Festival della Fotografia Etica, parla il direttore Prina (laragione.eu)

di Claudia Burgio

L’arte fotografica come arma del cambiamento. 
Le mostre a Lodi fino al 27 ottobre. 

Per il direttore Prina: “Una fotografia necessaria”

La parola guerra è tornata sulle nostre bocche e per questo “la fotografia è necessaria”, come ama definirla  Alberto Prina, direttore del Festival della Fotografia Etica che si terrà a Lodi tutti i week end fino al 27 ottobre. Una forma d’arte che (da sempre e per fortuna) obbliga a prendere contatto con la realtà e a non chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie. 843 i fotografi dei cinque continenti che hanno inviato oltre un migliaio di progetti. Sette i fotografi che si sono aggiudicati la vittoria, o la menzione speciale, nelle categorie che costituiscono il Premio.

“Gli scatti sono sempre un bilancio tra la componente estetica e quella etica, quest’ultima nelle nostre fotografie ha un peso molto importante – ci spiega Alberto Prina. – C’è bisogno di dare attenzione ai valori reali e concreti e di ragionare su di essi. L’elemento fondamentale di questi lavori è che rispecchiano la realtà che viviamo”.

Alcuni dei valori a cui Prina fa riferimento, trattati in questa edizione del Festival – giunto al suo quindicesimo anno – sono: la solidarietà, con il progetto di PizzAut del fotografo Leonello Bertolucci, che racconta la pizzeria rivoluzionaria fondata sull’inclusione, dove pizzaioli e camerieri sono giovani con autismo; il valore della pace, trattato dalla sezione “Uno Sguardo sul Mondo” – visitabile al Palazzo della Provincia – con la mostra “The War in Gaza Through the Eyes of its Photojournalists”, promossa dall’ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA); e ancora, il valore di un buon governo, investigato dagli scatti di Giles Clarke con il reportage “Haiti in Turmoil”, in cui viene raccontata la drammatica guerra civile che imperversa il Paese dal 2021.

“Noi crediamo che la fotografia sia lo strumento più potente su cui ispirarci – continua Prina. – Potente perché le fotografie creano emozioni. Senza emozioni non vi è coinvolgimento e senza coinvolgimento non vi è cambiamento”.

Per Prina si tratta di una “necessità”: di ragionare, di confrontarsi, di dialogare di fronte a delle foto che ci rimandano lo specchio della realtà che ci circonda.

Per il direttore, il Festival della Fotografia Etica è paragonabile ad una nave, dove il vento favorevole è la fotografia, ovvero i lavori dei fotoreporter: “Noi dobbiamo dire un immenso grazie a questi fotografi, perché sono loro con i loro lavoro sul campo a fare la vera fatica, con perseveranza e costanza”.

L’edizione del Festival quest’anno sarà arricchita da due importanti progetti: un podcast in collaborazione con Chora Media, che accompagnerà tutti e cinque i week end inaugurali dell’evento e poi la mostra ospitata nella Chiesa dell’Angelo per festeggiare i 15 anni del Festival, dove verranno esposte le 15 copertine che ne hanno fatto la storia. Inoltre, sarà possibile visitare l’unica tappa lombarda della mostra itinerante “World Press Photo”, il grande concorso internazionale di fotogiornalismo e fotografia documentaria più famoso al mondo che si svolge da quasi 70 anni, indetto dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam.

Oltre 150 immagini, provenienti dai cinque continenti, che narrano storie straordinarie, attraverso i lavori realizzati per alcune delle più importanti testate internazionali come National Geographic, BBC, CNN, The New York Times, Le Monde, ed El Pais. Un’occasione preziosa per riflettere, accompagnati anche da visite guidate, incontri e dibattiti. Per non chiudere più gli occhi davanti a quello che ci circonda.

Lo show tv di Kamala Harris: «Donald Trump si fa prendere in giro dai dittatori» (rollingstone.it)

di

Ospite del ‘Late Show’ di Stephen Colbert, la 
candidata democratica alla presidenza commenta 
le relazioni di The Donald con Putin e Kim Jong-un, 
sfata le bugie sul suo conto e si beve una birra

Lo show tv di Kamala Harris: «Donald Trump si fa prendere in giro dai dittatori» (Kamala Harris al ‘Late Show’ di Stephen Colbert Foto: Scott Kowalchyk/CBS)

La vicepresidente Kamala Harris è stata ospite ieri sera del Late Show per discutere della sua campagna presidenziale con Stephen Colbert davanti a una lattina di birra. La candidata democratica e il conduttore hanno aperto una Miller High Life mentre Harris rifletteva su Donald Trump e sulle recenti accuse di aver inviato test Covid al presidente russo Vladimir Putin.

