di Andrea Gavosto
Il governo non ha saputo dare una risposta convincente. Invece, in queste settimane ha cambiato rotta più volte, generando confusione e irritazione.
Dapprima ha parlato di sdoppiamento delle classi: metà classe in aula e l’altra a casa, ignorando la difficoltà di una didattica che funzioni per entrambi i gruppi.
Oppure di turni mattina e pomeriggio. E ha stanziato fondi per recuperare e rinnovare spazi dentro e fuori gli edifici scolastici: una buona idea per il futuro, ma in tre mesi non si potranno fare grandi cose.
Poi, ha proposto riduzioni delle lezioni a 40 minuti. L’ultima è tutti in aula, senza turni o sdoppiamenti di classe, con divisori di plexiglass nei banchi: idea costosa e dannosa per l’ambiente, pedagogicamente discutibile e anche illogica. Se basta questo per la sicurezza, perché si sono persi mesi, affermando che la riapertura era un’operazione complessa?
Scuole e famiglie devono conoscere subito la strada che il governo vuole percorrere di qui a settembre, pur tenendo conto di tutte le incertezze legate all’andamento epidemico.
Credo si possano condividere tre principi. Il primo è prudenza e giusto distanziamento. Nonostante la retorica prevalente sulla fase 3, il virus è ancora molto attivo nel mondo e sappiamo che scuole e università, per la frequenza di contatti in ambienti chiusi, potrebbero essere focolai di una seconda ondata … leggi tutto