Grosseto, via Almirante. Il Consiglio di Stato dice sì al sindaco di Fdi (ilmanifesto.it)

di Riccardo Chiari

Storia e memoria 

Nel 1944 firmò il bando che intimava a partigiani e soldati della zona di presentarsi ai comandi nazisti. Nei rastrellamenti furono uccisi in 94. Il manifesto e L’Unità nel 1971 pubblicarono il testo firmato dal leader del Msi

Il Consiglio di Stato dà il via libera all’intitolazione di una via di Grosseto a Giorgio Almirante. Secondo i giudici amministrativi il procedimento risulta esente da vizi, non ci sono state né carenze di motivazione né violazioni nell’iter, e gli atti risultano correttamente consequenziali.

In altre parole una delibera di giunta che raccoglie una decisione della commissione toponomastica, ottenendo poi la maggioranza in consiglio comunale e infine il via libera della Prefettura locale, può consentire la titolazione di una via anche al fondatore del Movimento sociale italiano.

Un Almirante che, come capo di gabinetto del Minculpop della repubblica collaborazionista di Salò, nel 1944 fu firmatario di un bando che sotto l’intestazione «Prefettura di Grosseto» intimava ai partigiani e ai giovani soldati che avevano rifiutato di arruolarsi nelle milizie fasciste di presentarsi presso i comandi nazisti, pena la fucilazione alla schiena.

IL 22 MARZO 1994 a Maiano Lavacchio, nelle campagne fra Grosseto e Magliano in Toscana, undici giovani furono fucilati dai fascisti della cosiddetta “Guardia repubblicana”, dopo un rastrellamento con la Feldgendarmerie tedesca.

E il 13 e 14 giugno a Niccioleta, nei pressi di Massa Marittima, 83 minatori, tra i quali molti che non avevano voluto rispondere ai bandi repubblichini, furono uccisi in un altro rastrellamento nazifascista in alta Maremma.

Il bando della vergogna fu pubblicato per la prima volta nel 1971 da il manifesto e L’Unità, dopo essere stato ritrovato nell’archivio del comune di Massa Marittima. In risposta Almirante querelò i giornali per diffamazione, sostenendo la falsità del documento.

In tribunale comparvero Luciana Castellina per il manifesto e Carlo Ricchini per L’Unità, e nel 1973 la sentenza, riconoscendo l’autenticità del bando a firma Almirante, stabilì la piena assoluzione dei giornali e la condanna al pagamento delle spese processuali per il segretario del Msi.

Il bando firmato nel 1944 dal futuro leader del Msi che intimava per conto della Prefettura di Grosseto di presentarsi ai comandi nazisti, rivolto a partigiani e soldati che non avevano aderito a Salò (Il bando firmato nel 1944 dal futuro leader del Msi che intimava per conto della Prefettura di Grosseto di presentarsi ai comandi nazisti, rivolto a partigiani e soldati che non avevano aderito a Salò)

EPPURE NEL CAPOLUOGO maremmano il sindaco di Fratelli d’Italia, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e il suo assessore Fabrizio Rossi, deputato e coordinatore toscano di Fdi, non si sono fatti scrupoli, contando anche sul nulla osta della prefetta Paola Berardino, moglie del ministro dell’Interno Piantedosi, di dedicare una via ad Almirante. Una strada a cui si accederà dopo aver percorso via della Pacificazione, snodo centrale di una biforcazione che dall’altra parte accoglierà via Enrico Berlinguer.

L’operazione politica di equiparazione tra l’amatissimo segretario del Pci e il repubblichino Almirante ha provocato in questi anni forti proteste. Non solo in città, dove pure 29 realtà riunite nella Grande alleanza democratica e antifascista, dall’Anpi a Pd e Pci, da Rifondazione e Sinistra Italiana ad Arci, Libera e Cgil, hanno raccolto duemila firme per ribadire il loro no a via Almirante. In parallelo, il ministro Piantedosi ha dovuto rispondere, in qualche modo, alle interrogazioni del senatore dem Dario Parrini e dei deputati Marco Simiani ed Emiliano Fossi. Infine, c’è stato il ricorso straordinario al presidente della Repubblica presentato da Sabrina Ciaffarafà del Pci, che ha portato il caso all’esame dei giudici amministrativi.

FRA LE PRIME REAZIONI alla decisione del Consiglio di Stato ci sono quelle dei non pochi parlamentari dem eletti in Toscana: «Due sono i doveri civili a cui non possiamo sottrarci – ricordano – sul piano culturale portare avanti l’impegno contro il revisionismo storico tossico e pieno di malafede, continuando a raccontare senza menzogne la storia del nostro Paese.

Sul piano legislativo dare seguito alle proposte già depositate in parlamento e approvare una legge che vieti l’intitolazione di spazi pubblici a esponenti di un regime agli antipodi della nostra Costituzione antifascista».

