No a tutto: l’involuzione della specie (corriere.it)

di Aldo Grasso

Padiglione Italia

L’involuzione della specie.

Da No Vax a No Fse il passo è breve. Passo dopo passo, la specie regredisce. In principio, quando è apparso il Covid, c’erano i No Tamp (no tamponi), diventati poi No Vax, poi No Mask, poi No Greenpass e ora No Fse, Fascicolo Sanitario Elettronico, il sistema che archivia le informazioni sanitarie dei cittadini e le mette a disposizione di medici, ospedali e ambulatori su tutto il territorio nazionale per migliorare la tempestività delle cure.

La nuova crociata contro il Fse (la paura è che i dati vengano utilizzati per scopi sinistri) si sta diffondendo sui social ma trova sponde anche in Parlamento. In questi casi, per giustificare tanta diffidenza, si parla di «complotti», «trame», «poteri occulti», parole illuminate un tempo da una luce obliqua del pensiero, ma che oggi designano solo mancanza di pensiero, culto dell’incompetenza.

La rivoluzione tecnologica ci ha consentito di progredire e di facilitare molte nostre attività quotidiane, ma sta mettendo a riposo le nostre facoltà cognitive: essa non rappresenta più una prova della nostra evoluzione, ma una maschera del nostro declino.

Esentati dall’affanno di dover trovare celermente soluzioni per sopravvivere, abbiamo molto tempo per blandire incubi complottisti: così l’ignoranza, grazie anche ai social, diventa ideologia.

Piantedosi dice che è preoccupato dall’antisemitismo nelle piazze di sinistra, non in Gioventù Nazionale (fanpage.it)

di Giulia Casula

Secondo il ministro dell’Interno, Matteo 
Piantedosi, l’antisemitismo nelle piazze dei 
collettivi di sinistra sarebbe più preoccupante 
di quanto emerso da Gioventù Meloniana, 

l’inchiesta di Fanpage.it che ha rivelato cosa succede nella giovanile di FdI, tra Sieg Heil, razzismo e richiami al fascismo

Dal governo Meloni proseguono i tentativi di difesa di Gioventù Nazionale, dopo che l’inchiesta di Fanpage.it ha rivelato cosa accade all’interno della giovanile di Fratelli d’Italia, tra insulti antisemiti e richiami al nazifascismo. Questa volta è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “L’inaccettabilità delle cose viste nell’indagine giornalistica di Fanpage è stata affermata anche da Giorgia Meloni e sarà sanzionata con degli allontanamenti dal partito giovanile di FdI”, ha dichiarato.

Una breve condanna che ha lasciato spazio a un attacco ai collettivi studenteschi di sinistra. “Ma l’antisemitismo che si traduce anche in azioni che possono mettere a repentaglio la sicurezza e l’ordine pubblico non si è evidenziato da quel gruppo giovanile ma da ben altri che nelle nostre piazze e nelle nostre università hanno bruciato le bandiere di Israele, gli assalti alla Brigata ebraica il 25 aprile, cose molto più pericolose che non sono state poste in essere da quel gruppo giovanile”, ha aggiunto intervistato da SkyTg24.

Le dichiarazioni del capo del Viminale non sono passate inosservate. Immediata, infatti, la reazione dei dem. “Le parole del Ministro Piantedosi tradiscono una difesa d’ufficio della giovanile di FdI inaccettabile. Dall’inchiesta di Fanpage emergono comportamenti molto gravi e reiterati dentro l’organizzazione giovanile del primo partito italiano”, ha dichiarato Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Partito democratico.

“Il Ministro ha intenzione di riferire come intenda monitorarli? Oppure il suo compito è diventato quello di avvocato difensore di giovani che inneggiano al nazismo e al fascismo? Riteniamo molto grave il paragone tra esponenti della giovanile di FdI e movimenti studenteschi: un modo per gettare fumo negli occhi”, ha proseguito. “Da Piantedosi ci saremmo aspettati una chiara censura degli atteggiamenti inqualificabili, inquietanti e largamente diffusi dentro Gioventù Nazionale”.

La scorsa settimana la premier Giorgia Meloni aveva deciso di rompere finalmente il lungo silenzio, in cui il suo partito si era trincerato dalla pubblicazione della prima puntata di Gioventù Meloniana, rilasciando alcune dichiarazioni a margine del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Dopo aver annunciato provvedimenti nei confronti dei responsabili degli atteggiamenti e delle frasi razziste, omofobe e antisemite riprese dal team di Backstair tra le fila della futura classe dirigente meloniana, la premier si era scagliata contro il metodo dell’inchiesta, definendolo “da regime”.

Nelle ultime ore è intervenuto anche l’ex premier e segretario dem Enrico Letta. “Lode a Fanpage, credo abbiano fatto un favore alla presidente del Consiglio se vuole veramente cambiare pagina. Quello che abbiamo visto è indecente e incivile”, ha detto ospite del programma “L’Aria che Tira” su La7.

