

“Questa autorizzazione irragionevole ai pubblici ministeri da parte di un monarca assoluto ha dato il via libera all’avvio della sorveglianza senza l’articolazione di ragioni precise, una supervisione giudiziaria continua o altra supervisione indipendente e imparziale, o un meccanismo attraverso il quale contestare l’attuazione della sorveglianza davanti a un tribunale indipendente e imparziale, “, ha detto il Dixon al Telegraph.

Il Vaticano sostiene che Mincione ha truffato la Santa Sede gonfiando il prezzo di un investimento da 124 milioni di sterline in un ex magazzino di Harrods a Chelsea tramite un fondo gestito da Mincione. Oltre al finanziere, i pubblici ministeri hanno accusato di frode, appropriazione indebita e abuso d’ufficio altre dieci persone, tra cui il cardinale Angelo Becciu, ex braccio destro di papa Francesco.

Il finanziere si proclama innocente, sostiene che l’immobile è stato opportunamente valutato da esperti indipendenti e precisa che il Vaticano non ha mai presentato prove in grado di dimostrare perdite di denaro, né a sostegno delle accuse. Lo scorso dicembre, Mincione è stato giudicato colpevole di aver violato la legge canonica, o spirituale, ed è stato condannato a cinque anni e mezzo di reclusione dal Tribunale vaticano.

Lui e il suo team legale affermano che il finanziere è vittima di una “caccia alle streghe” e che il processo sia stato instradato per garantire la condanna. “I miei diritti fondamentali sono stati calpestati e ignorati”, ha detto Mincione al Telegraph. “Come può essere corretto che mi siano state inflitte sanzioni penali per violazione della legge spirituale che si applica solo ai membri della Chiesa, che non sembra applicarsi a nessun altro che gestisce gli investimenti del Vaticano, e di cui non sapevo nulla?”.

Dal canto suo, il Vaticano ha ribadito di aver agito nel rispetto della legge. “La legittimità delle indagini e la corrispondenza del sistema giudiziario vaticano ai principi del giusto processo è stata riconosciuta da diversi tribunali stranieri”, sottolineano dalla Santa Sede.