Il direttore del Fatto ha annunciato, indignato quasi quanto il presidente russo, che lo stato ucraino è uno stato terrorista.
Non importa, non è lui la normalità, è il piazzista d’infamie
Annoto i titoli, le citazioni riportate fra virgolette. Da quindici mesi, senza sosta, le forze armate della Russia di Putin bombardano case, villaggi e città dell’Ucraina, un altro paese, un paese d’altri. Negli ultimi giorni, i bombardamenti si sono intensificati, soprattutto sulla capitale, Kyiv. Un diluvio di missili e droni ogni giorno, ogni notte. In cambio, la pioggerella di una manciata di droni sul territorio russo.
Putin ne è furioso e scandalizzato. Si è superato ogni limite, protesta. “Siamo arrivati agli attacchi coi droni, all’intimidazione dei cittadini russi, al terrorismo”. Sapremo reagire, proclama, offeso. Reagire. Putin è pazzo? E Medvedev? Prigozhin? Zacharova? E tutta la fattoria degli animali, tutta pazza? Che idea dobbiamo farci della pazzia contemporanea, e reciprocamente, della normalità?
La normalità. Dunque ho guardato il programma di Gruber sulla 7 mercoledì. Era una delle puntate col comiziaccio di Marco Travaglio. Ha annunciato, indignato quasi quanto Putin, che lo Stato ucraino è uno Stato terrorista. Non importa, non è lui la normalità, è il piazzista d’infamie, da remoto, beninteso.
La normalità è Lilli Gruber. Lei ha abbozzato una mezza frase: “L’Ucraina Stato terrorista potremmo aprire un grande dibattito…”, ed è andata oltre. Nemmeno come fa madre sopra figlio deliro: come fa zia sopra la marachella del frugolo.