di Marco Rossari
Le versioni in altre lingue dei grandi autori invecchiano, ma gli originali no. Per questo sto ritraducendo e rincorro uno scrittore-lepre che è nascosto alle mie spalle
Mi ritrovo in questi giorni a tradurre George Orwell. A ritradurre, come a volte viene specificato, perché in verità è già stato tradotto in italiano. C’è un palinsesto, per quanto minimo: due traduzioni di riferimento di 1984 (Stefano Manferlotti prima e Nicola Gardini poi) e due traduzioni di riferimento de La fattoria degli animali (Guido Bulla prima e Michele Mari poi), sempre per Mondadori.
Mi limito a questi due titoli perché sono quelli su cui sto lavorando e perché i libri minori (anche se naturalmente sarebbe difficile definire minore, che so, Omaggio alla Catalogna) hanno avuto una sola traduzione. Il palinsesto aumenterà per un motivo molto semplice: decorsi i settant’anni dalla morte, Orwell uscirà dai diritti, e sarà libero, free, ossia gratis. E quindi dal prossimo anno potrà entrare nel catalogo di ogni altro editore. È così, dunque, che una legione di traduttori sta mettendosi all’opera sugli stessi testi, non tanto per dare una spolverata alla prosa di uno dei più grandi scrittori britannici del Novecento, quanto per riabbeverarsi alla fonte pura di un linguaggio … leggi tutto