A PORTA A PORTA
“Il pericolo del ricatto c’è sempre ma c’è di più con le intercettazioni giudiziarie”, dice il ministro della Giustizia. Il dialogo con il direttore durante la trasmissione di Bruno Vespa
Il direttore Claudio Cerasa è intervenuto ieri a Porta a Porta con una domanda rivolta al ministro della Giustizia, Carlo Nordio e al suo intervento sul sistema delle intercettazioni.
“Le intercettazioni preventive non valgono nei processi, non sono menzionabili in atti, quindi restano segrete, noi, però, dobbiamo fidarci della buona fede di chi le fa. Non pensa che ci sia il rischio di creare un serbatoio di ricatti e anche eventualmente rafforzare i poteri della polizia a discapito di quelli del pubblico ministero?”, ha chiesto Claudio Cerasa.
“Le rispondo che il buono è nemico del meglio.
E comunque il meno peggio è meglio del peggio” ha ribattuto il ministro, e ha continuato: “L’intercettazione è un mezzo invasivo che tra l’altro è vietato, o meglio, è visto malissimo dall’articolo 15 della nostra Costituzione che dice che la libertà delle comunicazioni è inviolabile. Può, ed è l’eccezione, essere mitigata, limitata, compressa da un provvedimento motivato dell’autorità giudiziaria. Il rischio del ricatto c’è in entrambe [preventiva e giudiziaria, ndr]: c’è di più però in quelle giudiziarie, intanto perché vengono conosciute da più persone: dal pm, dal gip, dagli avvocati, dal tribunale del riesame, da tutti quelli che vedono l’uso processuale che se ne fa e in secondo luogo dal fatto che queste intercettazioni vengono male interpretate dai brogliacci della polizia e vengono poi diffuse dai giornali, spesso, non nella loro forma autentica“.
Intervenire per riorganizzare il sistema che governa le intercettazioni è sacrosanto, ma intervenire sulle intercettazioni rafforzando quelle preventive rischia di creare un problema: generare un serbatoio di ricatti. Nordio ne è consapevole? Qui un dialogo, ieri a Porta a Porta pic.twitter.com/748R8ZpLtf
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) December 21, 2022