I dati dell'Osservatorio sulle comunicazioni sottolineano che la flessione di pubblico coinvolge anche Netflix e Dazn. Amazon resiste.
Livelli di pubblico inferiori ai livelli pre-pandemia
Gli italiani trascorrono meno ore davanti alla tv, sia che si tratti dei canali “tradizionali”, streaming o on-demand. Lo certifica, nero su bianco, l’Osservatorio sulle comunicazioni Agcom relativo ai primi nove mesi dell’anno che stiamo per salutare: gli ascolti medi giornalieri in tv, da gennaio a settembre 2023, mostrano, rispetto al corrispondente periodo del 2022, una flessione del 2,8% nell’intero giorno”, da 8,31 a 8,07 milioni di spettatori, e del -2,5% nel “prime time”, da 19,12 a 18,64 milioni di spettatori.
Il calo degli ascolti è ancora più evidente nel confronto con i primi nove mesi del 2019: la riduzione nella fascia “prime time” e nel “giorno medio” è stata rispettivamente di 2,31 milioni di unità (-11,0%) e 0,94 milioni (-10,4%).
Male anche i Tg
Gli andamenti osservati per la televisione nel suo complesso si riflettono anche sugli ascolti delle edizioni dei principali telegiornali nazionali. L’analisi dell’andamento degli ascolti dei tg serali (fascia oraria 18:30-20:30), infatti, evidenzia, da inizio anno, una riduzione rispetto al corrispondente periodo del 2022 di 840 mila ascolti (da 15,52 a 14,68 milioni di spettatori), mentre una flessione leggermente minore, pari a 640 mila spettatori, si registra nella fascia oraria 12-14:30 (da 12,93 a 12,28 milioni di spettatori).
I Tg Rai
In particolare, nella fascia serale, i Tg della Rai hanno perso su base annua il 6,3% degli ascolti giornalieri (da 9,75 a 9,14 milioni di spettatori), con una riduzione per il Tg1 delle 20 pari all’8,0% (da 4,61 a 4,24 milioni di spettatori), del 3,5% per il Tg3 delle 19 (da 1,70 a 1,64 milioni di spettatori) e dell’11,4% per il Tg2 delle 20.30 (da 1,25 a 1,11 milioni di spettatori).
I Tg Mediaset
I Tg serali di Mediaset, in media, hanno registrato una complessiva riduzione del 3,7% (da 4,76 a 4,59 milioni di spettatori): nello specifico, riferisce ancora l’Agcom, gli ascoltatori del Tg5 delle 20 passano da 3,64 a 3,54 milioni (-2,7%), quelli di Studio Aperto delle 18.30 da 540mila a 500mila (-6,4%), mentre gli ascolti del Tg4 delle 19 passano da 590 a 540 mila spettatori giornalieri circa (-7,3%).
Tg La7
Sempre rispetto alla fascia serale, il Tg La7 delle 20, passa da 1,0 a 0,96 milioni di ascolti (-4,6%).
Il dettaglio
Guardando alle edizioni della fascia oraria 12-14:30, i Tg della Rai perdono complessivamente 600mila spettatori (da 8,15 a 7,56 milioni, -7,3%) mentre quelli del gruppo Mediaset mostrano una marginale ma positiva crescita (da 4,23 a 4,24 milioni circa).
Nei primi nove mesi dell’anno gli spettatori medi giornalieri dei due principali telegiornali, il Tg1 delle 13.30 ed il Tg5 delle 13, mostrano un andamento opposto rispetto all’analogo periodo del 2022. Gli spettatori del Tg1, infatti, diminuiscono del 4,9% passando da 3,40 a 3,23 milioni, mentre quelli del Tg5 aumentano del 2,6%, da 2,77 a 2,84 milioni di spettatori giornalieri nel periodo considerato.
Gli ascolti del Tg La7 delle 13.30 passano da 0,54 a 0,49 milioni circa (-9,7%).
Il confronto con il periodo dell’epidemia
Ampliando l’analisi dei dati alle audience, su di un arco temporale più ampio, si evidenzia come nei primi nove mesi del 2023 gli ascoltatori medi giornalieri complessivi dei Tg considerati risultino nettamente inferiori ai livelli registrati nel pre-pandemico 2019; per le edizioni dei telegiornali nella fascia 12-14.30 gli ascolti sono passati da 13,65 a 12,28 milioni giornalieri (-10%), mentre quelli nella fascia 18.30-20.30 si sono ridotti da 16,29 a 14,68 milioni (-9,9%).
