L’”October Surprise”, la sorpresa dell’ultimo momento che può cambiare le elezioni (lavocedinewyork.com)
di Anna Guaita
Scandali, rivelazioni di documenti segreti, avvenimenti internazionali hanno alle volte influito sui risultati
“La pace è a portata di mano”.
Era la mattina del 26 ottobre 1972, due settimane prima delle presidenziali Nixon-McGovern, e Henry Kissinger sganciava su un’America stanca della guerra in Vietnam questa ottimistica notizia che rafforzava la posizione elettorale del presidente. In realtà, l’accordo di pace di Parigi fra gli USA e il Vietnam del Nord era ancora mesi di là da venire.
Ma quelle parole ebbero l’effetto di distrarre l’opinione pubblica dallo scandalo Watergate che era già iniziato, e stava cominciando a lambire Richard Nixon in modo significativo. Nixon vinse facilmente contro il rivale George McGovern, un democratico progressista e pacifista.
Le parole di Kissinger sono oggi considerate un perfetto esempio di “October surprise”, una “sorpresa di ottobre”, un evento cioè che avviene a ridosso delle elezioni e che ha l’effetto – voluto o accidentale – di influenzare l’opinione pubblica e spostare voti.
L’October surprise non è una novità degli ultimi decenni, ce ne sono stati anche nell’Ottocento, ma dal secondo Novecento a oggi sono diventati sempre più frequenti, aiutati dalla diffusione dei mass media, l’ascesa delle Tv di news 24/24 e di Internet.
La maggior parte degli elettori a ottobre ha già deciso per chi votare, soprattutto in elezioni in cui i due candidati siano così diversi l’uno dall’altra come quelle di quest’anno. Ma è un dato confermato dai sondaggi che gli October surprise possono risultare particolarmente efficaci presso gli indecisi, e che nella storia moderna hanno spesso avuto un peso nel determinare una vittoria o una sconfitta.
Non è detto che le “sorprese” debbano essere solo negative e contrastare un candidato. Per esempio il 30 ottobre 1992 quando il democratico Bill Clinton correva per la presidenza contro il presidente repubblicano in carica, George Bush senior, che cercava la rielezione, l’ufficio del procuratore speciale annunciò che stava chiudendo le indagini sul suo coinvolgimento nello scandalo immobiliare di Whitewater, una controversia che era stata rovente per gran parte della campagna elettorale.
La decisione contribuiva a dissipare i sospetti sull’integrità del 46enne governatore dell’Arkansas, proprio prima che gli elettori si recassero alle urne.
L’October surprise può includere scandali, rivelazioni di documenti segreti, accuse specifiche contro i candidati o inattesi eventi internazionali. Nel 2004 ad esempio fu un intervento estero a cadere come un masso sulle elezioni americane: il 29 ottobre, a pochi giorni dalle presidenziali tra il presidente George W. Bush e lo sfidante democratico John Kerry, il canale Tv Al Jazeera trasmise un video in cui Osama Bin Laden si assumeva la responsabilità degli attacchi dell’11 settembre.
La pubblicazione del video ebbe un impatto significativo negli ultimi giorni della campagna elettorale, ricordando agli elettori la minaccia del terrorismo e facendo balzare in avanti di sei punti la popolarità di Bush.
Nel 2016 si incrociarono rivelazioni sia contro Donald Trump che Hillary Clinton: poco prima delle elezioni, il Washington Post portò a galla un video del 2005 in cui Trump, durante una conversazione con il conduttore televisivo Billy Bush, faceva commenti volgari e sessualmente espliciti su come approcciava le donne.
La frase più controversa del video fu “Grab them by the pussy” (“Prendile per la vagina”), una dichiarazione che implicava comportamenti predatori. Trump si scusò con il pubblico americano, e cercò di minimizzare l’incidente definendolo “chiacchiere da spogliatoio”. Ma ad agitare le acque a suo favore, il 28 ottobre, l’FBI annunciava la riapertura dell’indagine sull’uso da parte di Hillary Clinton di un server privato di posta elettronica quando era Segretario di Stato.
Il 6 novembre 2016, a soli due giorni dalle elezioni, Comey precisava che Hillary Clinton non doveva essere incriminata per l’uso del server privato. Ma la ex Segretario di Stato, che era in vantaggio prima della “sorpresa “ dell’Fbi, non si riprese in tempo e perse perfino in tre Stati tradizionalmente democratici, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin.
E quest’anno? Al momento, la situazione rimane fluida, e nessuna delle notizie di questi giorni è una “sorpresa” . Ma le elezioni sono il 5 novembre… c’è ancora tempo
Ponte sullo Stretto, ambientalisti: grave impatto su ecosistema (quotidianodelsud.it)
L’impatto sull’ecosistema prodotto dal Ponte sullo Stretto preoccupa Legambiente e altre associazioni, ecco il documento inviato al ministero
Aspra contestazione, nel merito e nel metodo, alle integrazioni prodotte dalla Stretto di Messina sul progetto del Ponte sullo Stretto arriva dalle associazioni ambientaliste che hanno presentato al ministero dell’Ambiente un documento di 600 pagine di contro osservazioni.
L’ampio dossier è stato inviato alla Commissione di Via – Vas da Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf Italia, insieme alla “Società dei Territorialisti” ai “Medici per l’Ambiente – Isde” e ai comitati “Invece del Ponte” e “No Ponte – Capo Peloro”, tutti uniti dall’obiettivo di rafforzare la tesi, già ampiamente dimostrata in precedenza, secondo cui il Ponte «rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non compensabile né mitigabile».
