Chiara Valerio, la tua vittoria è la sconfitta degli editori: ecco i numeri che dimostrano perché non potevano disertare Più Libri Più Liberi (sul caso di Leonardo Caffo) (mowmag.com)

di Ottavio Cappellani

"Le rinunce non sono tante". 

Lo ha detto Chiara Valerio, curatrice del programma di Più libri più Liberi, a margine della conferenza stampa di apertura della fiera della piccola e media editoria alla Nuvola dell’Eur a Roma, sulle polemiche nate dall’invito del filosofo Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti all’ex compagna.

Ma perché non sono state tante? Lo testimoniano i numeri di una editoria talmente in crisi che non può permettersi neanche di disertare una rassegna. Ecco le condizioni in cui versa e perché è stata costretta a turarsi il naso…

In effetti ce l’ha un po’ della vampira, la Chiara Valerio che brinda alla sua vittoria sul sangue dei piccoli e medi editori – proprio quelli ai quali la fiera Più Libri più Liberi”, diretta da Zora, è dedicata – che stanno davvero fiottando sangue dalla giugulare.
Questi i numeri, secondo una ricerca NielsenIQ-Gfk: i piccoli editori, fino a un milione di euro di venduto, perdono, nei primi dieci mesi del 2024, il 4,9%; i medi, tra uno e cinque milioni di venduto, registrano un -3,6; i mediograndi perdono lo 0,7%, mentre i grandi sono in positivo, di poco ma in positivo con +0,3%.
E cosa dice Chiara “Zora” Valerio? “Quelli che hanno rinunciato sono pochi”, riferendosi alle defezioni, come quella di Zerocalcare.

Chiara Valerio, Fabio Del Giudice e Annamaria Malato(Chiara Valerio, Fabio Del Giudice e Annamaria Malato)

Con la sua magrezza androgina, i gilet Settecenteschi, il cappello con la frangia sventolante durante una notte di tempesta, il suo ritratto che starebbe bene in un castello gotico e transilvano (Blucher! E si sentono nitriti di cavalli), Chiara “Zora” Valerio canta vittoria, alza in alto il calice di cristallo su montatura d’argento (il polsino merlettato a sbuffo) e si innaffia i canini sugli editori che non possono impalettarla col frassino.

Perché d’accordo le polemiche, d’accordo l’attivismo, d’accordo l’indignazione, d’accordo il disvelamento degli interessi pecuniari della comitiva amichettistica (caro Fulvio Abbate, la crepa che hai aperto nelle mura del castello si allarga, prepariamo i forconi) per cui dagli al patriarcato tossico ma solo se non faceva parte dei figli d’anima della buonanima (o dell’anima de la morta), ma di fronte a posti di lavoro che si perdono, del panettone (anche se del discount e poco bioetico) da dovere mettere in tavola, delle famiglie che anche i piccoli e medi editori tengono, come fai ad arrivare fino alla bara dove la Valerio sonnecchia adagiata sulla seta damascata e impalettarla restando poi a rimirare quegli occhialini adagiati su un mucchietto di cenere?

Leonardo Caffo, Zerocalcare e Fumettibrutti(Leonardo Caffo, Zerocalcare e Fumettibrutti)

E così Carmilla Zora Valeria la Scura, Signora delle Tenebre Culturali, Contessa di ‘sta minch*a della Madorlata, affacciata sul palchetto ligneo che sovrasta il salon delle feste, un po’ Eyes wide shut un po’ privé ciociaro, alza il calice insanguinato e con lei famigli e succubi, mentre si apprestano alla Grande Notte della Fiera, dove piccoli e medi editori offrono i loro colli dai conti in rosso, inchinandosi alla Signora del Castello che ci piace tanto fare quello: l’intellettuale vincente che calpesta i cadaveri nella brughiera editoriale.

Più Libri più Liberi non è una fiera: è un maniero dove i piccoli e medi editori sono sequestrati dalle alte cancellate della crisi economica. E dove i vampiri banchettano.

(Noi accendiamo i nostri pick-up, indossiamo gli stivali, carichiamo le balestre, andiamo nelle chiese a rubare l’acqua santa con la quale riempire i preservativi per le molotov contro il Moloch, risvegliamo dal sonno i Cappellani Militari saio e pistolone con pallottole argentate.