Vittorio Feltri, vaffanculo da parte delle donne di Catanzaro (quotidianodelsud.it)

di  

Vittorio Feltri, vaffanculo. 

Te lo dico così, come te lo direbbe una signora di Catanzaro ascoltando la tua incredibile filippica sul modo di vestire e di apparire della Salis e di altri neoparlamentari europei e il tuo altrettanto incredibile paragone con la “cameriera di Catanzaro che è la cosa più bassa che si possa immaginare”.

Perché tu, con le tue giacche di morbida lana che fanno quasi veste da camera e gli occhialetti finto corno, sei vestito come un vecchio belinone del secolo scorso ed è arrivata l’ora che qualcuno te lo dica.

Ho usato volutamente temi e parole che non ho mai utilizzato prima sul giornale (e spero di non usare mai più) per una precisa ragione. Perché se a questa gente tu parli educatamente e sociologicamente di “body shaming” e di “razzismo nord-sud”, ti dicono che sei il solito esponente del “politically correct” e ti danno, tanto per gradire del “pidiota, buonista”.

CARO FELTRI, VAFFANCULO NON HAI IL DIRITTO DI INSULTARE UNA CITTÀ E UNA REGIONE

Caro collega Feltri, vuoi dire “pane al pane e vino al vino” e parlare come si faceva al bar? Allora è giusto che tu ti becchi allocuzioni da bar. Perché quando eravamo ragazzi (o anche dopo), a dirle grosse davanti a una tazzina di caffè o a un bicchiere di vino, siamo stati capaci tutti.

Tu sarai stato al Giambellino, io ho vissuto nei carruggi di Genova. Ne abbiamo viste e sentite tante, ma questo non ti dà il diritto di insultare un’intera città e una regione. E con la Calabria, sei recidivo. Perché, negli anni ‘80, in un reportage da San Luca, definisti “vecchie, goffe e nere come insetti” le donne sanlucote.

Vuoi che ti mandi qualche foto di quanto sono eleganti le donne di Catanzaro, qualunque mestiere facciano? Perché vedi, mi pare che tu continui a guardare e giudicare il mondo attraverso stereotipi che anche i bovari della Valtellina hanno superato.

Perché mentre tu ne stavi seduto alla scrivania a sentenziare su fatti che, probabilmente, non hai nemmeno mai visto, la gente è cresciuta, è andata a scuola, ha studiato problemi che tu nemmeno immagini e sa fare cose che non sapresti neppure da che parte cominciarle.

Lo sai che a Catanzaro, come in tutta la Calabria, ci sono ingegnere, avvocate, storiche, filosofe e psicologhe che ti farebbero a pezzettini in qualunque discussione?

Ma no, tu, impancato alla tua scrivania di mogano con dietro le targhe e la classica e intonsa enciclopedia, ti credi in diritto di spararle grosse. Tanto gli altri sono troppo educati per risponderti. Oppure pensano: “Ha una certa età, lasciamolo dire”.

Ecco, questa volta, però non si può soprassedere. Anche arrivati all’età del rimbambimento, non ci si può permettere di sparare qualunque cazzata ci passa per la mente. Il rispetto per il prossimo non è un optional.
E spero che tante donne calabresi, di Catanzaro e di tutte le altre province, ti rispondano con la prima frase di questo testo.

LEGGI ANCHE: Catanzaro insorge contro Vittorio Feltri e “promette” querele

Vittorio Feltri

“Rischia di scomparire la razza italica”: le parole di Guido Bertolaso che fanno scoppiare la polemica (fanpage.it)

di Giorgia Venturini

L’assessore al Welfare della Regione Lombardia 
Guido Bertolaso durante un convegno che si è 
tenuto a Palazzo Lombardia ha precisato: 

“L’inverno demografico farà scomparire la razza italica”.

“L’inverno demografico farà scomparire la razza italica”. Lo ha precisato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso durante il convegno che si è tenuto a Palazzo Lombardia su “l’alimentazione del bambino e dimensione sociale: la politica del fare”.

Nel suo discorso ha tenuto a specificare:

“L’inverno demografico è drammatico e non ci aiuta, anzi rischia di far scomparire la razza italica. È quello che ci dicono i nostri esperti. E la denatalità è il primo problema che si deve affrontare in Italia. Oggi in questa Regione dobbiamo affrontare le cattive abitudini che si stanno diffondendo. Richiamo all’esigenza di stili di vita molto più coerenti con quelle che sono le conoscenze della scienza e le nuove scoperte. È assodato che stili di vita virtuosi portino a un allungamento della vita e all’assenza di cronicità”.

Tra i primi a commentare le parole dell’assessore è stato il capogruppo del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco: “Anche oggi questa Giunta ci regala perle rare, con parole che risuonano colme di nostalgia. Nel vocabolario di Bertolaso ci sono espressioni come ‘razza italica’: le sciorina davanti ai microfoni della stampa come se fosse una cosa normale, ovvia, dimostrando invece una gigantesca ignoranza istituzionale. Questo ennesimo caso che coinvolge l’assessore non è accettabile”.

