Il governo polacco vuole organizzare un referendum sui migranti (ilpost.it)

Per bloccare una riforma di cui si sta discutendo 
nell’Unione Europea

Domenica in un video pubblicato sui social network il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha proposto di indire un referendum chiedendo ai cittadini se sostengono l’arrivo di «migliaia di migranti illegali provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa nell’ambito del meccanismo di ricollocamento forzato imposto dalla burocrazia europea».

Non c’è ancora stata una conferma ufficiale, ma l’idea sarebbe quella di organizzarlo in concomitanza con le elezioni parlamentari che si terranno il 15 ottobre.

Morawiecki si riferisce all’accordo raggiunto a giugno sulla riforma del Regolamento di Dublino, la norma europea che regola la gestione di migranti e richiedenti asilo. La riforma prevede che in caso di ingenti arrivi di richiedenti asilo una quota venga trasferita in altri paesi. Alternativamente, i governi potranno scegliere di pagare una certa cifra per ogni richiedente asilo che decideranno di non accogliere. Per entrare in vigore la riforma dovrà prima passare dall’approvazione del Parlamento europeo entro i primi mesi del 2024.

Gli attuali governi di Polonia e Ungheria sono storicamente ostili alla migrazione dal Nord Africa e dal Medio Oriente, e su questa ostilità hanno costruito una parte importante della propria propaganda interna: sono perciò molto contrari a qualsiasi forma di ricollocamento e hanno annunciato di non essere disposti a cooperare, nonostante l’attuale riforma sia per loro meno rigida rispetto alla proposta fatta nel 2018, in cui i ricollocamenti erano obbligatori per tutti i paesi dell’Unione (quindi non c’era possibilità di rifiutarli).

Il video pubblicato da Morawiecki sui social network mostra varie scene che alludono a ciò che pensa che accadrebbe se un maggior numero di migranti fosse ammesso in Polonia, tra auto in fiamme e violenze per le strade. Le immagini sono accompagnate dalla voce di Jarosław Kaczyński, ex primo ministro e leader del partito conservatore Diritto e Giustizia, lo stesso di Morawiecki, che chiede retoricamente: «Vuoi che questo accada anche in Polonia? Vuoi smettere di essere padrone del tuo stesso paese?».

I temi dell’accoglienza dei migranti e della sicurezza interna, storicamente utilizzati da Diritto e giustizia per raccogliere consensi, saranno centrali anche nelle elezioni di ottobre, in cui il partito di Morawiecki conta di mantenere il potere.

I conservatori stanno indirizzando molta attenzione anche sul numero crescente di persone migranti africane e mediorientali che entrano in Polonia attraverso la Bielorussia, con cui la Polonia condivide 400 km di confine: finora quest’anno sono stati effettuati circa 19mila tentativi di attraversamento, rispetto ai 16mila dell’intero 2022.

La Bielorussia è stata accusata di accogliere strategicamente migliaia di migranti nel proprio territorio per poi spingerli verso il confine con la Polonia e il paesi baltici nel tentativo di mettere in difficoltà l’Unione Europea (avversario politico del regime autoritario bielorusso di Alexander Lukashenko), sfruttando l’ostilità dei paesi dell’Europa orientale per i migranti.

Dall’inizio della guerra in Ucraina, la Polonia ha anche accolto più di un milione di persone in fuga dall’Ucraina, in maggioranza cristiani e bianchi. Buona parte della propaganda conservatrice si concentra infatti sull’idea che accogliere persone di culture e religioni diverse minacci l’identità culturale e la sicurezza del paese.

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