C’è anche un capitolo dedicato agli ingressi per lavoro nel nuovo Patto sull’immigrazione e l’asilo che la Commissione Europea si accinge a presentare entro luglio.
Il tema è assai delicato. Il sistema dei “flussi” da lavoro per immigrati economici (da non confondere con quelli per i rifugiati) fin qui utilizzato, infatti, non funziona.
Il caso italiano ne è la più eclatante prova. Subordinare l’ingresso alla stipulazione di un contratto tra un datore di lavoro che sta in Italia e un lavoratore stagionale che sta all’estero è un’ipocrisia che fa a pugni con il buon senso. E’ semplicemente illogico pensare che un datore di lavoro che sta in Italia debba assumere con richiesta nominativa qualcuno/a che sta in un altro paese e che non ha mai conosciuto.
Questo può funzionare esclusivamente nei confronti degli immigrati altamente qualificati come scienziati e ingegneri (che rappresentano un capitolo a sé delle politiche migratorie), ma non per manovali stagionali. Inoltre, poiché sono le imprese e le famiglie, non la burocrazia, che selezionano e pagano gli immigrati di cui abbisognano questo sistema, oltre a non funzionare fa anche danni … leggi tutto