Populismo fermato dal coronavirus? (lavoce.info)

di Rony Hamaui

In tutto il mondo i governi più conservatori 
e populisti hanno a lungo cercato di minimizzare 
la portata della pandemia. Ma i cittadini sembrano 
premiare, almeno per ora, le amministrazioni che 
sono intervenute con tempestività e misure 
drastiche.

Il virus divide gli Stati Uniti

Se qualcuno ritiene ancora che le opinioni sulle questioni medico-sanitarie siano indipendenti dal credo politico è bene che cambi velocemente parere. A fine aprile, quando la pandemia aveva già colpito gli Stati Uniti con oltre un milione di casi e fatto decine di migliaia di morti, solo il 40 per cento dei cittadini statunitensi di fede repubblicana riteneva che la mortalità del coronavirus fosse più alta di quella di una normale influenza.

La stragrande maggioranza dei democratici (87 per cento) pensava, invece, che il Covid-19 fosse molto più letale. Le divergenze di opinioni sono poi cresciute nel corso del tempo (figura 1).

Sempre a fine aprile, quando molte persone erano morte in casa senza che se ne fosse accertata la causa, il 50 per cento dei repubblicani reputava che le statistiche sui decessi da Covid-19 fossero sovrastimate, mentre l’80 per cento dei democratici le riteneva sottostimate.

Certamente è possibile che gli intervistati repubblicani conoscessero la risposta corretta, ma preferissero fornirne una errata per dimostrare il loro sostegno all’amministrazione Trump o che tendessero a vedere la situazione in modo più positivo, dato che è in carica un presidente repubblicano. Un’altra spiegazione è che sfatare una informazione errata, una volta che sia stata accettata, è estremamente difficile … leggi tutto

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