Non sono forse i Libri il luogo in cui il Bene combatte il Male?).

L’Ue ridurrà i livelli di mercurio consentiti nel tonno? (euronews.com)

di Monica Pinna

L'ONG francese Bloom mette in guardia da uno 
"scandalo sanitario di vaste proporzioni" sui 
livelli di mercurio nel tonno in scatola. 

La loro inchiesta, pubblicata in ottobre, ha avuto una risonanza a livello mondiale. Riuscirà a produrre un cambiamento nella legislazione europea?

L’ONG Bloom ha analizzato casualmente 148 scatole di tonno provenienti da cinque Paesi europei, riscontrando in ognuna di queste la contaminazione da mercurio. Una su dieci superava i livelli autorizzati per il tonno fresco. Alcuni campioni contenevano addirittura quattro volte la soglia consentita. Il loro rapporto ha riacceso il dibattito sulla sicurezza alimentare in Europa.

L’autrice principale è una biochimica di 25 anni, Julie Guterman. Non ha lavorato solo su campioni di tonno, che Bloom aveva fatto analizzare da un laboratorio esterno. Ha scavato nei documenti della FAO, dell’OMS e dell’UE fino agli anni Sessanta per capire come è stato fissato il limite di 1 milligrammo di mercurio per chilo. Ha concluso che le soglie sono stabilite dalle autorità pubbliche in combutta con la lobby del tonno.

“Le autorità pubbliche hanno esaminato il livello di contaminazione da mercurio nel tonno e hanno fissato le norme relative a quel livello. In altre parole, hanno fissato un livello massimo di mercurio nel tonno che consentirebbe loro di vendere tutti le riserve di tonno, altamente contaminate dal mercurio, ma non di proteggere la salute pubblica. Perché se fissassimo un vero livello di protezione della salute pubblica, saremmo ben al di sotto di quanto stabilito a livello di Unione Europea”.

Bloom ha unito le forze con un’altra ONG francese, Foodwatch, per lanciare una campagna per fare pressione sulle autorità nazionali ed europee affinché cambino le regole attuali.

“La nostra priorità è quella di sancire nella legge francese che d’ora in poi applicheremo anche per il tonno le norme più severe in materia di mercurio come avviene già per altri pesci, per poi difendere questa misura presso la Commissione europea.”

 Julie Guterman
Biochimica, Ricercatrice, Bloom

L’inchiesta di Bloom riuscirà a far ottenere misure europee più severe per alimenti controversi come il tonno? Ho chiesto al portavoce dell’UE per la salute e la sicurezza alimentare se hanno intenzione di abbassare i limiti di mercurio nel tonno da 1 milligrammo per chilo a 0,3?

“Abbiamo svolto l’attività per 25 specie ittiche nel 2022, non per il tonno, ma in tutti i casi ci siamo basati sul “livello più basso ragionevolmente raggiungibile””, spiega Stefan de Keersmaecker, portavoce dell’UE per la salute e la sicurezza alimentare.

Alla domanda su cosa intenda per “ragionevolmente raggiungibile”, risponde:

“Se si abbassano troppo i livelli, il rischio è che tutto il pesce pescato diventi inadatto al consumo. È quindi necessario trovare un equilibrio in merito alla protezione dei consumatori dall’assunzione di sostanze inquinanti. D’altra parte, bisogna anche fare in modo che la filiera garantisca la disponibilità di quel pesce sul mercato.”

Si tratta quindi di proteggere il mercato sotto la pressione della lobby del tonno?

“No. Non è così”, dice de Keersmaecker. “Consideriamo due priorità estremamente importanti che traduciamo nei nostri livelli massimi per qualsiasi pesce di cui stiamo parlando. Da un lato, proteggere i consumatori dai contaminanti, dal mercurio. Dall’altro lato, assicurarci che i consumatori possano continuare a trarre i benefici del consumo di pesce.”

Tuttavia, il portavoce dell’Unione Europea ha aggiunto che i livelli di tonno non sono fissi: “Possono sempre essere ridotti se ci sono prove scientifiche che indicano chiaramente che dovremmo ridurre il livello massimo di agenti inquinanti”.

Alla domanda se non ci sono prove sufficienti per abbassare le soglie di mercurio nel tonno, ha spiegato che la Commissione segue i pareri dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Stefan de Keersmaecker ha aggiunto che non avrebbe commentato la relazione di una ONG, ma mi ha invitato a verificare con gli scienziati la solidità o la validità scientifica delle conclusioni di tali relazioni. E così abbiamo fatto.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) è responsabile della valutazione dei rischi associati a determinati agenti inquinanti, sulla base della quale la Commissione europea stabilisce i limiti.

L’EFSA ci ha detto di non aver ricevuto nessuna richiesta di aggiornamento del parere del 2012 sui rischi del mercurio negli alimenti. Tuttavia, l’EFSA prevede di ricevere presto una nuova richiesta di valutazione dei rischi e dei benefici legati al consumo di pesce.

In attesa di soglie più severe, continuiamo a mangiare tonno in scatola, ricco di proteine, Omega 3 e mercurio. Nel frattempo, spetta a noi europei informarci e proteggerci.

 

Calendario Polizia Penitenziaria 2025, è polemica. Pd: “Immagini gravissime” (lapresse.it)

Il Partito Democratico presenta un'interrogazione 
e ne chiede il ritiro al governo: 

“Messaggio di mera repressione”

E’ polemica sul calendario 2025 della Polizia Penitenziaria. A sollevarla è il Pd, che definisce “gravissime” le immagini che lo promuovono.

“Abbiamo presentato un’interrogazione a risposta orale al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Giustizia a seguito della pubblicazione del video promozionale del calendario 2025 della Polizia Penitenziaria. Nel video vengono mostrate immagini da cui traspare un messaggio di mera repressione (utilizzo di manganelli, armi, scudi antisommossa etc) e che lascia basiti per le modalità di esibizione di forza violenta. Queste immagini non rendono merito al lavoro quotidiano di un Corpo preziosissimo per il funzionamento della macchina della giustizia del nostro Paese e ci chiediamo quindi se Il Presidente del Consiglio e il Ministro condividono un prodotto editoriale lesivo della immagine e del prestigio della Polizia Penitenziaria, che veicola un messaggio distorto e lontano dai principi e dai valori della carta costituzionale. Chiediamo, quindi, che si valuti l’opportunità di ritirare il prodotto in oggetto”, scrivono in una nota i senatori del Pd Cecilia D’Elia e Filippo Sensi.

“Chiediamo al Governo di ritirare immediatamente il nuovo calendario della polizia penitenziaria e di interrompere una campagna di comunicazione che tradisce i principi costituzionali di umanità e la funzione rieducativa della pena sanciti dalla Costituzione”, incalza il gruppo parlamentare del Pd annunciando l’interrogazione a prima firma della deputata Michela Di Biase e sottoscritta dalla responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani.

“La rappresentazione delle carceri come esclusivo teatro di conflitto e violenza rischia di legittimare approcci repressivi, in netto contrasto con il ruolo che il sistema penitenziario dovrebbe svolgere: favorire il reinserimento sociale delle persone detenute e garantire il rispetto della loro dignità.
Invitiamo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a cui chiediamo se ha visto e condiviso il video e il calendario prima della loro pubblicazione, a riferire con urgenza in Parlamento sulle recenti scelte comunicative e operative del suo dicastero e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Abbiamo depositato una interrogazione parlamentare a riguardo e chiederemo che anche il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria riferisca in commissione giustizia su questa vicenda. Riteniamo che le istituzioni abbiano il dovere di promuovere un modello di giustizia che sia equilibrato, rispettoso dei diritti umani e orientato alla rieducazione. Qualsiasi altra direzione e rappresentazione rappresenta un pericoloso passo indietro per lo Stato di diritto. Auspichiamo che una presa di posizione come da noi indicata, venga assunta anche dal Garante nazionale dei detenuti”.

“Ma il Ministro Nordio ha visto il video che promuove il calendario 2025 dedicato alla Polizia Penitenziaria? Se lo ha visionato e approvato, sarebbe molto grave. Se non lo avesse visto, lo faccia, perché davvero l’immagine e il messaggio che manda hanno niente a che vedere con l’articolo 27 della Costituzione. Dal video restano impressi solo armi, manganelli, scudi. E truppe d’assalto, assetti militari”, afferma il senatore Walter Verini, Segretario Commissione Giustizia e Capogruppo Pd in Antimafia.

