Le teorie infondate sul missile che ha colpito l’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev (open.online)

di David Puente

FACT-CHECKING

Le fonti russe sostengono che il missile sia in uso dall’esercito ucraino, ma le analisi non reggono l’accusa

Circolano diverse teorie riguardo il missile che ha colpito l’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev dell’8 luglio 2024. Dal lato ucraino si tratterebbe di un missile russo X-101 (o Kh-101), mentre secondo i russi un AIM-120 o altri modelli di difesa in uso da Kiev. Qualcuno arriva a sostenere che sia un errore o qualcosa di orchestrato per addossare la colpa alla Russia. La narrazione russa in questa vicenda, come andremo a vedere, non regge.

Analisi

Di seguito il testo di un post Facebook che riporta la narrazione pro russa:

Il missile che ha colpito l’ospedale pediatrico sembra essere americano

I media ucraini hanno pubblicato il video del missile che ha colpito l’ospedale pediatrico a Kiev (in primo piano a sinistra). Dalle immagini emerge che il missile non è né da crociera, né balistico, ovvero non è tra quelli usati dalle forze russe per il massiccio bombardamento odierno.

Il tipo di traiettoria e la forma ricorda molto quella del missile antiaereo MIM-104 del sistema americano Patriot, unità di contraerea arrivata a Kiev nell’ambito dei numerosi pacchetti di assistenza militare occidentale.

Come spesso capita, le unità di contraerea ucraina hanno colpito erroneamente obiettivi civili, nel tentativo di abbattere i missili russi che volavano contro obiettivi militari, tra cui lo stabilimento bellico Artem della capitale ucraina, centrato da missili da crociera russi (video in basso a destra nel post).

KIEV, IL MISSILE CHE HA COLPITO L’OSPEDALE PEDIATRICO È DELL’ANTIAEREA UCRAINA, PROVENIVA DA OCCIDENTE
Prendendo i video pubblici dai canali pro-Kiev si può stabilire che il missile che ha impattato su una parte dell’ospedale pediatrico proviene chiaramente da occidente, non può essere stato un missile russo.

Potete verificarlo su Google Earth voi stessi a questo link, vi basta zoomare indietro e vedere che il missile viene da occidente. Nell’immagine è stato sovrapposto l’edificio a vetri in 3D sulla mappa 2D per facilitare l’identificazione del luogo dell’impatto.

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Altri post parlano di un intercettore Patriot PAC-3:

Sull’attacco all’ospedale a Kiev, cominciano ad apparire analisi sui fermi immagine del missile che ha colpito il luogo. Come già detto stamani, dubito che si saprà mai la verità a meno di un’ammissione di colpa. Ad ogni modo, chi ha scandagliato i video intercettati prima dell’impatto sostiene che il missile che ha colpito l’ospedale sembra essere un intercettore Patriot PAC-3 (muso appuntito), non un missile da crociera russo KH-101 (muso arrotondato).

Al missile nel video mancano anche le ali distintive del russo Kh-101. Tutto sarebbe conforme alle schegge della difesa aerea ucraina trovate sul luogo dell’esplosione e pubblicate sui social dagli ucraini. Il Ministero della Difesa russo respinge le accuse di responsabilità, affermando che si trattava di una provocazione del regime di Kiev in vista del vertice della NATO.

Rossella Fidanza TM

Arriviamo ai post dove viene citato il missile AIM-120:

È apparsa online la foto di un missile caduto ieri nei pressi di un ospedale di Kiev . L’immagine conferma la versione secondo cui un missile di difesa aerea ucraino AIM-120 del sistema di difesa aerea NASAMS è volato nel cortile.

La fonte russa e il canale Telegram di disinformazione

Una delle principali fonti utilizzate per addossare le colpe alla difesa ucraina è il canale Telegram War on Fakes, gestito dal 24 febbraio 2022 mattina da un gruppo di anonimi e sponsorizzato dal Ministero della Difesa russo, che nel corso di questi anni ha creato e diffuso le principali fake news a sostegno di Mosca, come ad esempio quelle sulla strage di Bucha e sul bombardamento dell’ospedale di Mariupol dove avevano accusato la beauty blogger Marianna di essere un’attrice ingaggiata da Kiev per interpretare due vittime (l’altra era una donna incinta come lei, morta poco dopo).

La teoria del missile AIM-120

Secondo gli admin del canale russo, il missile ripreso dai video sarebbe un “aria-aria” AIM-120 AMRAMM lanciato dal sistema “terra-aria” NASAMS SAM.

