“Quale che sia l’intensità dell’orrore, esso non supera mai il divertimento, la furibonda gioia del cantastorie, la felicità del possedere tutte le parole per raccontare, incantare, affabulare”.
Una definizione trascinante. Si sarebbe tentati di riferirla proprio a lui, e invece Giorgio Manganelli la regalava a Gogol’ sulle colonne dell’“Europeo” nel 1981. È una delle oltre 130 recensioni che Salvatore Silvano Nigro ha raccolto in un libro gustoso e poderoso: Concupiscenza libraria, uscito da poco per Adelphi. Se si pensa che un secondo volume è in programma per l’anno prossimo, si avrà la misura della “mania libresca” da cui Manganelli era attanagliato.
Silvano Nigro riunisce le recensioni che Manganelli non ha ripubblicato in vita, continuando così la sua fedele opera critica al servizio del suo maestro, sodale e amico, iniziata prima con le opere maggiori sia edite che inedite, poi con la parte sommersa dell’attività manganelliana (come i pareri di lettura e tutta la nube di materiali che danno forma alle Estrosità rigorose di un consulente editoriale), e ora appunto con le recensioni.
E Manganelli – annota Nigro – non era un recensore, ma “uno scrittore di recensioni”. Una differenza rilevante per chi, come lui, era capace di fare “letteratura sulla letteratura” … leggi tutto