Il 2 aprile scorso era stato registrato il primo decesso di un detenuto in Italia ufficialmente ricondotto al coronavirus: un uomo di 76 anni che stava scontando la sua pena nel carcere della Dozza, a Bologna.
Nelle ultime settimane l’avanzamento del contagio nelle carceri è stato un argomento poco raccontato, e sul quale sono arrivate in gran parte informazioni confuse e parziali, o comunque trascurate, come avviene spesso alle cose che riguardano le carceri.
I problemi riscontrati in questi primi due mesi di epidemia sono stati moltissimi, dalle difficoltà di isolare i malati o i presunti malati ai protocolli da seguire per le guardie carcerarie, e hanno previsto una radicale sospensione di alcuni diritti fondamentali dei detenuti.
Per certi versi, queste difficoltà sono però soltanto un’anticipazione di quelle che arriveranno superata la fase di emergenza. I modelli organizzativi attuali, da quelli che regolano le visite dei familiari a quelli delle attività educative e ricreative, si basano sulla continua entrata e uscita di persone dalle carceri. Una cosa che a lungo non sarà più possibile con le stesse modalità e la stessa serenità del mondo prima del coronavirus … leggi tutto