Le analisi proposte dal canale Telegram legato alle istituzioni russe si basano su fotogrammi a bassa risoluzione del video che riprende il missile, risultando di fatto sfuocato. Da un fotogramma prelevato da un video a più alta risoluzione, notiamo che la coda dell’AIM-120A AMRAAM non risulta compatibile con quella del missile.

Secondo Fabian Hoffmann, ricercatore dell’Università di Oslo ed esperto in missilistica, il missile caduto a Kiev non era un AIM-120, ma un Kh-101 (o X-101). Smentendo le teorie diffuse dal commentatore politico americano Jackson Hinkle, Hoffmann spiega che gli AIM-120 si autodistruggono a mezz’aria se mancano il bersaglio:

To emphasize the absurdity of this argument:

An AIM-120 and similar interceptor missiles will self-destruct mid-air if they miss their targets or lose radar lock.

The likelihood of an AIM-120 missing its target, failing to self-destruct, and then landing precisely on a children’s hospital is so minuscule that it isn’t worth considering.

Non può trattarsi di un MIM-104, come indicato da alcuni canali Telegram italiani. Infatti, risulta estremamente diverso da quello mostrato nel video e diverso da un AIM-120.

La teoria del fotogramma manipolato

In un post successivo, gli admin del canale Telegram russo accusano gli ucraini di aver manipolato un fotogramma del video per raffigurare nel missile un pezzo appartenente a quello russo X-101 (o Kh-101), ossia il motore a reazione turbofan (o turboventola) già presente nel predecessore Kh-555.

Dal video a più alta risoluzione che abbiamo recuperato dai canali vari Telegram, il missile presenta in tutti i fotogrammi le stesse caratteristiche del fotogramma che il canale russo sostiene sia stato alterato.

Anche il propagandista Lord Bebo, attivo su Twitter/X, sostiene che ci sia stata una manipolazione dell’immagine. Per dimostrarlo, pubblica lo screenshot di un’analisi che proverebbe l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il tool utilizzato, ossia Isitai.com, è noto per le sue verifiche fallimentari, come abbiamo visto nel caso delle teorie di complotto su Filippo Turetta.

La rappresentazione del missile russo

La rappresentazione del missile X-101 (o Kh-101) risultano provenire dalla scheda del missile sul sito Armyrecognition.com. Risulta evidente che il missile non sia stato ripreso nel video dall’alto, ma di lato. Per questo motivo le alette nella parte centrale non vengono visualizzate nella loro intera lunghezza.

Nella stessa pagina dedicata al missile Kh-101 è presente una foto di un suo predecessore, il missile Kh-555. Risulta scattata lateralmente, mostrando le alette come “più corte”.

La teoria della provenienza da Ovest

In base al video e alla posizione degli edifici, si sostiene che il missile provenga da Ovest e dunque non dalla Russia, indicando così come i probabili colpevoli gli ucraini. Il missile viene lanciato in volo da un bombardiere strategico per poi seguire un percorso prefissato grazie a un sistema di guida combinato (video e satellitare – GLONASS) tale da permettere agli operatori di far cambiare il bersaglio successivamente al lancio:

The missile’s GLONASS navigation system works in tandem with a TV terminal guidance system, which records visual data of the ground mid-flight. This allows operators to change targets post-launch. The computer matches geographical data with pre-loaded images of the target to confirm its impact point.

Sul sito Defence-ua.com sono presenti alcune mappe per indicare i percorsi effettuati da diversi missili da crociera usate dai russi, inclusi gli X-101 (o Kh-101). La raffigurazione sottostante riguarda i bombardamenti del 12 giugno 2024, dove gli X-101 vengono indicati in rosso.

La teoria delle “schegge”

Secondo il canale Telegram russo, i danni alle facciate dell’Ospedale pediatrico Okhmatdyt mostrerebbero i segni delle schegge dei sistemi di difesa aerea (la testata degli AIM-120 è a frammentazione). Oltre a questo, negano che sia stato distrutto un edificio dell’ospedale: «Se un missile avesse colpito direttamente l’ospedale, il danno sarebbe stato molto più grave e l’edificio sarebbe stato probabilmente distrutto. Invece, l’ospedale ha subito danni alla facciata, con segni di schegge e finestre rotte».