La vicepresidente Kamala Harris è stata ospite ieri sera del Late Show per discutere della sua campagna presidenziale con Stephen Colbert davanti a una lattina di birra. La candidata democratica e il conduttore hanno aperto una Miller High Life mentre Harris rifletteva su Donald Trump e sulle recenti accuse di aver inviato test Covid al presidente russo Vladimir Putin.

Colbert ha chiesto a Kamala Harris un commento rispetto alle accuse, contenute nel libro di Bob Woodward di prossima pubblicazione, War. Nel libro, Woodward scrive che Trump ha inviato alla Russia i test Covid, molto necessari, all’inizio della pandemia.

“Ho sentito parlare del libro oggi”, ha detto Harris. “Non l’ho letto. Ma guardate – e l’ho detto anche al dibattito con lui – Donald Trump ammira apertamente i dittatori e i politici autoritari. Ha detto di voler diventare un dittatore fin dal primo giorno, se fosse eletto di nuovo presidente. Si fa prendere in giro da questi uomini. Ammira i cosiddetti uomini forti e si fa prendere in giro perché lo adulano o gli offrono favori. Il commander in chief degli Stati Uniti d’America deve essere forte e difendere i princìpi che ci sono cari”.

Ha poi continuato: “Se tutto ciò che ho sentito sul libro di Bob Woodward è vero, Donald Trump ha segretamente inviato kit di test Covid a Putin per uso personale. Chiedo a tutti i presenti e a tutti coloro che stanno guardando: vi ricordate com’erano quei giorni? Vi ricordate quante persone non avevano i test e cercavano di fare i salti mortali per ottenerli? Pensate a cosa significa questo, oltre all’invio di lettere d’amore a Kim Jong-un. Pensateci davvero. Lui pensa: “Be’, quello è un suo amico [di Putin]”. E il popolo americano? Dovrebbe essere il suo primo amico”.

Colbert ha chiesto a Harris se Trump si rifiuta di ammettere di aver perso le elezioni del 2020 a favore di Joe Biden. Lei ha fatto notare che c’è un motivo per cui il posto di vicepresidente era disponibile durante questa campagna elettorale. “Molte persone, quando si candidano per un lavoro, si chiedono: perché il posto è disponibile?”, ha detto. “Bisogna allora chiedersi: perché il posto di running mate di Donald Trump era libero? Perché il suo vicepresidente Mike Pence si è schierato per il Paese, al di sopra dei partiti”.

“Sapete, vi dirò cosa pensano alcune delle persone che partecipano ai miei comizi: tra l’altro non sono poche quelle che si presentano. Pensano che se avete perso milioni di posti di lavoro, se avete perso l’industria manifatturiera, se avete perso gli impianti automobilistici, allora avete perso le elezioni”, ha aggiunto. “E questo cosa vi rende? Un perdente. Questo è quello che ha detto qualcuno ai miei comizi. Ho pensato che fosse divertente”.

In un altro momento dell’intervista, Harris ha parlato delle idee sbagliate secondo cui il denaro della FEMA (l’ente federale per la gestione delle emergenze, letteralmente Federal Emergency Management Agency, ndt) non viene utilizzato per aiutare la ripresa dopo l’uragano Helene. “C’è molta disinformazione”, ha detto a Colbert. “C’è un sacco di gente che è lì per dare aiuto e assistenza”. Ha aggiunto che sono disponibili aiuti sia a breve che a lungo termine, e vorrebbe che i repubblicani non dicessero bugie per “un tornaconto politico”.

Harris e Colbert hanno anche discusso del conflitto tra Israele e Hamas, un punto critico per molti elettori durante questa campagna elettorale. Colbert ha detto che “abbiamo sentito parlare di essere vicini” a un accordo per il cessate il fuoco, ma ha chiesto “cosa significa vicini?”.

“Molti dettagli sono stati risolti, ma rimangono dei dettagli”, ha confermato Harris. “Ci sono stati dei progressi, ma non hanno alcun significato se non si raggiunge un accordo, quindi non voglio dirvi che dovreste applaudirci per esserci avvicinati a un accordo”.

Il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha commentato l’apparizione della Harris al Late Show su X, scrivendo: “Kamala beve una birra per mostrare agli americani quanto si possano immedesimare in lei, ma finisce per sembrare una rappresentante delle élite che resta fuori dal mondo, anche se che cerca di gasare tutti facendogli credere di essere una di loro. Le persone normali non permettono ad assassini, stupratori e terroristi di attraversare il confine come ha fatto Kamala”.

Da Rolling Stone US