IMPATTO AMBIENTALE DEL PONTE SULLO STRETTO «NON MITIGABILE»
A redigere il documento sono stati 39 esperti e tecnici, tra cui figurano molti docenti universitari, che, spiegano gli ambientalisti, «hanno dovuto districarsi in un vero e proprio labirinto costituito da centinaia di nuovi elaborati, a volte anche in contraddizione tra di loro».
Le integrazioni prodotte, tuttavia, non risponderebbero alle segnalazioni critiche formulate dalla Commissione di Valutazione d’impatto ambientale «ma si limitano a tentare di giustificare scelte progettistiche già effettuate dalla Stretto di Messina SpA».
Secondo i firmatari delle nuove osservazioni, le stesse dimostrerebbero che gli impatti dell’infrastruttura non possono essere «mitigati o compensati» e sebbene la Stretto di Messina li indichi nel proprio progetto lo fa solo in «forma minimizzata».
Il lavoro di analisi della società concessionaria dell’opera «contiene un errore eccezionalmente grave, ovvero, la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell’opera producono. – chiariscono gli ambientalisti – L’assenza del cosiddetto “effetto cumulo” rappresenta una palese violazione della normativa vigente, sia comunitaria che nazionale».
Il parere della Commissione di Via – Vas è atteso per metà novembre, ma le associazioni e i comitati «escludono persino la possibilità di un’approvazione con prescrizioni – e – ritengono pertanto che la Commissione non potrà che chiudere il procedimento Via in corso con parere negativo».
I PUNTI CRITICI DELLA PROGETTAZIONE
Entrando nel merito dei principali punti critici individuati dalle associazioni e dai comitati, vi è una carenza attribuita al progettista relativamente alla Valutazione di incidenza ambientale (Vinca).
Per quanto concerne le aree sottoposte a vincoli comunitari in quanto ricomprese nei siti della Rete Natura2000, su cui già nel 2013 la Commissione di Via si era espressa negativamente, affermano le associazioni che si tratta dell’aspetto in cui «il numero di analisi parziali, omissive e metodologicamente criticabili, appare più evidente anche perché alcune delle compensazioni proposte sono o risibili o non compatibili con le Linee guida dello stesso Mase – e sono date per – scontato autorizzazioni che molti singoli interventi necessitano».
Inoltre, «si prevede di cantierizzare per anni ulteriori aree delicate e vincolate, anche oltre quelle direttamente interessate dal Ponte».
PONTE SULLO STRETTO E IMPATTO SULLA BIODIVERSITÀ
Nel documento si sottolinea, poi, che gli interventi compensativi sono incompatibili con la pianificazione paesaggistica e quindi con i vincoli a questa relativi delle regioni Calabria e Sicilia.
La mole più consistente delle critiche viene fatta sul piano dell’impatto sulla ricca biodiversità dello Stretto in special modo sull’avifauna della zona. «Viene addirittura ignorata la presenza di alcune specie, di altre si sottostima la consistenza o si descrivono rotte e traiettorie sulla base di rilievi condotti con un radar limitato nella sua portata e mal posizionato», spiegano gli ambientalisti che documentano come invece «l’analisi storica dei venti che interessano lo Stretto porti a ritenere una collisione dell’avifauna ben superiore a quanto ipotizzato nei documenti prodotti dalla SdM».
E dicono ancora: «Tutti gli effetti ambientali sono stati considerati anche rispetto gli impatti sul mare, sulla costa, sulla risorsa idrica, in relazione sia all’opera che ai cantieri necessari per realizzarla. L’inevitabile distruzione delle rarissime (e vincolate) cosiddette beach rock sul litorale prossimo a Ganzirri costituisce solo un esempio della sproporzione dell’intervento rispetto alla delicatezza dei luoghi».
ASPETTI STRUTTURALI E DI CANTIERE
Anche nel dossier delle associazioni e dei comitati viene riproposta l’inesauribile questione delle faglie attive e capaci presenti nell’area interessata dall’opera per le quali sarebbe insufficiente l’integrazione documentale.
Molti i rilievi sugli aspetti di cantiere dell’opera e su quelli strutturali: «Rumori e vibrazioni sono oggetto di puntuali controdeduzioni rispetto alle sottovalutazioni contenute nelle integrazioni dei progettisti che per le polveri hanno addirittura considerato aree di disturbo vicino ai cantieri per soli 50 metri. – e aggiungono – non ci potranno essere risposte rispetto alla tenuta dei cavi finché non si faranno i test che lo stesso progettista indica e come le risposte fornite in merito alle oscillazioni del Ponte non appaiono convincenti (in particolare in relazione all’attraversamento ferroviario)».
COSTI E BENEFICI
Le controsservazioni inviate al Mase trattano anche del tema costi/benefici e concludono: «l’aggiornamento dei flussi di traffico al 2022 non giustifichi la realizzazione del Ponte che, se realizzato, avrebbe come risultato il trasferimento del trasporto via mare sul ferro, lasciando inalterato il trasporto su gomma e quello aereo. Per altro non si considera l’intermodalità del trasporto marittimo migliorata con il collegamento dinamico finanziato con fondi del Pnrr».
Sottolineano, inoltre: «Manca poi una approfondita e completa valutazione di impatto sulla salute pubblica».
Intervento dei Presidenti Mattarella e Begaj al Teatro del Seminario di Piana degli Albanesi (Quirinale)
18 Ottobre 2024