di Massimiliano Castellani
Tra il 1964 e il ’65 lo scrittore torinese tenne una rubrica sul settimanale “Tempo” in cui inviava missive aperte e assai critiche anche a personaggi del mondo del calcio. La raccolta in un libro
C’è stato un tempo in cui si scrivevano cartoline dal Mundial o dal Tour, come faceva Gianni Mura agli amici: «Saluti da Mont Saint-Michel… Gianni». E poi c’erano le lettere, quelle al Guerin Sportivo che lo scrittore più irregolare delle patrie lettere, Luciano Bianciardi, era capace di inviare a se stesso con tanto di risposte alle dieci domande poste dai lettori (spesso illustri, da Montanelli a Tognazzi) nella sua rubrica anarchica il “Fuorigioco mi sta antipatico”.
Ma soprattutto ci sono state le Lettere scontrose (Minimum fax, pagine 399, euro 18,00) del sublime narratore – non ancora del tutto letto e compreso – Giovanni Arpino che, fra il 1964 e il ‘65, pubblicava sul settimanale Tempo diretto da Arturo Tofanelli. Il Life all’italiana, in cui il visionario torinese (era nato a Pola nel 1927, visse a Bra e poi a a Torino dove morì nel 1987) con «spirito ingenuo e non genoflesso» – come sottolinea in postfazione al volume il finissimo “arpinista” Bruno Quaranta – verga e spedisce quelle missive per «una sana curiosità, un normale buon senso; una elementare esigenza di giustizia, un minimo di civile indignazione».
Non fa sconti a nessuno l’indignato speciale Arpino. Non salva neppure il “Mattatore” Vittorio Gassman, al quale rimprovera l’incapacità di dire «no» alle lusinghe dell’allora fiorente industria cinematografica che lo adulava quanto il pubblico acritico e stregato, accettando di tutto e per di più senza rendersi conto che «Lei (Gassman) pilucca le briciole di un piatto stanco, a cui assai di rado ha portato qualcosa di personale » .. leggi tutto