“Non c’è una immagine di un carcere -sottolinea Verini-. E nessuna che renda l’idea del lavoro importantissimo e difficile che le persone della Penitenziaria svolgono ogni giorno nelle carceri: anche quando devono far fronte a rivolte derivanti da drammatiche situazioni di sovraffollamento, con 85 suicidi! Ma quello della Polizia è un lavoro prevalentemente fatto di professionalità, dialogo con i detenuti. Che sono persone che hanno sbagliato, pagano un debito – troppo spesso in condizioni disumane – e che devono essere recuperate. Il messaggio che si trasmette è invece solo militaresco e repressivo, con colonna sonora marziale. Temiamo che anche dietro il video ci sia traccia della ‘dottrina’ Delmastro, che sembra concepire la pena non come giustizia e recupero, ma come vendetta o – peggio – come gusto della vendetta”.

LE MANI LIBERE DI UN MOVIMENTO CON UN’IDENTITÀ INTERCAMBIABILE (corriere.it)

di Massimo Franco

La Nota

La sorpresa del Pd per lo smarcamento di Giuseppe Conte rispetto a un’alleanza a sinistra suona un po’ troppo ingenua.

La vera e unica strategia dei Cinque Stelle è sempre stata quella delle «mani libere». Ha permesso a Conte di guidare un governo con la Lega e, a ruota, uno col Pd; e subito dopo, su impulso di Beppe Grillo, di entrare in un esecutivo con dentro Pd, FI e Lega.

Meravigliarsi perché il leader post-grillino si definisce con un neologismo ambiguo un «progressista indipendente» significa non avere voluto vedere i cromosomi del M5S.

Con buona pace dei nostalgici e teorici di un asse «giallorosso», numerosi tra i postcomunisti del Pd, il presidente del Movimento è solo tornato alle origini. E, non a caso, alla vigilia di una votazione che come minimo lo vedrà prevalere nelle vesti di leader di una formazione spaccata; e con un Beppe Grillo probabilmente perdente, ma proprio per questo deciso a tenere aperta la guerra di logoramento il più a lungo possibile. Rivendicare le distanze dal Pd dovrebbe limitare le perdite tra gli iscritti.

C’è, tuttavia, chi si ostina a considerare il M5S un compagno di strada. E per farlo sottolinea che a livello europeo il M5S aderisce a Left, il gruppo di estrema sinistra dominato dalla tedesca Sahra Wagenknecht. Ma si tende a dimenticare che la scelta è avvenuta per esclusione dei grillini, ritenuti inaffidabili, da parte delle altre famiglie politiche; e dopo che Grillo e Conte, in passato, avevano tentato di essere accolti anche dai Liberali. L’adesione a Left è semmai la conferma del camaleontismo e della spregiudicatezza di una nomenklatura.

La principale coerenza che si intravede dietro oscillazioni continue è un pacifismo declinato contro il sostegno di Unione europea e Nato all’Ucraina: una peculiarità che avvicina la formazione di Sahra Wagenknecht e i Cinque Stelle all’estrema destra di Marine Le Pen e di Matteo Salvini, e al gruppo dei Patrioti europei; e che continua a rappresentare lo spartiacque tra Conte e il partito di Elly Schlein.

«Non può essere progressista» polemizza Conte col Pd che ha sostenuto la Commissione Ue, «una politica che abbraccia l’eventualità di una terza guerra mondiale nel conflitto Russia-Ucraina».

Ma hanno tutta l’aria di tentativi affannosi di recuperare un’identità non tanto lacerata quanto in via di esaurimento. L’abbraccio «unitario» della segretaria del Pd, Schlein, alla fine ha mostrato i limiti dei Cinque Stelle e l’affanno dello stesso Conte.

E le minacce e le sceneggiate di Grillo hanno finito per esaltare più l’egocentrismo dell’«Elevato», frustrato dalla perdita di potere e di ruolo, che non la sua presa sul Movimento. Le trovate grilline, stavolta, sono apparse solo gesti distruttivi di uno sconfitto.