Dopo aver votato e promosso il referendum sul fine vita,
il parroco di Bonassola si era espresso anche a favore dell’aborto e delle coppie omossesuali. «La Chiesa allontana i fedeli»
Don Giulio Mignani, il parroco ligure pro eutanasia, non potrà più celebrare la messa: è stato «sospeso “a divinis” dal ministero», spiegano i suoi parrocchiani, che lo hanno scoperto questa mattina con un messaggio via chat.
Don Giulio rimarrà comunque prete («non sono scomunicato»), però non potrà più predicare e realizzare alcuna celebrazione pubblica di sacramenti a Bonassola, in Liguria, dove il parroco vive e celebra da anni. E dove ora sono tutti increduli. Come riporta Repubblica, il parroco sarebbe stato sospeso per le sue posizioni “eretiche” sul fine vita, l’omosessualità, e l’aborto.
Posizioni decisamente non conformi a quelle della Chiesa, inclusa la decisione di benedire le coppie omosessuali contrariamente a quanto prescritto dal Vaticano. E quella di firmare a favore del referendum sull’eutanasia.
In questi anni Mignani è finito nel mirino in più di un’occasione, l’ultima lo scorso anno, quando il vescovo Luigi Ernesto Palletti lo ha “ammonito” proprio per le sue posizioni sul fine vita. Che Don Giulio aveva promosso partecipando anche un incontro organizzato da Marco Cappato.
«Abbiamo il dovere di riflettere senza tabù e pregiudizi sull’ipotesi di una legge che regolamenti l’eutanasia. Ma non per svalutazione della vita, proprio al contrario: da un suo altissimo rispetto», aveva spiegato Don Giulio. Che ora dice: «Potrei ritornare sui miei passi, probabilmente la sospensione cadrebbe – sottolinea – Ma sinceramente non so se sarei mai in grado, io le cose che dico e che ho fatto le considero troppo importanti per avvicinare la Chiesa alle persone, non posso far finita di non pensarle».
Dalle benedizioni alle coppie gay alle posizioni pro aborto
Nel documento del Tribunale ecclesiastico diocesano che gli ha comunicato la sanzione sono citate soprattutto interviste e prediche pubbliche su altri temi, ma a far scattare la sospensione ufficiale probabilmente è stata la sua presa di posizione più recente sul tema aborto, quando gli esponenti di Fratelli d’Italia della giunta ligure hanno deciso di non votare l’ordine del giorno volto a garantire il servizio di interruzione volontaria della gravidanza.
«Una scelta così importante deve essere presa dalle persone che ne sono protagoniste, non da altri – spiega il parroco -. Quello che è chiaro che negando il diritto all’aborto non si può lasciare le donne in mano a carnefici, e che alla sofferenza non si può aggiungere altra sofferenza».
«Vorrei che sia almeno chiaro il motivo che mi ha portato a rilasciare tali dichiarazioni pubbliche e il metodo al quale mi sono sempre attenuto nel pronunciarmi – spiega Don Giulio – Le posizioni che ho assunto non hanno infatti mai voluto essere offensive né polemiche nei confronti della Chiesa.
Ciò che mi ha sempre mosso è la preoccupazione che la Chiesa stessa possa essere considerata sempre più marginale e sempre meno credibile nella società contemporanea».
Una possibilità, a parere di Mignani, «molto reale qualora non maturi la capacità di mettere in discussione quegli aspetti che in passato possono anche aver assolto una funzione storica, ma che nel presente, cambiate le conoscenze e le sensibilità, rischiano di essere causa di allontanamento quando non addirittura di rifiuto».