Clandestino (diario.world)

“I confini sono sacri. Chiunque, domani, voglia andare in Nigeria, Arabia Saudita, Australia, Canada, Svizzera o in qualunque altro Paese al mondo, deve avere i documenti in regola. Non si capisce perché, secondo qualche giudice, possono arrivare in Italia cani e porci”.

Lavorare al freddo (corriere.it)

di Massimo Gramellini

Il caffè

L’operaia Stellantis si lamenta sul Corriere che in fabbrica manca il riscaldamento, i locali sono sporchi e persino la tuta bisogna portarsela da casa.

Però, diciamoci la verità: delle condizioni di lavoro, oggi in Italia, non importa niente a nessuno. Ci si indigna ancora, ma solo per pochi attimi, quando qualcuno ci lascia la pelle sotto un macchinario o in un campo di pomodori. E tutto finisce lì, dentro un sospiro di resa. Altre sono le battaglie in cui si spera di incidere e di migliorare la società. Il lavoro viene dato per perso.

Non esistono alternative, dicono: funziona così in tutto il mondo. Per sopravvivere le aziende devono fare profitti, e per fare profitti devono tagliare sul costo rappresentato dai lavoratori. Da qui i subappalti, il precariato, i bassi stipendi e i risparmi sulla sicurezza e sul resto, a cascata.

L’idea di un capitalismo dal volto umano sembra un ossimoro. Con le dovute eccezioni, non si fa impresa per distribuire benessere in modo capillare, ma per arricchire gli azionisti contendendo alle imprese rivali gli ultimi consumatori rimasti.

E questi consumatori sono sempre di meno perché per consumare un prodotto bisogna comprarlo, per comprarlo bisogna avere dei soldi e per avere dei soldi bisognerebbe poter lavorare con paghe e in condizioni dignitose.

Ma non fateci caso, le mie sono solo banalità da vecchio liberalsocialista cresciuto nel culto di Piero Gobetti e Carlo Rosselli, due riformisti veri che oggi passerebbero per comunisti nordcoreani.

La gufata di Renzi a Giorgia Meloni: «Vuol fare l’influencer? L’Albania sarà il suo Pandoro…» (open.online)

di Alba Romano

Il leader di Italia Viva all'attacco sul caso migranti: 
«Sperpero di denaro pubblico per capriccio personale» della premier
Una scelta «pregiudiziale», quella dei giudici, di non convalidare il trattenimento dei migranti nei centri italiani in Albania. Almeno, così l’ha definita Giorgia Meloni, che ha convocato per lunedì un Consiglio dei ministri ad hoc per «superare quest’ostacolo» posto dalla magistratura.
Mentre i migranti fanno ritorno in Italia (a Bari), Matteo Renzi punzecchia la presidente del Consiglio e lancia la sua “gufata”: «Per storia personale e convinzione politica sono l’ultimo a voler difendere la magistratura.
E non entrerò nel merito della questione perché in questa vicenda albanese lo scontro con i giudici non c’entra nulla. La verità è più grave, Meloni ha commesso un errore clamoroso: sta sprecando centinaia di milioni degli italiani solo per un suo capriccio personale».
Il vero affondo però arriva in coda, col parallelo al veleno tra la leader di Fratelli d’Italia e Chiara Ferragni: «Lei è una influencer, non una statista. Ma questo spreco di soldi degli italiani è assurdo e illogico: diventerà il suo pandoro…».

matteo renzi giorgia meloni emanuele pozzolo