Si intensifica la fuga di capitali dalla Cina (ilsole24ore.com)

di Marcello Minenna

L’economia cinese zoppica e gli investitori 
– sia internazionali che domestici – stanno 
cercando di trasferire liquidità all’estero con 
tutti i mezzi, leciti e non

Dopo il lungo silenzio radio nella pubblicazione di dati economici durante il congresso del Partito e la laboriosa rielezione di Xi Jiping, la Cina torna in parte a trasmettere informazioni con gli aggiornamenti della bilancia dei pagamenti (sembra che i dati sul PIL possano attendere, a tempo indefinito).

Le notizie non sono buone: l’economia cinese zoppica e gli investitori – sia internazionali che domestici – stanno cercando di trasferire liquidità all’estero con tutti i mezzi, leciti e non. Diversi analisti sono convinti che l’impatto combinato del posizionamento ambiguo della Cina nel conflitto russo-ucraino e dei lockdown di massa a tempo indeterminato stiano minando pesantemente la fiducia degli investitori nell’economia cinese.

Ma non è solo geopolitica: l’attrazione gravitazionale del super dollaro sta influenzando inesorabilmente l’attrattività degli investimenti in Cina.

Surplus commerciale record, ma le importazioni ristagnano

Apparentemente, i dati sembrano ottimi: il surplus delle partite correnti ha raggiunto i livelli record osservati soltanto nel periodo antecedente la crisi finanziaria internazionale del 2008-2009.

Il risultato è stato raggiunto nonostante i deflussi di liquidità dovuti al turismo (barre gialle in Figura 1) ed agli esborsi di interessi sugli investimenti da/verso l’estero, diretti e di portafoglio (barre celesti), abbiano raggiunto la ragguardevole cifra di 300 miliardi di € nel terzo trimestre 2022, un segnale della crescente integrazione del sistema finanziario cinese con quello internazionale.

Le ragioni vanno cercate nell’eccezionale saldo della bilancia commerciale dei beni (barre rosse), in crescita quasi ininterrotta dall’esplosione della pandemia da coronavirus, che ha confermato la posizione dominante dell’economia cinese come “fabbrica del mondo” e tra i pochi Paesi usciti vincenti dalla fase acuta della crisi.

Tuttavia l’exploit delle esportazioni ha trainato l’evoluzione del saldo solo fino ad inizio anno; dopo il grande lockdown di Shangai della primavera 2022 il contesto è strutturalmente cambiato (vedi Figura 2).

L’inasprimento della politica di zero Covid a livello nazionale ha sostanzialmente “congelato” le importazioni di beni dall’estero. Le esportazioni, colpite duramente dal grande shock della chiusura prolungata del porto di Shangai, hanno fatto fatica a recuperare i livelli raggiunti nel 2021, anche per la riduzione della domanda globale di attrezzature mediche/sanitarie che aveva trainato la crescita nel biennio precedente.

In altri termini, ora la crescita del surplus commerciale non appare fondata su premesse positive, ma su una frenata consistente dell’economia domestica, zavorrata dai lockdown ripetuti e dal significativo calo delle quotazioni dei beni immobiliari, che rappresentano il 70% della ricchezza dei consumatori cinesi.

Capitali in cerca di uscita dalla cina con tutti i mezzi: leciti o illeciti

Anche la crescita sostenuta dei deflussi di liquidità non è frutto solo della migliore interconnessione del sistema finanziario cinese con quello globale, ma dipende da altri fattori meno positivi.

Per capire meglio la destinazione d’uso della liquidità in ingresso/uscita dalla Cina, è utile fare riferimento al saldo gemello rispetto a quello corrente, il conto finanziario della bilancia dei pagamenti. Per definizione la somma dei due saldi, del conto capitale e di eventuali errori ed omissioni deve essere pari a zero.

Nel mondo “allo specchio” del conto finanziario, un investimento in attività estere del settore privato cinese è contabilizzato come deflusso di liquidità, un disinvestimento viceversa … leggi tutto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *