Sangue e razzismo, una miscela velenosa (confronti.net)

di Guglielmo Mariani. Ematologo, University of Westminster (Londra)

Il sangue estratto dall’albero circolatorio di 
individui di differenti etnie appare uguale ed è 
uguale: non vi sono differenze che non siano 
spiegabili con l’ambiente nel quale vivono o con 
le malattie che hanno contratto. 

Può sembrare strano ma, invece, il sangue, la nostra linfa vitale, è stata usata e purtroppo continua a esser usata per dividere, per discriminare, per isolare, se non per massacrare, altri esseri umani o intere popolazioni. Gli “olocausti” si susseguono uno dopo l’altro, alcuni nascosti altri palesi.

Ma perché proprio il sangue? La prima volta documentata che il sangue fu considerato formalmente espressione di “purezza” di una casta avvenne alla fine del medioevo, prima della scoperta dell’America, quando la famiglia regnante di Castiglia reclamò la superiorità della sua razza in virtù del sangre azul: il “sangue blu” che circolava nelle loro vene perché la loro famiglia non si era mai mescolata con i “mori”, gli arabi che si erano stabiliti nella Spagna meridionale.

C’era un fondamento di verità nella loro enunciazione: attraverso la pelle bianca traspaiono le vene di colore azzurro che non sono visibili nei mori che, invece, avevano la pelle scura. Da allora sangue blu è sinonimo di nobiltà o di famiglia regnante e il termine ritornò in auge nell’Inghilterra vittoriana per identificare i più alti ranghi della nobiltà, quella che forniva la linfa alle case regnanti. E così è rimasto fino ai giorni nostri e alla più prosaica serie televisiva della Cbs intitolata Blue Bloods interpretata da Tom Selleck nella quale una famiglia intera ha servito nel Dipartimento di Polizia di New York, quasi fosse una carica ereditaria.

In realtà, dai matrimoni fra individui col “sangue blu” sono sortite delle catastrofi genetiche come l’emofilia [una malattia che causa un difetto nella coagulazione del sangue] nelle case regnanti in Inghilterra, Russia, Spagna e Germania o come la porfiria [una serie di patologie che influenzano negativamente la pelle o il sistema nervoso] nei regnanti inglesi a partire dal ‘500, da Giacomo V di Scozia, fino all’800 con Giorgio III … leggi tutto

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