Piantedosi, Nordio e Giorgetti: ecco chi sono i trafficanti di essere umani (unita.it)

di Piero Sansonetti 

Il pizzo di Stato

Scoperto un gruppo di ministri che chiedeva soldi per evitare le torture al Cpr

C’ è un decreto attuativo della Legge Cutro che prevede il taglieggiamento dei profughi ricchi e la dannazione dei profughi poveri. È un distillato di cinismo rarissimo, che sicuramente viola le regole europee e i principi essenziali della Costituzione e del diritto, ma che rappresenta un po’ la sintesi dell’ideologia del governo di centrodestra, o almeno della sua componente al momento vincente, cioè la più reazionaria. La Legge-Cutro era stata concepita per favorire la caccia ai migranti e la loro sistemazione nei Cpr, cioè in una forma particolarmente degradata di carcere.

Questo decreto attuativo della legge-Cutro stabilisce che c’è una possibilità, per il profugo, per evitare la cattura e il sequestro da parte dello Stato: pagare. Il decreto dice che il profugo catturato dalla pubblica sicurezza e destinato al Cpr – cioè a una forma di detenzione prevista in patente violazione dei principi stabiliti dall’articolo 13 della Costituzione – potrà restare libero se verserà, in forma di fidejussione, una somma di circa 4000 euro più tasse varie.

In tutto quasi 5000 euro. Il versamento dovrà essere effettuato dal profugo in persona, e non da un suo amico e parente. E servirà a garantire che il “pagante” ha la possibilità di vivere dignitosamente in un appartamento, di pagare la pigione, la lavanderia, la mensa.

E garantirà anche, con una certa approssimazione, sulla “perbenità” del profugo – caratteristica alla quale i ministri tengono molto – perché se una persona è in grado di pagare, ragionevolmente fa parte della società dei sani, delle persone perbene: ci si può fidare di lui. In termini tecnici si tratta di un pizzo. Pizzo di Stato.

Giorgia Meloni tempo fa definì pizzo di stato le tasse. Sbagliava: le tasse sono una forma di partecipazione del singolo alle spese della Comunità, previste in ogni forma di società.  Qui invece si tratta proprio di un pizzo. Lo Stato dice al profugo: io ho deciso di imprigionarti, anche se la Costituzione me lo proibirebbe e anche se tu non hai commesso nessun reato tranne quello di essere un profugo, ma io Stato, in fondo sono buono, e quindi se tu mi paghi una tangente io ti evito il carcere. Siccome il carcere, e a maggior ragione il Cpr, è una cosa orrenda, la tangente per evitarlo sarà piuttosto alta.

Potremmo riassumere questa attività di taglieggiamento usando una parola che corre nel linguaggio corrente quando si parla di profughi: traffico di esseri umani. Giorgia Meloni, dopo la tragedia di Cutro, aveva giurato che il governo avrebbe dato una caccia spietata ai trafficanti “in tutto il globo terraqueo”. Nessuno ci credeva.

E invece finalmente il governo Meloni ha registrato il suo primo successo: ha beccato i trafficanti. E pensare che li conosceva benissimo, la Presidente del Consiglio, ma forse non avrebbe mai potuto sospettare di loro. Stavano seduti accanto a lei nel consiglio dei ministri.

Sembravano tranquilli, sicuri di sé. Sono i tre ministri che hanno firmato il decreto: Piantedosi, Nordio e Giorgetti. Il decreto è del 14 settembre, ma è stato tenuto segreto, naturalmente, il più possibile. Ieri però è stato scoperto. Ambienti vicini ai tre ministri autori della richiesta di pizzo si giustificano al solito modo: “Anche in Ungheria fanno così”.

Ormai l’Ungheria è diventata un po’ il faro per la politica italiana. Però i difensori dei tre ministri non dicono che la disposizione del governo ungherese è stata dichiarata illegale e non praticabile dall’Europa.

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