Migliaia di persone stanno cercando di entrare nell'Unione europea attraversando il confine serbo-ungherese a Subotica, città della Serbia settentrionale.
A lanciare l’allarme è stato il quotidiano francese Le Monde, che ha specificato come un numero così alto di migranti qui non si vedeva dal 2015.
Allora siriani e afghani fuggivano dalla guerra e cercavano rifiugio in particolare in Germania. Oggi nei campi improvvisati di Subotica (o giungle, come vengono spesso definiti) ci sono soprattutto giovani uomini provenienti dal Maghreb, che cercano di fuggire dalla povertà, ma anche dall’Asia. La maggior parte di loro sogna la Francia come meta finale.
In fuga verso l’Ue
Il grosso ostacolo che devono superare è la doppia recinzione alta quattro metri eretta dal primo ministro ungherese Viktor Orban. Se ce la fanno, pagando migliaia di euro a trafficanti, una volta arrivati in Ungheria, dove è quasi impossibile richiedere asilo, fuggono in Austria, il primo Paese “accogliente” dell’Unione.
Il problema ora è al “limite delle sue capacità”, come ha dichiarato il ministro dell’Interno, Gerhard Karner. Dall’inizio dell’anno sono state presentate circa 42.000 richieste d’asilo, un livello che non si vedeva dall’apice della crisi nel 2015.
Secondo Frontex, l’agenzia europea delle guardie di frontiera, da gennaio sono stati rilevati oltre 70.000 attraversamenti sulla rotta balcanica, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2021. “Questa è attualmente la rotta migratoria più attiva verso l’Ue”, ha stimato l’agenzia a inizio agosto.
I migranti arrestati al confine vengono sistematicamente rimandati in Serbia, senza poter presentare domanda di asilo in Ungheria.
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