Il canale Telegram russo, di fatto, non condivide le immagini dell’edificio distrutto ma le facciate degli edifici accanto al luogo dell’impatto.

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(Foto da ANSA – EPA/SERGEY DOLZHENKO)

Il missile X-101 (o Kh-101) può essere armato con una testata convenzionale, con una testata nucleare (in quel caso parleremo di X-102 o Kh-102). Come riportano MissileThreat e Armyrecognition, ma non il canale Telegram russo, la testata può essere anche a frammentazione.

Conclusioni

L’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev non risulta colpito da un missile in uso dall’esercito ucraino. Dalle immagini ad alta risoluzione, rispetto a quelle a bassa utilizzate e proposte dai canali russi, mostrano come il missile sia un X-101 (o Kh-101). A sostenerlo con fermezza è anche dall’esperto in missilistica Fabian Hoffmann.

Quando un asterisco rimane senza voce (corriere.it)

di Aldo Grasso

Padiglione Italia

Ha provocato molti sfottò e critiche pungenti l’idea del Pd di ribattezzare la tradizionale «Festa dell’Unità» mettendo un asterisco finale al posto della «a» accentata.

Dal punto di vista linguistico è un totale non senso perché la gloriosa parola «Unità» non ha bisogno di alcun segno che opacizzi la sua desinenza. Oltretutto, in questo caso, l’asterisco svolge la sua funzione classica perché rimanda alla scritta completa: «Festa dell’Unità».

È vero che questa idea grafica (qui e altrove, l’asterisco è usato come simbolo di inclusione) ha esposto Elly Schlein a facili ironie, come se si trattasse del tappo di plastica di Salvini o della primula di Conte.

Purtroppo, una comunicazione che si rivolge principalmente alla propria «community» apre il fianco ai detrattori, ai Vannacci e ai grillonzi che non aspettano altro. Così la politica perde ogni carattere valoriale, si incanaglisce in una polemica da social e riesce a risolversi tutta intera in commedia dialettale.

Il problema, però, non è che Schlein abbia voluto ribadire i suoi concetti di fondo con i quali è diventata segretaria del Pd (inclusione, opzione donna, comunità Lgbtqia+, immigrazione, politiche sociali…), il problema è che non basta un asterisco, che è un segno privo di un corrispettivo suono reale, quando ci sarebbe bisogno di far sentire la propria voce, «forte e chiara».

Reddito di cittadinanza, il grande buffo delle 5 Stelle cadenti

di Edoardo Romagnoli

La Procura regionale del Lazio della Corte dei 
Conti continua il suo lavoro per fare luce su 
quella che potrebbe essere la più grande truffa 
ai danni dello Stato: 

il reddito di cittadinanza.

Secondo le stime si parlerebbe di circa 1,7 miliardi di euro erogati a soggetti che non ne avevano i requisiti. In realtà secondo valutazioni, ancora in corso, la somma potrebbe raggiungere un range di proporzioni astronomiche, in pratica da manovra finanziaria, compreso tra gli 8 e i 10 miliardi di euro.

Ricordiamo che l’esborso totale per il reddito di cittadinanza è stato di 20 miliardi di euro per circa 2 milioni di nuclei familiari, per un totale di 4,65 milioni di persone, con un assegno medio di 552 euro. In particolare il focus della Procura è sul sistema di erogazione delle somme durante la gestione di Pasquale Tridico.. Un meccanismo di accreditamento che, per tutto il 2019 prevedeva solo dei controlli ex post cioè dopo aver erogato le somme, avrebbe permesso anche a soggetti non titolati di percepire una rendita mensile.

Anche perché sembrerebbe che l’Inps e il Ministero del Lavoro avessero introdotto, all’alba della misura, un meccanismo di «solve et repete», ossia prima si paga e poi si controlla. Mettiamo subito in chiaro una cosa: non ci sono indagini in corso nè tantomeno indagati. Il decreto istruttorio, inviato all’ente previdenziale, è mirato a fare luce su alcuni meccanismi interni che regolavano l’erogazione delle somme.

Inizialmente erano state recapitate all’Inps 24 quesiti a cui l’ente era chiamato a rispondere con un report dettagliato. A tale richiesta l’ente previdenziale ha risposto con la massima apertura rendendosi disponibile a fornire tutte le risposte necessarie. Anzi, visto che per rispondere ai quesiti sarebbe stato necessario oltre un anno di lavoro l’Inps ha recapitato alla Procura della Corte dei Conti una controproposta.

