dalla nostra inviata Laura Lucchini
Una performance in centro a Kiev ha voluto ricordare le condizioni di 700 prigionieri ancora nelle mani della Russia dopo la resa di Azovstal
In piazza Sofia è stata imbandita una tavola con i piatti del menu tipico del Natale ortodosso: ravioli, crepes, insalate e dolci. A centro tavola il filo spinato separa le pietanze dai commensali. Sette ragazzi in uniformi militari con delle ciotole da carcerati vuote e lo sguardo basso. Dietro di loro un muro di donne con cartelloni e slogan.
“E’ il natale dei prigionieri del battaglione Azov“, urla un portavoce ai passanti e giornalisti che si sono fermati a immortalare la scena. Con questo sit in nel centro di Kiev, circondato da un battaglione di nuove reclute in passamontagna e abiti neri, si è scelto di ricordare i prigionieri dell’acciaieria di Mariupol che ancora sono nelle mani di Mosca e passeranno il Natale in cattività.
Un cartello in mano a una ragazza bionda indica il numero 222. Sono i giorni passati dalla resa dell’ultimo battaglione di militanti del gruppo che per settimane hanno resistito all’assedio russo nella città di Mariupol. Un centinaio di loro sono stati liberati nel corso di diversi scambi di prigionieri con la Russia.
Ma 700 rimangono nelle mani del nemico e proprio per chiedere la loro liberazione i famigliari si sono dati appuntamento in una delle piazze principali, di fronte all’albero di Natale della città, per attirare l’attenzione mondiale sulla questione ancora aperta dei prigionieri.
“Non abbiamo informazioni su di loro da Maggio da quando sono stati liberati dall’Azovstal. Questa performance è per attirare l’attenzione sulle loro condizioni, è così che ci immaginiamo che passeranno il Natale. È frustrante non sapere nulla, le solo notizie che abbiamo sono venute da coloro che sono stati liberati e praticamente ci hanno semplicemente confermato che i nostri figli sono vivi”, a parlare è Jevgenii Sukharnikov, uno degli organizzatori dell’evento e padre di un combattente fatto prigioniero dopo la resa dell’Azovstal:”Uno dei punti dell’accordo per la resa è che i prigionieri sarebbero stati scambiati, ma come puoi vedere questo non sta succedendo e mio figlio di 25 anni è ancora prigioniero” … leggi tutto