Nomine Rai, Conte e AVS si spartiscono il CdA con la destra: “il campo largo non esiste”, Schlein e il Pd isolati (unita.it)

di Carmine Di Niro

Alleanza già finita?
Nomine Rai, Conte e AVS si spartiscono il CdA con la destra: “il campo largo non esiste”, Schlein e il Pd isolati

Il riassunto migliore della situazione nel centrosinistra lo regala Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi che assieme a Nicola Fratoianni forma l’Alleanza Verdi-Sinistra: “Il campo largo non esiste”.

E infatti dopo le divisioni sulla politica estera, supporto all’Ucraina in primis, il parallelismo contiano tra Trump e Harris per le presidenziali Usa del prossimo novembre e il ‘no’ alla firma per il referendum sulla cittadinanza dell’ex premier, anche sulla Rai quello che dovrebbe essere il “campo largo” contro la destra va in frantumi.

Chi sono i consiglieri eletti nel CdA Rai

L’ennesima dimostrazione di una alleanza impossibile è arriva questa mattina in Parlamento: alla Camera vengono eletti due consiglieri per il prossimo CdA della tv pubblica, con la scelta ricaduta su Federica Frangi, giornalista del Tg2 in “quota Fratelli d’Italia”, e Roberto Natale, per sei anni presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana (il sindacato nazionale dei giornalisti), eletto in quota AVS col sostegno dei 5 Stelle.

Per Frangi i voti sono stati 174, arrivati da tutte le forze di maggioranza, mentre quelli per Natale 45 su cui sono confluiti i voti del Movimento Cinque Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra. I voti dispersi invece sono stati tre, sei le schede bianche e tre quelle nulle.

Scena fotocopia andata in onda anche al Senato, dove l’Aula ha eletto Antonio Marano Alessandro Di Majo. Il primo, ex direttore di Rai2 indicato dalla Lega, è stato il più votato con 97 voti. Di Majo, già consigliere in quota M5s dal 2021, ha ottenuto 27 voti. Un voto è stato per Ruggero Aricò, due schede bianche e quattro nulle. Hanno partecipato al voto 131 senatori. Pd, Italia Viva e Azione non hanno partecipato al voto.

Come da previsioni della vigilia, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha proposto alla presidenza del Consiglio dei ministri la nomina di Simona Agnes e Giampaolo Rossi (come amministratore delegato) nell’ambito del Cda della Rai. 

Il “campo largo” si spacca

Come era emerso già nella giornata di mercoledì, alla prova dei fatti il “campo largo” si è rotto in Aula. I parlamentari del Partito Democratico, coerentemente con la scelta presa dalla segreteria Elly Schlein, hanno scelto di non partecipare al voto non rispondendo alla chiamata.

Scelta questa condivisa da Italia Viva e da Azione, mentre i 5 Stelle di Giuseppe Conte e AVS hanno infine deciso di esprimere il proprio voto. Una mossa che non è piaciuta, per usare un eufemismo, alla leader Dem: “Il Pd è rimasto sulla posizione che era di tutte le opposizioni fino a ieri. Noi rimaniamo coerenti con l’idea che sia sbagliato rinnovare un consiglio di amministrazione che sostanzialmente è già fuori legge perché il Media Freedom Act europeo è un regolamento già entrato in vigore”.

Le fa eco Maria Elena Boschi per Italia Viva, con Matteo Renzi sempre più posizionato a sostegno dei Dem: “Noi abbiamo condiviso la linea di Elly Schlein – spiega l’ex ministro – quindi non parteciperemo al voto come non parteciperà il Pd. Se anche il Movimento 5 stelle avesse tenuto la stessa linea, oggi la maggioranza sarebbe in difficoltà, invece loro hanno preferito fare accordi con il centrodestra per i posti nel Cda. Siamo abituati a queste scelte un po’ bizzarre da parte dei grillini, spero che smettano di dare lezioni agli altri”.

Conte rompe i patti

Giuseppe Conte difende invece la sua posizione e quella dei suoi deputati. Per l’ex premier “il Consiglio di amministrazione non è una poltrona. Sono funzioni di controllo e vigilanza”.

“Chi non vuole occupare le poltrone in Rai dica ai suoi ‘uscite fuori dalla Rai e abbandonate le poltrone’”, ha aggiunto il leader politico dei 5 Stelle, concludendo: “La riforma della governance della Rai non si può fare in tempi rapidi. E nel frattempo cosa facciamo? Rimaniamo senza cda? Lo lasciamo quindi a Giorgia Meloni e alle forze di maggioranza, senza esercitare neppure quel minimo controllo per il pluralismo e per le funzioni di vigilanza e di controllo?”.

Quanto a Bonelli e alle sue parole sul “campo largo” che “non esiste”, il portavoce dei Verdi è netto nelle sue dichiarazioni: “Se esistesse avremmo una situazione differente. È un lavoro che dobbiamo fare con molta pazienza, ci riusciremo. Abbiamo molti punti in comune, ma sulla Rai abbiamo una valutazione diversa. Noi non riteniamo saggio lasciare a Telemeloni il controllo del CdA”.