Più in dettaglio, nella fascia 12-14.30, i Tg della Rai hanno perso 970 mila spettatori giornalieri (-11,3%), rispetto ai 270 mila di Mediaset (-6,0%).
Nella fascia 18.30-20.30, la concessionaria pubblica registra una flessione del -9,4% (da 10,08 a 9,14 milioni), poco più contenuta risulta quella fatta segnare dai Tg del gruppo Mediaset (da 5,05 a 4,59 milioni, -9,0%).
Con riferimento ai principali canali “all news” (Rai News 24, TgCom 24 e Sky Tg24) nel loro complesso nel giorno medio riducono gli ascolti del 15,3% su base annua.
La riduzione è meno marcata nella fascia oraria 7-9 (-8,5%) e maggiormente intensa in quella 18-20:30 (-19,3%).
Come per i Tg, gli ascolti giornalieri medi da inizio anno sono inferiori a quanto evidenziabile nel 2019 (-15,6% nel giorno medio), e quasi si dimezzano (-49,3%) rispetto al pandemico 2020.
Guardando ai singoli canali, nel giorno medio è Sky TG24 quello che su base annua mostra la flessione maggiormente rilevante (-19,5%), mentre Rai News 24 e TGCom 24 riducono gli ascolti rispettivamente del 17,3% del 9,1%.
Le piattaforme streaming
Scende il numero di utenti delle piattaforme che offrono servizi di video on demand esclusivamente a pagamento: a settembre erano 15,3 milioni di navigatori, in lieve flessione (-23 mila) rispetto allo stesso mese del 2022. Nei primi nove mesi dell’anno, Netflix registra circa 8,8 milioni di utenti unici in lieve contrazione (-1,7%) rispetto al medesimo periodo del 2022 ed è seguita da Prime Video con 6,5 milioni di visitatori (+0,9%). Disney+, con in media oltre 3,5 milioni di utenti, e Sky/Now, con 1,1 milioni, registrano una crescita rispettivamente dello 0,9% e 16,4), mentre Dazn (2,1 milioni di utenti unici medi: il dato si riferisce al traffico desktop e mobile e non include il traffico da connected tv) registra una flessione del 10,8% rispetto ai primi nove mesi del 2022. Sono i dati forniti dall’Agcom nell’Osservatorio sulle comunicazioni sui primi nove mesi dell’anno.
Anche analizzando il tempo sui principali siti di streaming che offrono servizi esclusivamente a pagamento, nel mese di settembre 2023 si evidenzia una flessione del 9,4% rispetto a settembre 2022. L’analisi delle ore complessivamente trascorse sulle diverse piattaforme nei primi nove mesi del 2023, consente di osservare, seppure con diversa intensità, una complessiva contrazione per i principali operatori con la sola eccezione del servizio Now di Comcast/Sky (in crescita del 22,2%).
L’analisi dettagliata
Nel dettaglio, Netflix da circa 291 milioni di ore nei primi nove mesi del 2022 passa a 272 milioni di ore nello stesso periodo del 2023, registrando una riduzione del 6,6%; analogamente, anche Prime Video vede contrarre il tempo dedicato alla consultazione dei propri siti e applicazioni (-23,2%, da 52 milioni di ore nei primi nove mesi del 2022 passa a 40 milioni di ore nello stesso periodo del 2023), così come Disney+ e Dazn, entrambe in flessione se si considerano le ore complessive trascorse dagli utenti sui relativi siti e applicazioni (che passano, rispettivamente, da 22 a meno di 18 milioni di ore e da 8 a 5 milioni di ore di navigazione complessive nei primi nove mesi del 2022 e 2023).
Giù anche le piattaforme gratuite
Anche le piattaforme di video on demand che offrono servizi gratuiti, con 36 milioni di navigatori unici collegati a settembre 2023 registrano, su base annua, una contrazione dell’audience di circa 2,4 milioni di utenti. Al riguardo, considerando i primi nove mesi del 2023, si sottolinea come, tra le piattaforme gratuite, quelle maggiormente visitate in termini di utenti unici medi mensili sono risultate News Mediaset Sites (22,4 milioni), Sky TG24 (9,7 milioni) e RaiPlay (7,4 milioni). Il tempo di navigazione relativa a questa tipologia di siti è stimabile, lo scorso settembre, in circa 26 milioni di ore, in flessione di oltre un milione di ore rispetto a settembre 2022.