di Daniele Manca
Siamo abituati a etichettare i discorsi dei governatori della Banca d’Italia come «richiami» o «allarmi».
Ma le considerazioni di ieri di Ignazio Visco, concluse con la parola «speranza», non erano né l’uno né l’altro. Quanto l’indicazione precisa del fatto che il nostro Paese è a un punto di svolta. Non basta tornare a cosa eravamo prima della pandemia. Troppe le tensioni sociali che si percepiscono tra i cittadini, le famiglie.
Troppi i malumori e l’insoddisfazione che serpeggiano tra le imprese. Non basta avere reagito in maniera «appropriata» alla crisi sanitaria che ci ha gettato in una situazione drammatica. Il dramma per le vittime che oggi piangiamo; la recessione che purtroppo ci aspetta e ci ferirà.
Quello che serve, e Visco lo ha detto chiaramente («possiamo anche non chiamarlo un nuovo contratto sociale»), è un dialogo costruttivo tra politica, mondo dell’economia reale, finanza, istituzioni, società civile tutta. Il primo passo spetta al governo. Dovrà fare quello scatto verso l’efficacia dei suoi provvedimenti e dei suoi propositi … leggi tutto