In altre parole: diteci quello che vi serve sapere e noi rispondiamo. Ecco perché le 24 domande sono state sostituite da una serie di interlocuzioni (una di queste si terrà a Roma la prossima settimana) per ridurre i tempi di risposta.
Con questo rapporto diretto si passerebbe quindi da un anno a qualche mese, alcune fonti qualificate fanno sapere che già entro l’inizio dell’autunno potrebbe essere fornita tutta la documentazione richiesta.

Ma cosa hanno chiesto in concreto i magistrati contabili? Il numero e l’importo delle somme erogate catalogate per anno e per territorio. Un elenco di tutte le prestazioni non dovute e le attività avviate per il recupero di quelle somme. L’importo di quanto effettivamente è stato recuperato, sempre distinti per anno e territori. E quali iniziative l’ente previdenziale mise in atto per capire le ragioni per cui il sistema di gestione e controllo delle domande per ottenere il reddito di cittadinanza non abbia funzionato.

Ma anche le generalità dei dirigenti preposti alla realizzazione delle procedure di gestione dell’erogazione del sussidio e Miliardi di euro La somma totale stanziata dal governo per finanziare il reddito di cittadinanza di coloro che avevano la gestione del sistema di controllo. Chiarimenti che serviranno al Tribunale della Corte dei Conti per individuare le eventuali responsabilità e calcolare il danno erariale.

In questo calcolo vanno sommate non solo le cifre erogate a chi non ne aveva diritto, ma anche le spese sostenute, a livello legale e amministrativo, dall’ente pubblico per il recupero delle prestazioni non dovute. Oltre alle perdite causate dal ritardo nelle procedure di recupero. Non è la prima volta che la Corte dei Conti prova a capire l’entità di un eventuale danno erariale, ma l’ultima relazione richiesta all’Inps preparata da Tridico non aveva soddisfatto la Procura. Anche perché, fino ad allora, la «difesa» dell’ente previdenziale si basava sul fatto che i controlli spettavano ai Comuni e non all’ente di via Ciro il Grande.

Una tesi che i magistrati contabili non sembrano aver preso in considerazione. Ma di che cifre stiamo parlando? Nell’atto di accusa dell’ex magistrato della Corte dei Conti, Antonio Buccarelli, che nel 2022 aveva denunciato il malfunzionamento della misura a 5 Stelle, si calcolano 791.380.228,22 euro per gli anni 2021-2022 e una stima per gli anni 2019-2020 di circa 900 milioni. Le somme sarebbero state indebitamente elargite nonostante mancassero i requisiti per ottenerle.

Ma perché all’Inps di Tridico ci sarebbero state queste falle nel sistema di accreditamento e di controllo? Una risposta ce la può fornire una rilevazione dell’Ufficio studi Confcommercio del 2022 che mostrava come «a parità di condizioni se della quota dei percettori fosse cresciuta dell’1% assoluto, la percentuale di voti del Movimento 5 Stelle sarebbe salita del 2,4%». In pratica se in un territorio la percentuale di percettori fosse passata dal 3 al 4% i voti ai grillini sarebbero saliti dal 10 al 12,4%.

E questo potrebbe anche spiegare l’emorragia di voti, circa 2 milioni in tutta Italia, che soprattutto al Sud ha colpito il Movimento orfano del reddito di cittadinanza. Il deputato FdI Walter Rizzetto, che del dossier Inps si è occupato fin dall’inizio, non ha dubbi: «Diciamo che ognuno dispone delle risorse umane e statali come meglio crede. Penso che il M5S abbia usato il reddito di cittadinanza come una sorta di misura elettorale».

E il fatto che ci fossero molti percettori illeciti si è visto con l’introduzione dell’assegno di inclusione che ha «rilanciato il mercato del lavoro» ha sottolineato. Un altro campanello d’allarme è dato dal fatto che fra gli ex percettori del reddito in molti non hanno aderito ai corsi di formazione, peraltro pagati (350 euro al mese).

Probabilmente si tratta di coloro che lavoravano a nero nonostante percepissero il reddito. «Tra l’altro rispetto al reddito di cittadinanza l’assegno di inclusione vale in media dai 100 ai 120 euro in più» ha concluso il deputato FdI. Nessuno mette in dubbio che in Italia ci siano fasce di popolazione che abbiano bisogno di un sostegno economico, ma proprio per questo occorreva controllare per fare in modo che andassero nelle tasche giuste.