E poi il consigliere aggiunge: “Forse vuole ricucire le fratture interne alla Giunta di cui fa parte strizzando l’occhiolino alle teorie Lollobrigidiane di Fratelli d’Italia? Che l’assessore al Welfare prenda le distanze da se stesso ed inizi ad occuparsi dei problemi della Sanità Lombarda perché fino ad oggi, oltre a parole e conferenze stampa, non ha fatto nulla mentre i Lombardi sono abbandonati a se stessi”.

Il campetto largo trova un federatore: Pagliarulo dell’Anpi detta la linea francese a Schlein e Conte

di Sveva Ferri

Il leader dell’opposizione, Elly Schlein e 
Giuseppe Conte in testa, ieri sera si sono 
ritrovati sul palco della festa dell’Anpi a 
Bologna e hanno finalmente trovato un federatore: 

il leader dei partigiani Gianfranco Pagliarulo.

È stato lui, con l’immancabile colonna sonora di Bella Ciao, a dettare la linea francese, ovvero quella di un’alleanza di tutte le forze d’opposizione contro la destra. Una sorta di Nuovo fronte popolare in salsa italiana, che però come il modello d’Oltralpe risente delle differenze anche profonde che percorrono i vari partiti.

E che parte senza quel centro che molti, proprio a sinistra, considerano essenziale per raggiungere il risultato: né Carlo Calenda né Matteo Renzi, i “macrionisti d’Italia”, hanno risposto alla chiamata dell’Anpi lanciata sotto il titolo roboante “Noi siamo Costituzione”.

Il campetto largo alla corte dell’Anpi

In compenso, sul palco dell’Anpi, al fianco di Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi, c’era il leader di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. Insomma, come già visto alla manifestazione di Piazza Santi Apostoli, il progetto che si va delineando, ma non concretizzando, è sempre più spostato a sinistra. Del resto, se il primo pilastro dichiarato è quello della Costituzione, il secondo è quello dell’antifascismo.

Un’ammucchiata rossa che tiene insieme un po’ tutto e che minimizza le differenze su temi cruciali come la politica estera in nome dalla necessità di fermare la destra. Che poi, nel momento specifico, senza elezioni imminenti in vista, si traduce nel fermare le riforme.

L’obiettivo della nuova resistenza: fermare il cambiamento

Il campetto largo chiamato a raccolta dall’Anpi si ritrova intorno ai referendum contro autonomia e premierato, anche in questo dimostrando una certa vicinanza con i cugini francesi: l’antifascismo come foglia di fico per mascherare l’allergia al cambiamento.

Di più, per mascherare l’allergia alla volontà popolare che quel cambiamento ha richiesto a gran voce nelle urne non una, ma due volte: prima con le politiche e poi con la conferma del consenso per il governo di centrodestra emersa alle europee.

Schlein sposa il modello francese indicato da Pagliarulo

“Davanti all’affermazione di una forza politica di estrema destra nazionalista è importantissimo il segnale che hanno dato il fronte popolare e i liberali: un accordo per fermare il Rassemblement National”, ha detto Elly Schlein in un’intervista a La Stampa di oggi, che parlando dell’obiettivo mancato finora da parte dell’opposizione ha aggiunto: “Spero ci sia da spunto per non ripetere gli errori del passato. Il tempo dei veti è finito, è il momento di mettere insieme le nostre differenze attorno a un’alternativa credibile e solida”.

La segretaria Pd, quindi, ha richiamato lo spirito di piazza Santi Apostoli, dicendosi ottimista sulla possibilità di superare posizioni distanti.

Conte inizia coi distinguo e lancia l’allarme democrazia in Italia, e non solo

Più o meno quello che aveva già detto dal palco dell’Anpi, dove però subito erano emersi distinguo.

“È chiaro che dobbiamo lavorare per costruire una alternativa seria, che non significa fare accordi di desistenza come in Francia ma lavorare a un progetto di cambiamento positivo per la società attualizzando il progetto rivoluzionario della Costituzione”, ha detto Giuseppe Conte, secondo il quale “oggi abbiamo un problema di democrazia e non solo qui in Italia. La democrazia non se la passa bene perché è un concetto difficile da realizzare anche in termini sostanziali. Richiede meccanismi elettorali, richiede una informazione plurale e corretta… Spero ci sia la possibilità di aprire una riflessione seria nel Paese”.

Lo “splendido programma politico” di Fratoianni: mettersi insieme “solo per battere la destra”

Echeggia la solita idea per cui la democrazia funziona ed è in salute solo quando il voto premia la sinistra, un punto sul quale in effetti da quelle parti sembrano trovarsi tutti d’accordo: “Sarà che sto invecchiando ma ho questa fissazione: quando mi dicono vi mettete insieme solo per battere la destra, io dico che battere questa destra è uno splendido programma politico. Ed è un programma politico che deve diventare una bandiera piantata nella testa della gente”, ha detto Fratoianni.