«Grazie ai nostri sforzi diplomatici, alla resistenza del nostro popolo e dei nostri soldati, costringeremo la Russia a confrontarsi con la realtà e con la necessità di ripristinare la giustizia per l’Ucraina e una pace duratura. Circa un centinaio di paesi in tutto il mondo si sono uniti allo sforzo per attuare la Formula della Pace. Esorto questi paesi a convincere i loro partner che ancora si astengono dal collaborare con noi, a convincerli che la vera pace non dovrebbe avere alternative».
A dichiararlo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il Quarto Summit della Piattaforma di Crimea 2024, che si è tenuta ieri a Kyjiv con la partecipazione di circa una sessantina di leader internazionali.
Il presidente ucraino ha ribadito di voler presentare a breve un nuovo «piano per la vittoria» a Joe Biden nel suo prossimo viaggio negli Stati Uniti. A fine mese Zelensky dovrebbe tenere un discorso alla Assemblea generale delle Nazioni Unite e quello potrebbe essere il momento migliore per presentare il piano.
La sua proposta arriva in un momento critico della guerra che vede una significativa avanzata delle truppe del Cremlino, nonostante il contrattacco di Kyjiv nella regione di Kursk. Secondo Zelensky il piano potrebbe avere un importante «impatto psicologico» tale da spingere la Russia a porre fine alla guerra in maniera diplomatica.
Anche il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken ha confermato il sostegno del mondo all’Ucraina nella sua lotta per la libertà, l’indipendenza e l’integrità territoriale. «La Russia ha orchestrato il referendum della vergogna. La Crimea non è un caso isolato: è un modello. Questo è il modo in cui la Russia governa ogni parte dell’Ucraina che occupa. Ed è quello che possiamo aspettarci che Putin faccia ogni volta che si impadronisce del territorio ucraino».
Il segretario di Stato americano ha elencato i successi militari di Kyjiv e quanto sia necessario aiutarla ancora: «Da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala, l’Ucraina ha affondato o danneggiato quasi un terzo della flotta russa, respingendo la Russia dal Mar Nero – imprese che l’Ucraina ha realizzato senza una propria flotta. L’Ucraina ha riaperto un corridoio marittimo, permettendo ancora una volta al suo grano di alimentare il mondo. E ora, grazie ai missili a lungo raggio forniti dai suoi partner, l’Ucraina sta effettivamente prendendo di mira i mezzi militari russi in Crimea. La Crimea è molto più di ciò contro cui gli ucraini stanno combattendo. La Crimea riguarda ciò per cui gli ucraini stanno combattendo».
La Piattaforma di Crimea, iniziativa diplomatica lanciata dall’Ucraina nel 2021, mira a creare una coalizione internazionale per sostenere la restituzione della Crimea all’Ucraina e tutelare i diritti umani nella regione. L’obiettivo principale è coordinare le azioni tra i paesi alleati, rafforzando la pressione internazionale sulla Russia e affrontando le questioni legate all’occupazione illegale della Crimea da parte di Mosca, iniziata nel 2014.
Quest’anno, il Summit ha deciso di dedicare una particolare attenzione alla questione riguardante la de-occupazione e la reintegrazione della Crimea come elemento obbligatorio della Formula di Pace ucraina, alla situazione dei diritti umani nel territorio occupato e all’importanza del rilascio degli ostaggi civili.
«Esprimiamo il nostro rispetto per il coraggio, la resistenza e l’eroismo del popolo ucraino, che ha resistito all’invasione militare su vasta scala da parte della Russia, immotivata, ingiustificabile e illegale, e manifestiamo la nostra solidarietà per le perdite subite dalle forze militari delle forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina e dalla popolazione civile che soffre a causa delle atrocità commesse dalla Federazione Russa», hanno dichiarato i partecipanti, ribadendo di non riconoscere l’annessione da parte della Russia della Crimea e l’occupazione di Sebastopoli e delle regioni di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia, che viola la Carta delle Nazioni Unite e costituisce una minaccia alla sicurezza internazionale.
Inoltre, è stata sottolineata la volontà di continuare a sostenere l’Ucraina, da un punto di vista politico, finanziario, economico, umanitario e militare. «La Russia ha la piena responsabilità per la guerra che ha iniziato e per gli ingenti danni causati dal conflitto, e tutti i responsabili di crimini di guerra devono essere chiamati a risponderne», hanno proseguito i leader internazionali, condannando il Cremlino per le «Continue violazioni del diritto internazionale, e dei diritti umani e umanitari, che includono persecuzioni politiche, violenze sessuali, detenzioni arbitrarie, trasferimenti forzati, detenzioni di civili, torture, e trattamenti crudeli, inumani e degradanti».
Mette Frederiksen, primo ministro della Danimarca, ha dichiarato che «La terra dell’Ucraina, inclusa la Crimea, appartiene al popolo ucraino. Non alla Russia, non a Putin», prendendo una posizione chiara contro la Russia, che ha preso di mira civili e infrastrutture. «La Danimarca ha fornito all’Ucraina F-16, sistemi di difesa aerea, munizioni e altri equipaggiamenti militari. Continueremo a fornire un supporto consistente».
Anche Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, si è espresso a favore di Zelensky: «La Piattaforma di Crimea è un esempio dell’impegno dell’Ucraina per una pace giusta. Non esiste pace in Europa senza pace in Ucraina. Al vertice della Nato a Washington, abbiamo concordato un ampio pacchetto di sostegno che renderà l’esercito ucraino più forte e i comandanti della Nato aiuteranno l’Ucraina».
Stoltenberg ha poi sottolineato che la Nato ha stanziato quaranta miliardi di euro per il prossimo anno, in modo da garantire finanziamenti a lungo termine.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito il sostegno e la solidarietà dell’Italia all’Ucraina e la condanna verso il Cremlino. «L’annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa rimane una gravissima violazione di quel sistema di regole e principi universalmente riconosciuti nella Carta dell’Onu che garantiscono la pacifica convivenza tra le Nazioni», ha detto la premier.
«È una violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, che calpesta i diritti delle popolazioni che non vogliono rinunciare alla loro identità e rimane tale anche a distanza di dieci anni. La Russia non è riuscita a piegare l’eroica resistenza ucraina, e la nostra compattezza e unità di intenti hanno garantito all’Ucraina gli aiuti necessari per difendere la propria libertà. E questo è un valore, che dobbiamo sapere proteggere, se vogliamo far tornare la pace nel cuore dell’Europa».
Annalena Barbock, ministro federale degli affari esteri tedesco, ha confermato anche la vicinanza della Germania: «La Crimea oggi è un luogo dove non esiste libertà, dove possedere un documento che porta ancora il tridente ucraino significa che potresti essere costretto a scusarsi davanti alla telecamera, dove ascoltare la canzone “Chervona Kalyna” a casa tua può farti arrestare, dove possedere la bandiera ucraina comporta quindici giorni di detenzione. Rimarremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario affinché l’Ucraina possa vincere questa guerra e ottenere la pace».