Cemento? No, grazie. Le vere infrastrutture sono digitali (ilsole24ore.com)

di Beniamino Piccone

DISTRUZIONE CREATIVA

Questo articolo è stato scritto a quattro mani con il professor Marco Ponti, già professore ordinario di economia applicata al Politecnico di Milano; in precedenza, tra le altre cose, ben 13 anni spesi come consulente alla Banca Mondiale sull’analisi di investimenti pubblici –

In un Paese che non crede nei mercati finanziari e che vede purtroppo una corrispondenza quasi totale tra sistema creditizio e sistema finanziario, è difficile sostenere la migliore efficienza allocativa dei mercati rispetto al mondo bancario. Ma una recente intervista a Regina De Albertis, presidente dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) giovani, impone una netta presa di posizione. In piena Fase 2, la giovane manager dice: “Per sostenere imprese e famiglie, tutto parte dal mattone. Serve un piano di grandi opere pubbliche e private”.

A parte osservare una lieve coincidenza tra ruolo istituzionale e scelte di politica economica, come possiamo pensare nel 2020 che il prossimo sviluppo economico post-coronavirus poggi le proprie basi su cemento & mattone? Come ha ricordato di recente il docente della Sda Bocconi Carlo Alberto Carnevale Maffè, “la pandemia non ha fermato – anzi ha accelerato – il mercato globale degli “intangibles”, fatto di contenuti, dati, software, diritti di proprietà intellettuale.

A maggio 2020 Zoom, l’azienda che fornisce servizi di videoconferenza, ha una capitalizzazione superiore a quella delle prime 7 linee aeree mondiali combinate. Ormai da alcuni anni, infatti il contributo alla crescita del Pil mondiale che deriva dagli investimenti in intangibles ha superato quello dei beni tangibili” … leggi tutto

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