Montfermeil, alle porte di Parigi, è uno dei posti in cui Victor Hugo ambientò I miserabili, collocandovi per la precisione l’osteria degli odiosi Thénardier.
Vi è nato il francese d’origine maliana Ladj Ly, animoso e abile regista cinematografico che vi ha ambientato un film rubando il titolo a Hugo. Il suo fine è parlare dei miserabili di oggi, in una società comunque assai diversa, meno terribile di quella narrata da Hugo. Anche nei confronti degli ultimi, che poi tanto ultimi non sono formando una parte molto consistente di una società che, per merito della grande rivoluzione, è più multietnica e più dinamica della nostra.
Nel film si narra l’addestramento di un poliziotto bianco alla sua prima esperienza diretta in una squadra di controllo urbano, a fianco di un bianco “esperto”, sicuro di sé e notevolmente cinico, e di un nero meno aggressivo ma che sarà l’origine degli scontri che animeranno il film.
Dai loro giri impariamo a conoscere quali sono le forze in campo a Montfermeil: un sindaco nero, un imam con i suoi seguaci e il suo separatismo, i piccoli commercianti e i loro rappresentanti, esponenti della mala che comprendono anche, come di dovere, qualche informatore e doppiogiochista.
I conflitti quotidiani sembrano controllati e controllabili, in una comunità dove i bambini sono piuttosto liberi, lasciati a se stessi – più liberi che in altri ambienti, ma anche più soli … leggi tutto