«ALMENO ci sia risparmiata la bufala che Almirante fu un sincero democratico – chiosano i dem -. Per grandissima parte della sua vita fu l’opposto di un sincero democratico. E sinceramente lo ammetteva».

Fatti che non turbano il sindaco Vivarelli Colonna: «È il comune l’esclusivo titolare delle decisioni sul nome delle vie».

Alla corte del Re delle Bufale (butac.it)

di 

Qualche piccola verifica su quanto affermato dal 
neo presidente degli Stati Uniti nella sua 
conferenza stampa a Mar-A-Lago

Come sapete tutti, Donald Trump ha accolto svariati leader internazionali a Mar-a-Lago, in Florida, nella sua residenza privata (e club). 

Durante l’evento, a cui ha partecipato anche Giorgia Meloni, il neoeletto presidente Trump ha tenuto una conferenza stampa, conferenza durante la quale ha detto svariate imprecisioni. Riteniamo sia interessante evidenziarle, visto che la stampa italiana sembra sempre meno interessata a farlo.

Le trivellazioni

Donald Trump ha dichiarato che nel corso del suo mandato una delle prime cose che farà sarà quella di ritornare a trivellare per estrarre gas e petrolio nelle acque costiere statunitensi.

If you have an acre, you have a big deal. Now you multiply that by 625 million acres. It’s like — feels like the whole ocean and that’s our strength…they took away 625 million acres of offshore drilling. Nobody else does that. And they think they have it but we’ll put it back. I’m going to put it back on day one. I’m going to have it revoked on day one.

Prima di tutto vorremmo precisare che 625 milioni di acri non sono “come l’oceano intero”, ovviamente. Trump, inoltre, ha sostenuto che la scelta di Biden di vietare quelle trivellazioni è un danno economico di grande entità:

I mean, I’ve had estimates $40 trillion to $ 50 trillion. That’s more than our national debt. Essentially, he’s thrown it away, he’s thrown it away. He’s taken $50 trillion. So, if we owe $35 trillion, he’s taken $50 trillion of value and thrown it right out the window.

Peccato che l’American Petroleum Institute abbia stimato che le trivellazioni offshore a cui si sta facendo riferimento potrebbero generare al massimo entrate per 8 miliardi di dollari. Non 40-50 trilioni di dollari: 8 miliardi (o potremmo dire 8 bilioni). La matematica è una bellissima materia, ma che gli ordini di grandezza per misurare le cose non siano liberamente interscambiabili deve essere qualcosa che sfugge al neopresidente e a chi lo segue con affetto.

Le caldaie a gas

Qua siamo in un territorio che conosciamo bene: anche alcuni politici italiani, quando l’UE spiegò che andava migliorata l’efficienza di alcuni elettrodomestici, sostennero che l’UE volesse vietarcene l’uso, perché chi disinforma sa bene che difficilmente i propri follower verificheranno alcunché.

One other thing he did yesterday which was in many ways worse, it’s hard to believe it can be worse. He wants all gas heaters out of your homes and apartments. He wants them to be replaced by essentially electric heaters. I don’t know what it is with electric. This guy loves electric.

Il regolamento introdotto da Biden non vieta le caldaie a gas, chiede soltanto che entro il 2029 alcuni modelli migliorino la loro efficienza energetica. L’associazione The Appliance Standards Awareness Project, una non profit che si occupa di verificare le linee guida per l’efficienza energetica, stima che già il 60% delle caldaie a gas americane rispetti queste norme.

La fiducia economica

Sempre nel corso della conferenza Trump ha detto:

According to Gallup, the American people’s confidence in the economy has just surged to the highest level in history.

Ma anche quest’affermazione è sbagliata, e di molte grandezze.

L’elenco di affermazioni sbagliate potrebbe andare avanti a lungo, ma crediamo che la più importante sia quella secondo cui Trump avrebbe vinto alla grande le elezioni americane:

We had a landslide election. We won every swing state. We won the popular vote by millions and millions of people.

Non è vero: oltre ad aver annunciato per mesi che le elezioni sarebbero state truccate (per poi dimenticarsene non appena i risultati hanno cominciato a mostrarsi favorevoli) Trump non ha vinto le elezioni “a valanga”: il margine nel voto popolare è stato uno dei più piccoli del secolo.

Kamala Harris ha avuto il 48,4% dei voti, Trump il 49,9%. Per capirci, Biden aveva fatto meglio nel 2020 con un 51,3% contro il 46,8 di Trump; la differenza voti tra Harris e Trump era solo dell’1,5% dei votanti, il Paese è evidentemente spaccato a metà. Dare a intendere che non sia così serve a chi campa di propaganda.

Quanto riportato sopra è completo di fonti a tutte le affermazioni, qui la trascrizione completa del discorso di Trump, per un ulteriore fact-checking di quanto da lui affermato potete trovare materiale sul New York Times grazie all’ottimo articolo di Linda Qiu.

Non credo sia necessario aggiungere altro.