Altro che autogrill, la cena tra Ranucci, Lavitola e un importante prelato (ilriformista.it)

di Aldo Torchiaro

"La cucina della politica"

Domenica 21 sera, ore 21. Al ristorante arriva Sigfrido Ranucci. Viene accolto festosamente dal proprietario, poi va a sedere nel tavolo prenotato per cinque. Non a caso: in un angolo preciso. Curando di dare le spalle alla vetrina che rischia di esporlo allo sguardo curioso dei passanti. Accanto a lui una giovane donna, bionda.

Che più volte gli guarda le spalle, scrutando la vetrata per stanare eventuali sguardi indiscreti. In sala, l’atmosfera è invece rilassata, conviviale. Anche perché Sigfrido Ranucci e il ristoratore si conoscono bene.

Non stiamo parlando di un oste qualsiasi, anche se di cucina si intende davvero. Si tratta di Walter Lavitola, proprietario di Cefalù, nel quartiere ‘bobò’ di Monteverde Vecchio a Roma. Dicono i beninformati che il vero piatto forte del suo ristorante non siano spigole e orate: sarebbero piuttosto indiscrezioniconfidenze e notizie riservate. Qualcuno ne parla come della “cucina della politica”.

Qui passerebbero accordi e intese prima ancora che arrivino alle istituzioni. Perché tra una frittura di paranza e un risotto al nero di seppia, qui si incontrano ambasciatori e barbe finte, generali e parlamentari, lobbisti e imprenditori. Pochi giorni fa in un tavolo singolo, davanti a una impepata di cozze, è stato avvistato l’ex capo centro della Cia in Italia.

Lavitola è noto come brillante anfitrione ma è anche un uomo dal passato romanzesco. Tra controverse vicende e qualche inchiesta a vuoto, è stato condannato nel 2012. Nel marzo del 2016, dopo 4 anni dall’inizio della pena, Lavitola ha lasciato il carcere di Secondigliano per scontare il residuo ai domiciliari: tentata estorsione a Impregilo, una condanna definitiva per tentata estorsione a Silvio Berlusconi e una truffa sui fondi per l’editoria.

È con lui che il conduttore di Report si attovaglia. Lavitola a capotavola, Ranucci spalla sinistra, e alla destra un importante prelato. Uno che sembra molto in alto nelle gerarchie vaticane. E che per quasi tre ore – nel corso della cena – ha conversato fittamente con Ranucci e Lavitola. Come in un film di Paolo Sorrentino, nel decennale della Grande Bellezza. Non sappiamo cosa si siano detti, possiamo solo immaginare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *