Per il presidente della Fiaso, che raggruppa i direttori generali dell’aziende sanitarie e ospedaliere italiane, Covid-19 deve essere l’occasione per stabilire connessioni innovative e superare vecchi modelli.
Francesco Ripa di Meana è presidente della Federazione italiana delle Aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), nonché direttore generale dell’Ifo (Istituti fisioterapici ospitalieri) di Roma. Medico del Lavoro con esperienze organizzative a livello internazionale, è sicuramente tra i manager più attivi nel processo di aziendalizzazione che ha trasformato la sanità italiana dagli anni ’90 in poi.
Testimone e protagonista del disagio di un territorio mai completamente assurto al ruolo di secondo pilastro della salute pubblica, e al quale il Governo assegna oggi 1,5 miliardi di euro, Ripa di Meana partecipa al dibattito proposto da AboutPharma and Medical sulla necessaria ristrutturazione dell’assistenza extra ospedaliera post-Covid.
Condivide l’allocazione delle risorse per il territorio previste dai recenti decreti?
Che il territorio si sia trovato in una situazione un po’ troppo precaria rispetto alle necessità è un’evidenza. Non sempre per mancanza di risorse. Sappiamo che in tutti questi anni abbiamo razionalizzato molto più sugli ospedali, e parto dall’assunto che il territorio forse è il meno aziendalizzato.
E dico, con l’occhio di chi dirige oggi un’azienda ospedaliera dopo aver diretto per tanti anni aziende territoriali, che è più facile rendere efficienti ed efficaci gli ospedali, scegliendo bene dove allocare le risorse innovative. In questa allocazione prevista dal Governo prevalentemente sul territorio è ovvio che si guardi principalmente a due elementi: l’assistenza infermieristica e il potenziamento dei dipartimenti di prevenzione … leggi tutto