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«Poca misericordia. Si tutelano le donne, c’è una legge a dirlo» (corriere.it)

di Fabrizio Guglielmini

La ginecologa

Ginecologa e presidente del centro anti-violenza «Svs Donna aiuta donna» di Milano, Alessandra Kustermann, tra le mas-sime esperte nel campo in Italia, ar-ticola una riflessione sulle parole del Papa a proposito dell’aborto e com-menta il termine «sicario» utilizzato da Francesco: «Il Papa è il capo della Chiesa cattolica e come tale può dire che l’aborto è un omicidio, mentre ritengo che difetti di misericordia l’affermazione che i medici non obiet-tori a una legge dello Stato siano sica-ri».

Poi l’affondo: «Un sicario è prez-zolato. Visto che la legge 194 vieta l’a-borto al di fuori delle strutture pub-bliche non vi è differenza di stipendio fra medici non obiettori e medici obiettori». Si sotto-linea la parola «mi-sericordia» anche per percorsi spesso tormentati: «Ho sempre ritenuto che una donna decida di abortire per salva-guardare il suo dirit-to all’incolumità psichica e fisica. Le donne hanno aborti-to per millenni tramandandosi i rime-di per interrompere una gravidanza indesiderata: molte sono morte per emorragia, intossicazione e per infe-zione».

Negli anni 60 gli aborti clan-destini erano circa un milione l’anno, grazie alla legge 194 sono scesi al di sotto dei 70mila negli ultimi anni. «Abbiamo aiutato le donne a non rischiare la vita e la fertilità — conclu-de Kustermann — pur di abortire; abbiamo fatto il nostro dovere di medici». E ancora un punto: «Non mi sono mai sentita un’assassina quando ho praticato un aborto in ospedale, non mi sono mai fatta pagare da una donna per un certificato che attestasse la sua volontà di abortire».

Marco Rizzo, l’invettiva «scorretta»: «Vogliono imporci i gusti sessuali delle minoranze. Invece di occuparsi della famiglia Elly Schlein balla sul carro del Gay Pride» (corriere.it)

di Fabrizio Caccia

L'intervento dell'ex leader comunista e 
il boom sul web: 

«Quest’epoca insopportabile del politicamente corretto, per cui ormai non c’è un film o una pubblicità in cui non ci sia un gay o un nero»

«Va bene, parliamo, ma ho pochi minuti, sto andando a farmi raddrizzare la schiena, metodo Mézières, lo conoscete? Non ho fatto acrobazie erotiche, è che peso 110 chili…».

Marco Rizzo, che compirà 65 anni sabato 12 ottobre, un po’ se l’è cercata. L’altro giorno, intervenendo all’evento «L’Italia dei Conservatori», l’ex segretario del Partito comunista, già deputato ed europarlamentare, a un certo punto ha detto: «Mi piace la gnocca. Posso dirlo? E non mi dovete rompere le balle…».

La diretta su Tik Tok ha avuto all’istante, è il caso di dirlo, un’impennata di ascolti: 20 mila like, più di 2 mila commenti. Di che genere? «Per il 99% direi positivi, da parte di uomini e donne». E che ha detto la sua seconda moglie? «Non ha dato peso, Susanna poi è molto riservata (Susanna De Notti, bellissima, che molti scambiano per l’attrice Stefania Rocca, ndr) e oggi c’è solo una cosa che la preoccupa, la guerra in Medio Oriente…».

Comunque chi lo conosce bene assicura che quello che ha detto non è certo una novità. Torinese, ex alpino, anche pugile e tiratore con l’arco, specie ai tempi di Montecitorio Marco Rizzo passava per un discreto tombeur («Macché, sono un povero pensionato», si schermisce furbo).

«L’altro giorno io stavo ragionando di politica generale davanti a personalità del calibro di Gianfranco Fini, Luciano Violante e non mi pare siano rimasti scandalizzati», racconta l’attuale coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana Popolare («Ormai ho chiuso col Pc, solo il sovranismo popolare oggi può difendere le classi più deboli, Lenin starebbe con noi»).

Spiega: «Quella cosa non l’ho detta per compiacermene, stavo solo criticando quest’epoca insopportabile del politicamente corretto, per cui ormai non c’è un film o una pubblicità in cui non ci sia un gay o un nero. Oggi un film come Amici miei di Monicelli non si potrebbe fare: “Endovenosa, sorella? Eccomi pronto, grazie…”, sai le proteste, i distinguo… Oggi i gusti sessuali di una minoranza finiscono per costituire un obbligo per la maggioranza. Ma i desideri non possono trasformarsi in diritti: dall’utero in affitto alle monoporzioni al supermercato. Che ne è della famiglia?».

Lui risponde così: «Friedrich Engels diceva che la famiglia è il primo nucleo della società borghese e io aggiungo che senza la famiglia, senza le pensioni dei nonni e delle vecchie zie, oggi in Italia avremmo 11 milioni di poveri in più. La famiglia è un presidio dello stato sociale e che fa Elly Schlein invece di occuparsene? Si mette a ballare sul carro del Gay Pride». Lo sfogo è finito: Rizzo ora pensa all’Umbria, dove a novembre si vota. Candidato governatore.