di Giulia Bettin e Silvia Coderoni
Regolarizzare i braccianti stranieri irregolari potrebbe non essere sufficiente a coprire il fabbisogno di lavoratori agricoli stagionali. È opportuno attivare i “corridoi verdi” previsti dalla Commissione europea, consentendo l’ingresso in sicurezza.
Gli stagionali stranieri in agricoltura
Le misure attuate per il contenimento della diffusione del coronavirus hanno incluso anche la sospensione degli accordi di Schengen: sono stati reintrodotti controlli alle frontiere e, fino al 15 maggio, è stato imposto un divieto temporaneo di tutti gli spostamenti non essenziali da paesi terzi. Per la circolazione dei lavoratori essenziali, la Commissione europea ha invece previsto specifiche linee guida.
I lavoratori stagionali rientrano tra quelli riconosciuti come essenziali. I paesi sono chiamati a scambiarsi informazioni sulle rispettive necessità di manodopera stagionale e a concordare procedure per garantire il passaggio agevole delle frontiere, ferma restando la necessità di uno screening sanitario adeguato.
L’attenzione è rivolta in particolare agli stagionali impiegati nell’agricoltura: a livello comunitario, le stime parlano di quasi un milione di lavoratori impossibilitati a raggiungere le imprese agricole per cui abitualmente lavorano, con effetti anche di medio-lungo termine per la filiera europea dell’agro-alimentare … leggi tutto